Lunedì 21 giugno la mummia egizia del Museo Civico Archeologico di Bergamo sarà sottoposta a TAC, tomografia computerizzata, presso il Policlinico di Milano. È questo il primo passo del progetto “Una mummia da salvare” ideato dal Mummy Project (www.mummyproject.it), diretto da dr. Sabina Malgora, con la collaborazione del Prof. Luca Bernardo, direttore Casa Pediatrica del Fatebenefratelli.
Il Museo Archeologico di Bergamo è situato in una delle città più afflitte dal Covid, che non si arrende e continua a pensare al futuro non solo investendo nel sociale, ma anche nella cultura. Il Comune, in particolare nella persona dell’Assessore alla Cultura, dott.ssa Nadia Ghisalberti, infatti ha deciso di rinnovare completamente il museo, diretto dalla dott.ssa Stefania Casini, affrontando importanti lavori strutturali che lo trasformeranno in un museo nuovo e all’avanguardia. Dalle asce di pietra alle spade di ferro, dagli ornamenti di bronzo celtici alle croci d’oro longobarde, dalle urne cinerarie alle lapidi romane e poi ceramiche, vetri, sculture e mosaici. Un viaggio nel tempo sulle tracce dei Celti, dei Romani e dei Longobardi vissuti a Bergamo e nei territori della Provincia.
Tutti i reperti, dalla Preistoria ai Longobardi, troveranno spazio in un nuovo allestimento, ma la grande novità è che sarà creata una nuova sezione egizia. I reperti egizi oggi non sono giustamente valorizzati. Vi sono 22 shabti (statuette funerarie in faience), 8 bronzetti, 10 amuleti, una mano sbendata, un dito sbendato montato su un supporto ligneo, un piede sbendato, un sarcofago con la mummia.
Questa parte sarà realizzata con la collaborazione del Mummy Project: protagonisti saranno la mummia di Akhekhonsu, non esposta al pubblico, ed il suo sarcofago, che riporta il nome del proprietario, che significa “è vivo il dio Khonsu”.
Il primo passo del progetto “Una mummia da salvare”: La mummia sarà sottoposta a specifiche indagini, TAC, analisi chimiche e fisiche, secondo il progetto per ricostruirne la storia e l’identità. Le indagini sono volte al recupero di dati, che potrebbero incrementare le conoscenze sia sulla vita che sulla morte dell’individuo, ma anche sulle tecniche di mummificazione. Inoltre è prevista la ricostruzione forense del volto, che restituirà alla mummia le sue sembianze permettendo a tutti, studiosi ed appassionati, di vederne la fisionomia.
Alle analisi seguirà il restauro per garantire alla mummia la sua eternità e prepararla all’esposizione.
L’équipe che effettuerà la Tac sarà costituita dal team del Mummy Project, tra cui Chantal Milani, antropologa forense, Francesca Motta, antrolopoga e dal team di Radiologia del Policlinico di Milano diretto dal Prof. Gianpaolo Carrafiello.
I prelievi per le analisi chimiche e fisiche saranno effettuati in collaborazione con il Prof. Luigi Bonizzi, il prof. Alessio Soggiu, Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche ed Odontoiatriche, Università di Milano, e con il dr. Marco Nicola, dottore di ricerca del Dipartimento di Chimica, Università degli Studi di Torino, e direttore di Adamantio srl, Science in Conservation.
Il Mummy Project, centro Ricerche e sviluppo progetti, è finalizzato allo studio dei reperti organici, in particolare mummie umane e di animali, attraverso analisi effettuate con le più moderne tecniche di indagine medica ed investigativa, eseguite da un’équipe multidisciplinare, in grado di recuperare tutte le informazioni disponibili e di confrontarle nel panorama scientifico di riferimento, nel rispetto della integrità e della conservazione dei reperti. Restituisce un’identità alle mummie completando il quadro storico e culturale da cui provengono. Collabora con università, musei, fondazioni ed istituzioni culturali. Organizza inoltre mostre, eventi culturali.
Il progetto “Una mummia da salvare” è sostenuto dalla Fondazione Comunità Bergamasca, da GP Batteries International leader nella produzione di batterie tradizionali, ricaricabili e powerbank (www.gpbatteries.com) e BPS srl, Consulenza e Servizi per l’Ambiente (www.bpssrl.it), il trasporto è curato dal Agenzia Funebre Regazzi di Bergamo e il restauro sarà reso possibile dal contributo del club Rotary di Bergamo.

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