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I Misteri di Khoiak

L’iscrizione qui presentata, relativa ai misteri di Osiri celebrati tra il 12 e il 30 del mese di Khoiak (8-26 dicembre), occupa tre delle pareti del cortile del piccolo tempio di Osiri edificato nell’angolo N-E (geografico, non rituale) della terrazza inferiore del tempio di Hathor a Dendera. Si compone di 159 colonne, così suddivise: parete Ovest: coll. 1-60; parete Sud: coll. 61-127; parete Est: coll. 128-159. Questa grande e celebre iscrizione è costituita in realtà da sette testi diversi, relativi a differenti questioni riguardanti, però, un soggetto comune; sono stati redatti in maniera indipendente gli uni dagli altri, da autori diversi, senza linea direttrice e definita in maniera assoluta. Ognuno porta un titolo particolare. Probabilmente si è preso tra la ricca collezione degli scritti relativi alle feste osiriche del mese di Khoiak quelli che si riteneva dessero un’idea d’insieme delle cerimonie e dei loro particolari riti e li si è assemblati, senza preoccuparsi di coordinarli; da qui le discordanze, le ripetizioni, le diseguaglianze di stile. Estremamente preziosa per il suo contenuto, l’iscrizione di Dendera non offre, tuttavia, che un’idea frammentaria di ciò che dovevano essere originariamente i rituali dei misteri di Osiri durante il mese di Khoiak.

Un risultato soddisfacente: Museo Egizio 1 – 0 Ignoranza/disonestà

Il Museo Egizio vince la causa civile contro Andrea Grippa, eurodeputato e vicesegretario della Lega, che dovrà versare quindici mila euro nelle casse del museo e far sparire dal web il video falso e diffamante. Leggo con piacere la notizia che oggi è stata riportata da diversi quotidiani, perché sancisce una vittoria che va oltre il semplice “avevo ragione io” e definisce definitivamente la differenza tra due modi di essere: uno piuttosto sciatto, ignorante e disonesto; l’altro corretto, colto e comunque – a prescindere – in buona fede.

I riti funebri nella Roma repubblicana

I riti funebri nella Roma repubblicana sembrano attingere dalla civiltà greca e da quella etrusca, di cui il mondo romano arcaico è stato, sia pure in parte, il portato. Dopo la morte, il defunto etrusco veniva esposto in casa e poi trasportato, da personale adibito allo scopo, al luogo del seppellimento, seguito da un corteo di amici e parenti. Al termine della cerimonia funebre, i parenti tenevano banchetti e facevano eseguire danze e giochi per enfatizzare i divertimenti di cui il defunto avrebbe goduto nell’ oltretomba.

Del Museo Egizio, di mago Merlino e maga Magò

In questo periodo, tra le tante cose che non si possono fare, c’è anche l’infiltrarsi al Museo Egizio. E allora voglio raccontarvi perché amo i musei, cosa penso di loro e come vorrei che fossero, cercando di mettere assieme dei pensieri non troppo rinfusamente.

Jaḫdun-Lim, re di Mari

Il regno di Jaḫdun-Lim ci è noto grazie a un’iscrizione ufficiale conservata su un grande disco di terra cotta e alle tavolette degli archivi di Mari. Il suo regno, di una ventina di anni, ebbe una fine tragica: egli morì, infatti, assassinato dai suoi servitori, per ragioni che non ci sono note. È tuttavia probabile che l’assassino fosse stato commesso su istigazione del re assiro Šamši-Addu I. Infatti, alla morte di Jaḫdun-Lim il regno di Mari passò sotto il controllo del monarca assiro, che vi installò il figlio Iasmaḫ-Addu come governatore. Questo “interregno assiro” durò una ventina di anni. Alla morte di Šamši-Addu I, infatti, Zimri-Lim, figlio di Jaḫdun-Lim, riuscì a riconquistare il “trono dei suoi padri” e a mantenersi al potere per più di trent’anni. È sotto il suo regno che Mari conobbe una grande prosperità, alla quale mise brutalmente fine la conquista di Hammurapi di Babilonia.

Ai piedi della Montagna Pura: la Missione Archeologica Italiana in Sudan...

L’area archeologica del Jebel Barkal, nel Sudan del nord, è patrimonio mondiale UNESCO dal 2003. Il sito prende nome dalla montagna (in arabo: jebel, جبل) che ne domina il paesaggio: un rilievo di arenaria, alto circa 80 metri, che si staglia su una piatta distesa desertica intervallata da arbusti. Poco lontano scorre il Nilo – in questa zona a ritroso, da nord-est a sud-ovest – e rende fertili le rive, consentendo il prosperare di una zona di coltivazioni di palme da dattero