Sarà il MANN di Napoli, con uno dei gruppi scultorei d’epoca romana delle sue straordinarie collezioni – il Galata Morente e altre 3 statue riconducibili al cosiddetto Piccolo Donario Attalide – l’ospite d’onore al Museo Statale Ermitage a San Pietroburgo per gli annuali festeggiamenti del “compleanno” del Museo voluto da Caterina La Grande.
Il Palazzo d’Inverno. CC SA 1.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=112800
Ogni 6 e 7 dicembre infatti, lungo la Neva, si festeggiano “I giorni dell’Ermitage” e tra gli eventi previsti vi è anche l’esposizione di un capolavoro da un grande museo del mondo. Quest’anno i riflettori si accendono sul Museo Archeologico Nazionale di Napoli diretto da Paolo Giulierini, con cui Michail Piotrovsky Direttore Generale dell’Ermitage ha siglato nei mesi scorsi un importante protocollo di collaborazione, insieme a Pompei, che ha già portato a pianificare studi e ricerche congiunte ma anche due grandi mostre nel 2019 che saranno annunciate formalmente in questa occasione.
“The Fallen”, I Caduti, è intanto il titolo dell’evento che s’inaugurerà all’Ermitage il prossimo 7 dicembre con l’esposizione, curata da Anna Trofimova, Capo del Dipartimento di Antichità Classica del museo russo – nella magnifica sala dell’Atrio Romano disegnata da Leo von Klenze – delle immagini di Vinti più note dell’arte antica, riproposte nella pittura del Rinascimento, nella scultura barocca, fino al XX secolo: personaggi della storia e del mito giunti a noi attraverso alcune copie romane di un articolato monumento celebrativo il Piccolo Donario– ora perduto – che Pausania descriveva sull’Acropoli di Atene.
“L’internazionalità delle relazioni e dell’immagine del MANN è stato uno degli obiettivi che mi sono posto fin da quando ho assunto la direzione del Museo napoletano che vanta collezioni uniche e straordinarie” ha spiegato il Direttore del MANN Paolo Giulierini.
“Collaborare con Istituzioni tanto prestigiose come l’Ermitage o il Getty non è solo un onore, ma il riconoscimento di una nuova politica culturale di sviluppo del museo e nel contempo un enorme stimolo per la ricerca e la salvaguardia, le scelte gestionali e di valorizzazione.
D’altra parte per il MANN, considerato da studiosi ed esperti tra i più importanti musei archeologici al mondo, ma fino ieri non adeguatamente radicato nell’immaginario del pubblico internazionale, la vetrina e il prestigio dell’Ermitage rappresentano un momento davvero importante”.
Il Piccolo Donario (chiamato così in contrapposizione al Grande Donario realizzato a Pergamo, che pare coesistesse con un complesso votivo analogo a quello ateniese ) era stato eretto verso il 200 a. C. presso il muro meridionale dell’Acropoli ateniese, per ricordare la vittoria dei sovrani Attalidi sui barbari Galati e doveva contare più di 50 sculture bronzee di dimensioni inferiori al reale.
Vi erano rappresentati sia i vinti, i Galati, sia i greci vincitori, a loro volta raffigurati in scene mitologiche, poiché – secondo Pausania – il donario si componeva di quattro sezioni dedicate alle celebrazioni delle battaglie combattute contro le Amazzoni e i Giganti ad Atene, i Persiani a Maratona e i Galli in Mysia.
Le 4 sculture, prima Ludovisi e poi Farnese, conservate al MANN ed esposte al Museo Ermitage fino al 10 marzo 2018,costituiscono senza dubbio il nucleo più importante e impressionante delle sole dieci repliche in marmo riconducibili al Piccolo Donario (una sorta di compendio dei soggetti raffigurati nel monumento ateniese) i cui restanti esemplari sono in diversi musei europei.
Il Piccolo Donario. Foto dal sito del MANN
Il Gruppo del Museo di Napoli, ritrovato nel 1514 in un luogo non precisato di Roma, è composto da un’Amazzone, un Gigante, un Persianoe un Galata morente: figure dalla forte intonazione psicologica, concentrata soprattutto nei tratti del volto.
L’Amazzone è distesa su un suolo sassoso sul quale giacciono due lance; il Gigante, anch’esso disteso, è nudo e completamente umanizzato e solo la peluria sul dorso, la chioma scapigliata e il volto coperto da barba e baffi paiono ricordare la sua ferinità; il Persiano con la tunica, i calzari e il berretto di tipo frigio, è posto sul fianco, morto mentre ancora imbraccia lo scudo circolare; infine il Galata morente, completamente nudo, è ferito sul fianco sinistro e sulla spalla destra, ma viene colto dallo scultore mentre tenta di sorreggersi con la mano sinistra poggiata a terra.
Pathos e dignità dei Vinti: è l’inizio della scultura barocca.
Le statue del gruppo napoletano, le sole repliche del donario in marmo asiatico,
mostrano un soggetto dell’arte ellenistica sviluppato dai romani, mai prima espresso nell’arte classica.
E’ l’idea di una grandezza non già dei vincitori ma dei Caduti, la grandezza della sconfitta.
Lo stile altamente espressivo della scultura pergamena incarna nuovi ideali umanistici,
la tristezza profonda della morte e la sofferenza dei feriti.
“L’arte antica ci dà continui spunti per l’oggi -spiega Paolo Giulierini – il patrimonio di opere conservate al MANN è un giacimento di valori universali e di conoscenza quanto mai attuali. In questo senso, salvaguardare e far conoscere questi capolavori è una missione prioritaria per il nostro Museo.
All’Ermitage le opere del MANN saranno esposte su una base circolare nella magnifica sala del Patio Romano tra grandi colonne, consentendo una visuale completa del magnifico gruppo.
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