Visitando Messina non si direbbe che questa faccia risalire le sue origini al tempo dei coloni greci che, nell’VIII secolo a.C., sulla scia delle felici colonizzazioni verso l’Occidente si spinsero anche in Sicilia. Qui, tra il 730 e il 725 a.C., si insediarono dove in precedenza esisteva già un abitato siculo, ioni provenienti da Calcide, in Eubea, e pirati cumani che fondarono quella che allora si chiamava Zancle. Oggi il tessuto urbano della città è completamente cambiato. Troppi disastri, tra cui il terribile terremoto del 1908, hanno distrutto la bella città dello stretto, rivoluzionando e cancellando quasi totalmente la sua storia millenaria. Tra i pochi gioielli storici sopravvissuti, la splendida chiesa di Santa Maria Alemanna, in puro stile gotico, che ha conservato l’ossatura datagli originariamente e ad oggi simbolo della più alta espressione dell’arte Gotica nel Mediterraneo. In questa splendida location il Prof. Salvatore Settis ha presentato il suo ultimo libro “Architettura e Democrazia” durante una conferenza organizzata dal Comune di Messina, in un dibattito più ampio sull’architettura, sull’urbanistica e il territorio, accompagnato dagli interventi dell’architetto Carlo Gasparini, dell’Università Federico II di Napoli, del giornalista e moderatore Emilio Casalini e dell’assessore all’urbanistica del Comune di Messina, Sergio De Cola.
L’occasione ha permesso a noi di MediterraneoAntico.it di poter intervistare il Prof. Salvatore Settis, non solo sui temi del suo recente libro ma anche sullo stato di salute dei beni culturali italiani alla luce della riforma Franceschini.