Le origini del Duomo. Milano cristiana prima della grande cattedrale

Mediolanum capitale d’occidente visse una vera e propria rivoluzione nel IV secolo. L’Editto di Costantino prima (313) e la nomina di Ambrogio vescovo poi (374) mutarono nuovamente l’aspetto della città come conseguenza di una sempre più estesa cristianizzazione dell’area. La piazza del Duomo, oggi simbolo della metropoli lombarda e centro religioso della relativa importantissima diocesi, fu già in antichità un centro episcopale complesso, del quale sono state riportate alla luce le tracce di tre strutture e ricostruita l’intera planimetria. Alcuni sporadici rilievi effettuati nel 1870 furono rivisti poi nel 1914 da Ugo Monnet de Villard, che riconosceva nei resti antistanti la facciata del Duomo mura di età tardo-romana, sotto lo spazio concepito come sagrato: era ciò che restava del battistero di san Giovanni alle Fonti, oggi principale struttura visitabile nel percorso sotterraneo alla cattedrale. La Sovrintendenza alle Antichità riavviò qui i lavori nel 1961 in occasione dell’apertura del cantiere della linea metropolitana recuperando l’intero tracciato del battistero e le absidi di Santa Tecla, l’antica basilica maggiore. Ulteriori ricerche furono condotte nel 1997, in occasione del XVI centenario della morte di Ambrogio, patrono cittadino e infine nuovamente nel 2011.

La numismatica e il simbolismo

La Numismatica (dal greco nomisma, ovvero “moneta”) studia gli oggetti utilizzati come mezzo di scambio: monete, banconote, medaglie, pesi. La moneta è un documento estremamente importante, nonostante la sua apparente semplicità. Piccolo tondello di metallo, è caratterizzato da un’immagine, il tipo monetale, impressa dall’autorità emittente, che ne garantisce la legittimità. Metallo, peso, l’immagine principale e quelle secondarie (i simboli), uniti alla leggenda indicante il nome del sovrano o della città che ne ha voluto la realizzazione, sono gli elementi che costituiscono la moneta. Ogni documento monetale racconta una storia, è depositario di un messaggio, che poteva essere letto da chiunque lo tenesse tra le mani. Cittadini della polis in cui viene battuta dunque, e visitatori per diletto o per lavoro, abitanti di terre lontane, che spesso portavano la moneta con sé, come ricordo dell’esperienza vissuta, senza sapere quanto il loro gesto fosse importante. Difatti il messaggio affidato a quel piccolo pezzo di metallo superava i confini del luogo in cui era nato e aveva valore, oltrepassando tempo e spazio. Grazie alle monete è possibile raccontare la storia dei rapporti di carattere economico e commerciale tra popoli lontani, un fil rouge che univa Oriente e Occidente . Il rinvenimento del celebre tesoretto dell’Artemision di Efeso nel 1904 ci consente di collocare la nascita della moneta intorno alla metà del VII secolo a.C.

I Giardini del Museo Archeologico di Napoli

Giardini, cortili e spazi aperti sono elementi vitali che sbocciano nelle nostre città dando respiro alla struttura a tratti serrata dell’edilizia storica e moderna, divenendo spazi di aggregazione comune. Lo stesso si può dire per i cortili che spesso si aprono nei palazzi storici e nei complessi monastici e conventuali, luoghi privati ma allo stesso tempo spazi in cui condividere momenti di vita comune; questo avviene al MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli) dove tre grandi spazi aperti impreziosiscono il museo, donando luce alle sale che vi si affacciano. Ma per capire bene questi luoghi è necessario parlare della loro evoluzione nel corso dei secoli, soprattutto in termini di utilizzo dello spazio. La principale funzione di questi spazi aperti, nell’epoca del loro maggior splendore, era l’esposizione di sculture che vede i suoi precedenti nella storia antica fino ad arrivare al mondo ellenistico-romano. A partire dal Cinquecento fu ripresa la consuetudine di esporre opere in marmo nei giardini di ville e complessi cittadini, in particolare a Roma con il Cortile del Belvedere, Palazzo Chigi (La Farnesina) ed i giardini vaticani, a Firenze con il giardino di Boboli e a seguire con il giardino del Museo Archeologico Nazionale di Firenze di chiara matrice ottocentesca.

La battaglia dei Campi Catalaunici

Lo scontro armato dei Campi Catalaunici (o Maurici), indicato pure come scontro armato di Chalons, ebbe luogo il 20 giugno del 451 d.C.1 in una estesa zona pianeggiante della Gallia non lontana dall’odierna cittadina di Châlons-en-Champagne. Nella battaglia i soldati del comandante romano Ezio, principalmente barbari ai quali si unirono i Visigoti (che avevano stipulato un’alleanza con il magister militum Ezio), ebbero la meglio sugli Unni capeggiati da Attila.

Il villaggio operaio di Deir El-Medina. L’organizzazione del lavoro

Nello scorso numero di MediterraneoAntico.it Magazine sono state tratteggiate le figure dei servi e delle serve: purtroppo però di questi personaggi pochi sono i documenti giunti sino a noi. Come abbiamo già avuto modo di vedere le liste dei lavoratori impiegati nella costruzione della tomba del sovrano comprendevano parecchi operai. Proseguendo in questo elenco troviamo ancora due categorie non facenti parte della squadra vera e propria: i guardiani della tomba ed i custodi della porta della tomba. Nelle liste di persone collegate alla squadra costoro erano nominati dopo gli “uomini della squadra” e, in due occasioni, precedevano le serve, come ad esempio nel papiro di Torino 109, 23. Nell’ostraka di Berlino, n° 7, sono addirittura indicati come “quelli che sono fuori”. Non godevano evidentemente di un elevato status sociale: sinora infatti non è stato ritrovato nessun monumento afferente a loro e nemmeno è possibile collegare qualcuna delle tombe riportate alla luce ad un qualsiasi custode. Nei documenti sin qui recuperati i custodi della porta sono indicati con varie grafie.

Perline di vetro per Nefertiti

Qualche tempo fa abbiamo parlato del ritrovamento di alcune perline di vetro blu di fabbricazione egizia in alcune sepolture scandinave (https://mediterraneoantico.it/articoli/egitto-vicino-oriente/perle-prodotte-dal-vetraio-di-tut-nelle-tombe-danesi-di-3400-anni-fa/). Ma da dove provenivano esattamente queste perle? Esami condotti su questi preziosi ornamenti esotici ricondurrebbero ad un laboratorio del vetro che aveva fornito perline per il corredo funerario del giovane Tutankhamon. Non conosciamo ancora l’ubicazione di questo laboratorio e sarebbe azzardato e poco corretto tirare conclusioni affrettate, ma è interessante notare che nell’autunno del 2014 è stato scoperto ad Amarna, l’antica Akhetaton, un nuovo laboratorio per la lavorazione del vetro e la produzione di perline.