Immagine di copertina: brocca in ceramica dipinta in azzurro, ocra e blu, con il monogramma di Allah. Museo Fiorelli di Lucera.

Una Puglia tutta da (ri)scoprire

Il futuro ha bisogno di un presente che guardi al passato, sia prossimo che remoto, non solo per il piacere di immergersi in cose dal fascino antico, ma perché la ciclicità dell’esistenza umana ci offre un formidabile database di esperienze da cui poter attingere, arrivando preparati alle sfide che ci attendono.

Castelfiorentino. Veduta del Tavoliere dal sito dove Federico II morì nel 1250.
Ph. Paolo Bondielli

Non è ovviamente solo una questione economica, ma per quanto trovi fuorviante accostare la ricchezza storico archeologia del Bel Paese a quella che deriva dal petrolio – che pone il profitto come esclusiva unità di misura per valutare ogni cosa – è innegabile che un’attenta valorizzazione dei Beni Culturali e Paesaggistici vincolata dalle necessità di conservazione e di rispetto, possa avere un ruolo importante nel rilancio di un’intera regione, e non solo dal punto di vista occupazionale.

Unitamente a questa impostazione di lavoro serve comunicare ciò che si è fatto o si intende fare sfruttando anche e soprattutto le potenzialità del web, capace di raggiungere nelle sue varie declinazioni un numero elevato di persone in tempo reale.

La regione Puglia ha saputo cogliere questa opportunità e concorre da tempo ad organizzare dei press tour che coinvolgono giornalisti e blogger provenienti dai settori storico archeologico, turistico, naturalistico ed enogastronomico, con il preciso intento di far conoscere quelle aree non coinvolte dal turismo di stagione, che in questa splendida regione interessa in netta prevalenza le aree a ridosso del mare.

Orsara di Puglia

Il Comune di Orsara di Puglia, bandiera arancione del Touring Club Italiano e città slowfood, e quello di Foggia hanno proposto un press tour che ha saputo concentrare in modo efficace – e in soli cinque giorni – la ricca offerta di una Puglia tutta da (ri)scoprire.

“Alla scoperta della Capitanata Federiciana” è un percorso che si è snodato tra le sinuose strade pugliesi della Daunia, arterie talvolta impegnative ma indispensabili per arrivare capillarmente ovunque attraversando una natura generosa disseminata di borghi medievali. Ed è proprio “ovunque” che abbiamo incontrato veri e propri gioielli da ammirare e da raccontare, persone accoglienti e tante realtà edificanti, a partire dall’associazione Frequenze che ha ideato e gestito ben oltre la sola professionalità l’intero press tour.

Il “Paradiso” di Beppe Zullo a Orsara di Puglia.

Quartier generale e punto di riferimento per il gruppo di giornalisti e blogger è stato un luogo fortemente voluto da una persona di straordinario talento il cui motto è: “Simple food for intelligent people”. Beppe Zullo è uno chef di levatura mondiale che ha voluto reinvestire nella sua Puglia, e proprio ad Orsara di Puglia, l’esperienza personale vissuta e maturata in gran parte all’estero.

Carlo Petrini, fondatore di Slowfood, lo ha definito cuoco-contadino e credo che non potesse trovare un’immagine migliore per comunicare l’intera filiera della cucina di Beppe.

Il suo “Paradiso” infatti si estende per 18 ettari dei quali 3,5 coltivati a vigneto, 2 di bosco con alberi da frutto, funghi, erbe e piante medicinali e 2,2 ettari di rigogliosi giardini. Ci sono strutture per l’allevamento non intensivo di animali, un caseificio, cantine per i vini e la sede di una scuola internazionale di cucina, che per spiegare e trasmettere nei suoi piatti i sapori di Puglia, raccoglie la maggior parte degli ingredienti direttamente dalla terra circostante.

E da qui ogni mattina siamo partiti alla (ri)scoperta di una Puglia fuori stagione dagli splendidi colori invernali e totalmente immersa nel clima natalizio, non prima di aver consumato una colazione a Km zero, compresi spremuta d’arancia e yogurt prodotti in fattoria.

Castelpagano. Qui Federico II stabilì una guarnigione di Saraceni che formava la sua personale scorta.
Ph. Paolo Bondielli

La scacchiera multicolore del Tavoliere vista dall’alto di siti archeologici straordinari come Castelfiorentino o Castelpagano, luoghi strettamente legati a Federico II, lascia davvero senza fiato; ma anche l’incredibile labirinto di cantine sotterranee dell’azienda vinicola D’Araprì, nel centro storico di San Severo, narra una storia che affascina e ha dell’incredibile. All’originale cantina del Settecento si sono aggiunti nel corso degli anni nuovi spazi, con l’acquisizione delle cantine confinanti, tutte ipogee, che quando non erano immediatamente aldilà di un muro sono state raggiunte con dei tunnel scavati appositamente. E l’espansione continua per ospitare nuove montagne di bottiglie posizionate con sapienza antica, dove il tempo e i giusti ingredienti creano un prodotto artigianale di alta qualità, “spremuto” per intero dai vitigni dell’agro di San Severo, nel rispetto della tradizione champenoise.

Scorcio delle cantine dell’azienda vinicola D’Araprì di San Severo

Situata nel crocevia dei tratturi che erano a servizio della transumanza, poco distante da Cerignola, Torre Alemanna si annuncia da sola con i suoi circa 25 metri di altezza. Il nome già attestato nel Codice diplomatico barlettano del 1334, rimanda ai suoi fondatori, i Cavalieri Teutonici, che ricevettero in dono da Federico II degli appezzamenti di terra nei pressi di Corneto, un borgo situato a poca distanza dalla Torre.

Tra il XIV e il XV secolo Torre Alemanna era un centro ricchissimo, in grado di provvedere al sostentamento di altri centri d’importanza strategica e politica, come ad esempio San Leonardo abate in Lama Volara di Siponto, che oltre ad un monastero che risale al XII secolo, ospitava un ospedale per l’assistenza ai pellegrini che si recavano alla grotta dell’Arcangelo Michele in Monte Sant’Angelo. Ospedale che per altro è stato recuperato ed è tornato ad esercitare la sua funzione originale.

Torre Alemanna. Affreschi presenti all’interno della struttura.
Ph. Paolo Bondielli

La stratificazione di Torre Alemanna è straordinaria e i recenti lavori di restauro conservativo, con pannelli che ne raccontano le vicende, la valorizzano in ogni aspetto. I numerosi e significativi ritrovamenti ceramici, ritenuti peculiari di quest’area, sono stati raccolti in uno spazio espositivo dedicato che ne consente la piena fruizione, permettendo al visitatore di cogliere uno spaccato di vita quotidiana relativamente ai secoli XV e XVI di quell’insediamento.

E poi Lucera sempre accogliente, sapientemente vestita a festa, che non dimentica il suo ruolo di città antica e crea un percorso natalizio per bambini e adulti nell’ex convento del Santissimo Salvatore (che i lucerini chiamano di San Pasquale) che oltre alla Biblioteca Comunale ospita una mostra interessantissima su una selezione di “Cinquecentine” del fondo De Nicastri, “un insieme contestualmente eterogeneo ed omogeneo dell’editoria e della cultura europea del ‘500 che è venuto ad arricchire il patrimonio di sapienza di Lucera attraverso i mille rivoli della storia delle cose e degli uomini”.

Ex Convento di San Pasquale.
Ph. Paolo Bondielli

Il Convento di San Pasquale ospita anche una pinacoteca molto interessante che raccoglie opere di artisti locali e della Scuola di Posillipo, attivi nel secondo decennio dell’Ottocento a Napoli e dediti alla pittura del paesaggio. Non solo quindi un viaggio in quel fantastico, colorato e strepitante mondo fatto di folletti e personaggi di fantasia, ma anche l’occasione per i cittadini di riscoprire un luogo di cultura che gli appartiene e che il quotidiano correre ha pian piano allontanato dall’orizzonte degli interessi.

Pinacoteca presso l’ex convento di San Pasquale.
Ph. Paolo Bondielli

Di fianco all’ex convento è stato allestito da poco tempo uno spazio espositivo dedicato ai mosaici di San Giusto per i quali consiglio la lettura di questo articolo curato dall’archeologo lucerino Francesco Carbone per MediterraneoAntico: https://mediterraneoantico.it/articoli/i-mosaici-della-basilica-di-san-giusto-a-lucera/ .

Mentre ci si avvicina a Lucera lo sguardo viene immancabilmente catturato dalle imponenti mura della fortezza Svevo-Angioina con le sue 13 torri quadrate, 2 torri cilindriche, 7 contrafforti e 2 bastioni pentagonali, il cui perimetro quasi raggiunge il chilometro. Una quarantina d’anni prima della loro costruzione (iniziata nel 1269 da Carlo D’Angiò I) lo Stupor Mundi fece erigere su questo colle un suo palatium i cui imponenti resti sono ancora ben visibili, volutamente inglobato nel perimetro delle mura.

Fortezza Svevo Angioina. Da www.foggiatoday.it

Ed è con grande emozione che finalmente ho potuto sperimentare di persona la validità del progetto ARIO, basato sulla realtà aumentata applicata ai Beni Culturali, di cui abbiamo già parlato in un articolo scritto anche in questo caso da Francesco Carbone per MediterraneoAntico (https://mediterraneoantico.it/articoli/news/a-lucera-nasce-ario-la-realta-aumentata-al-servizio-dei-beni-culturali/).

Federico II di Svevia costituì il giustizierato della Capitanata nel 1233 e successivamente, in età aragonese, Lucera ne divenne il capoluogo. Nel XV secolo questo ruolo fu dato a San Severo che lo mantenne fino al 1579 per tornare di nuovo a Lucera. Nel 1806 durante la riforma amministrativa del Regno, il capoluogo fu fissato definitivamente a Foggia.

Cattedrale della Beata Vergine Maria Assunta in Cielo, Foggia. Particolare del Crocifisso di Pietro Fasa (1678-1711), probabilmente l’ultima opera dello scultore e predicatore milanese, la cui tomba si trova esattamente sotto il Crocifisso.
Ph. Paolo Bondielli

Ed è proprio qui che termina il press tour, in una Foggia vivace che ci accoglie con le sue numerose chiese e in particolare quella dedicata alla Beata Vergine Maria Assunta in Cielo, la Cattedrale, dov’è ancora visibile l’impianto duecentesco se pur parzialmente mascherato dai rifacimenti successivi eseguiti in un sobrio barocco. A Foggia Federico II fece costruire un sontuoso palazzo perché da lui considerata “reale e preferita sede imperiale”, che l’archeologia ha riconosciuto in evidenze archeologiche venute alla luce durante gli scavi condotti negli ipogei urbani, in particolare in quello di San Domenico.

Museo Civico di Foggia. La Tomba dei Cavalieri (metà del IV secolo a.C.) è visibile dall’alto mediante un percorso sopraelevato
Ph. Paolo Bondielli

A Palazzo Arpi, che prende il nome dalla più grande città della Daunia la cui “ampiezza delle mura” aveva colpito anche Strabone, hanno sede dal 1931 il Museo Civico e la Pinacoteca Comunale. Sul fianco del palazzo sono stati murati una lapide e l’archivolto del portale di ingresso del palazzo imperiale di Federico II di cui abbiamo già fatto cenno. All’interno sono custodite collezioni di grande interesse, da quella archeologica ed etnografica alla pinacoteca con le sue opere del XVII e XVIII secolo. Di grande importanza è la didattica che viene svolta all’interno del museo a cura dell’associazione utopikaMente Aps rivolta in modo particolare ai bambini, dove un team di persone qualificate ha dato vita ad una serie di attività che coinvolgono direttamente i piccoli visitatori, fino alla creazione di copie di artefatti e reperti presenti all’interno della collezione archeologica.

Ha completato questo bellissimo tour la possibilità di raggiungere un punto di vista davvero originale, come solo chi vola può avere. Purtroppo non sono riuscito ad effettuare il volo e quindi vi invito a seguire il link al blog di una viaggiatrice incallita, Greta Dealessi, anche lei tra i partecipanti al press tour e cara amica, che ce ne parla nel suo stile frizzante e divertente: https://www.thegretaescape.com/blog/volare-con-aeroclub-foggia-scuola-volo/

Forse qualcuno si chiederà come mai su MediterraneoAntico esce un articolo che parla di cibo, aziende agricole e vinicole con cantine sotterranee e voli aerei.

Il Tavoliere durante l’ora blu.
Ph. Paolo Bondielli

Il motivo è molto semplice. C’è un modo efficace per far funzionare le cose ed è quello di creare una sinergia direi quasi empatica tra cultura e territorio, l’intero territorio, comprese le eccellenze di settori apparentemente distanti tra loro. Un’area geografica che non possiede un elemento attrattivo di grande impatto, come statue in bronzo o una torre che pende, difficilmente rientrerà tra le mete dei viaggiatori se non vi è un’offerta in grado di integrare e sintetizzare in una sorta di standardizzazione comunicativa tutti gli attrattori turistico culturali presenti nel territorio. E’ già difficile quando statue bronzee e torri pendenti ci sono!

E c’è bisogno di attori protagonisti, che credano nelle potenzialità della loro regione e nell’efficacia del fare comune. Durante questo press tour ne abbiamo conosciuti alcuni e in particolare il capofila di questo progetto, il comune di Orsara di Puglia e l’Associazione Frequenze. In entrambi in casi ho visto non tanto l’entusiasmo, che se lasciato solo si scatena e prende forza con la stessa velocità con cui poi si disperde, ma competenze e impegno, rigore e volontà.

Ritrovarsi a cena con due assessori e scoprire che sommando la loro età non si arriva alla mia, oltre che sorridere, mi fa ben sperare!

Più avanti pubblicheremo articoli squisitamente archeologici sui luoghi che ho citato, scritti anche dagli archeologi che hanno partecipato all’organizzazione di questo press tour, che ospiteremo con piacere su MediterraneoAntico per farci raccontare la storia della loro Apulia Felix…che in fondo è anche nostra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Paolo Bondielli

Storico, studioso della Civiltà Egizia e del Vicino Oriente Antico da molti anni. Durante le sue ricerche ha realizzato una notevole biblioteca personale, che ha messo a disposizione di appassionati, studiosi e studenti. E’ autore e coautore di saggi storici e per Ananke ha pubblicato “Tutankhamon. Immagini e Testi dall’Ultima Dimora”; “La Stele di Rosetta e il Decreto di Menfi”; “Ramesse II e gli Hittiti. La Battaglia di Qadesh, il Trattato di pace e i matrimoni interdinastici”.

E’ socio fondatore e membro del Consiglio di Amministrazione dell’Associazione Egittologia.net. Ha ideato e dirige in qualità di Direttore Editoriale, il magazine online “MA – MediterraneoAntico”, che raccoglie articoli sull’antico Egitto e sull’archeologia del Mediterraneo. Ha ideato e dirige un progetto che prevede la pubblicazione integrale di alcuni templi dell’antico Egitto. Attualmente, dopo aver effettuato rilevazioni in loco, sta lavorando a una pubblicazione relativa Tempio di Dendera.

E’ membro effettivo del “Min Project”, lo scavo della Missione Archeologica Canario-Toscana presso la Valle dei Nobili a Sheik abd el-Gurna, West Bank, Luxor. Compie regolarmente viaggi in Egitto, sia per svolgere ricerche personali, sia per accompagnare gruppi di persone interessate a tour archeologici, che prevedono la visita di siti di grande interesse storico, ma generalmente trascurati dai grandi tour operator. Svolge regolarmente attività di divulgazione presso circoli culturali e scuole di ogni ordine e grado, proponendo conferenze arricchite da un corposo materiale fotografico, frutto di un’intensa attività di fotografo che si è svolta in Egitto e presso i maggiori musei d’Europa.

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