Scoperto un laboratorio di ceramiche con il più antico tornio mai...
A Kom Ombo, nella regione di Assuan, scoperto un laboratorio destinato alla produzione di ceramica risalente a più di 4.000 anni fa; ad oggi è il più antico laboratorio mai individuato in Egitto. Al suo interno gli archeologi hanno trovato diversi vasi, stampi per l’argilla ed una ruota in calcare di un antico tornio da vasaio che risulta essere il reperto che ha suscitato maggior interesse.
Aperto il sarcofago di granito nero scoperto ad Alessandria
Come c’era da aspettarsi: tanto rumore per nulla! O quasi. E possiamo mettere la parola fine a tutte le voci che nel frattempo si erano rincorse sui vari media internazionali. E’ stato aperto ieri il sarcofago di granito nero scoperto recentemente ad Alessandria che ha fatto tanto parlare di se e che ha mobilitato l’interesse della stampa mondiale e la fantasia di molti. Non è di certo il primo sarcofago ad essere stato trovato sigillato ed intatto oltre al fatto che ne sono stati trovati anche di fattura e pregio superiori. E’ proprio per dare risposte a chi stava diffondendo teorie discutibili che il Ministero delle Antichità ha deciso di aprire in fretta il sarcofago che alcuni ritenevano addirittura fosse appartenuto ad Alessandro Magno.
Buon compleanno ad Alessandro Magno
Era il 20 o forse il 21 luglio del 356 a.C. quando a Pella veniva alla luce Alessandro III di Macedonia, figlio del re Filippo II, fondatore della potenza macedone.
“L’ORO DEI FARAONI – 2500 anni di oreficeria nell’antico Egitto” per...
E’ stata appena inaugurata a Montecarlo una grande esposizione con una tematica davvero molto accattivante e che eserciterà un grande fascino non solo tra gli amanti e gli appassionati della millenaria cultura egizia, ma catturerà senz’altro l’interesse della grande folla. L’ORO DEI FARAONI, questo il tema della mostra, vedrà ripercorre gli oltre 2500 anni di oreficeria nell’antico Egitto. Un vero e proprio tesoro in oro e pietre preziose composto da più di 150 capolavori proveniente dal Museo Egizio del Cairo accenderà lo sguardo dei visitatori fino al 9 settembre p.v. presso il Grimaldi Forum. Molti dei prestigiosi reperti esposti, scoperti nelle tombe reali e dell’élite della corte faraonica, non hanno mai lasciato l’Egitto finora.
A Saqqara scoperto un laboratorio per l’imbalsamazione e circa 35 mummie
Circa 35 mummie, 5 sarcofagi 4 dei quali ancora sigillati, oli per la mummificazione conservati in vasi che riportano inscritti i nomi delle sostanze ivi contenute, una maschera in argento dorato (la prima ad essere scoperta in una tomba privata dell’antico Egitto dal 1939) e molto altro è ciò che stato scoperto a sud della piramide di Unas, nella necropoli di Saqqara. La notizia della scoperta di oggetti per l’imbalsamazione e di un numero considerevole di mummie era già trapelata i giorni scorsi mettendo in fermento media e appassionati dell’antico Egitto, ma con la conferenza stampa internazionale rilasciata dal Ministero delle Antichità egiziano ora ne sono emersi i dettagli. Scopriamoli in questo nuovo articolo.
I DUE RACCONTI DEMOTICI DI SETNE-KHAMUAS
Khamuas “Colui che sorge in Tebe” era il quarto figlio di Ramesse II, il secondo avuto dalla regina Isinofre. Il
più noto dei figli del grande Faraone, non riuscì a succedere sul trono al longevo padre, ma seppe comunque
guadagnarsi gloria futura per la sua opera nel restauro degli antichi monumenti (si veda, per esempio,
l’iscrizione da lui lasciata sul rivestimento esterno della piramide di Unis).
Molti secoli dopo la sua morte, sotto il nome di Setne (derivato da corruzione del suo titolo sm, poi stm, portato
quale sommo sacerdote di Ptah a Menfi), Khamuas divenne il protagonista di due racconti demotici, noti come
Setne I (o Il libro magico di Naneferkaptah) e Setne II (o I prodigi di magia del piccolo Siosiri), conservatici
rispettivamente su un papiro del III secolo a.C., quindi di epoca tolemaica, proveniente da Tebe e ora conservato
al Museo del Cairo (n° 30646), e su un papiro del British Museum, del II secolo d.C., in epoca romana (D.C.
IV).
Al termine del lavoro filologico un'appendice di Andrea Rubiola arricchisce questo Speciale di MediterraneoAntico.