Sommario
-
Le stele del Medio Regno nel Museo Egizio di Torino
-
Il Cristianesimo in Egitto
-
La Patera delle nuotatrici
-
Olimpiadi
-
Le tombe di Roy e Shuroy
-
La Chiesa ortodossa Tewahedo
-
Il villaggio degli operai
-
L’importanza dei morti
-
Scoperta una tomba reale egizia a Livorno
-
Màstabe, stele e iscrizioni rupestri egizie nell’AnticoRegno
-
Ramesse I
-
Shamira
-
I papiri di Carla
Scrivere sull’ Egitto antico in questo momento storico, significa mettere al centro dei propri pensieri l’Egitto di oggi e – soprattutto – la sua gente. Le notizie che ci sono arrivate attraverso i media internazionali e gli amici in loco, sia connazionali che egiziani, hanno creato in noi apprensione e preoccupazione per il futuro di questa nazione. E questo perché per noi l’Egitto non è soltanto un territorio geografico che ospita le vestigia di una civiltà che amiamo, ma soprattutto il luogo dove abitano milioni di persone che vorremmo vedere felici e realizzate in quelle cose che per loro sono importanti. Ho visitato l’Egitto per un mese, principalmente l’area di Luqsor, a cavallo tra novembre e dicembre del 2012, quando al Cairo era esplosa ancora una volta la protesta. Ho parlato con la gente comune, con coloro che del turismo hanno fatto la principale fonte di reddito e nelle loro parole ho percepito la disperazione, l’incertezza per il proprio futuro e per quello della propria famiglia. Gli ultimi giorni li ho passati nella capitale e sono stato in Taharir Square, incontrando e parlando con quei giovani che da giorni erano accampati in quel luogo simbolo, con l’intenzione di rimanerci e lottare per il proprio futuro. Il futuro. La paura di non averne uno. Questo è il denominatore comune di tutte le persone che ho ascoltato. Non sta a noi fare valutazioni politiche su quanto sta avvenendo in Egitto, perché le questioni internazionali sono complesse e non abbiamo le competenze necessarie per poterlo fare con la giusta serenità. Ma ci piace pensare – ed è il nostro sentito augurio – che presto in Egitto le cose miglioreranno nella direzione che gli stessi egiziani desiderano. Che gli uomini e le donne che vi abitano possano prendere in mano il loro futuro, con l’aiuto di uno Stato illuminato a cui sta a cuore il destino di ciascun cittadino, a prescindere dal sesso, dalla sua fede religiosa e dalla sua scelta politica. “Il male assoluto del nostro tempo è di non credere nei valori. Non ha importanza che siano religiosi oppure laici. I giovani devono credere in qualcosa di positivo e la vita merita di essere vissuta solo se crediamo nei valori, perché questi rimangono anche dopo la nostra morte”. Rita Levi Montalcini Concludo questo editoriale con le parole più che mai pertinenti di una donna straordinaria, che ha lasciato nella nostra società un vuoto incolmabile. A lei, dal basso della nostra posizione di semplici “volontari della cultura”, dedichiamo questo numero di EM – Egittologia.net Magazine per tutto quello che ci ha insegnato. Non come scenziata, perchè la maggior parte di noi farebbe fatica a comprendere tecnicamente il suo lavoro, ma come donna e cittadina italiana, per essere stata capace di rinunciare a se stessa per un bene più grande. Per comunicare con noi scrivete a magazine@egittologia.net
PAOLO BONDIELLI