Il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara rappresenta un’interessante struttura di promozione del patrimonio culturale territoriale, in quanto non si limita alla mera esposizione dei reperti in presenza, ma ne consente la visione anche a chi non può avere il privilegio di osservarli direttamente.
Infatti sul sito 3D Virtual Museum, primo museo italiano in 3D, è possibile ammirare reperti antichi dal proprio computer, tablet o smartphone attraverso una visione a 360 gradi. In tale piattaforma è possibile ottenere un contatto dinamico ed interattivo con sedici resti della civiltà etrusca custoditi a Ferrara, una selezione dei molteplici oggetti rinvenuti nella regione Emilia-Romagna presso il sito di Spina, sviluppatosi tra il VI ed il III secolo a.C. e connesso culturalmente alla Grecia. Lì furono reperiti materiali di provenienza ateniese ed attica, presso l’abitato e la vasta necropoli. Tra di essi emergono statue votive, maschere funerarie e crateri, grandi vasi di origine greca con decorazioni raffiguranti scene mitologiche.
Esemplari ben conservati, dei quali è gratuitamente visibile non soltanto il modello tridimensionale ma anche la didascalia virtuale con i dati storici ed archeologici, unitamente ad un’apposita applicazione di realtà aumentata. Un modo di dare visibilità ai musei raramente adoperato, ma essenziale per adeguarsi ai tempi attuali ed ampliare il bacino di utenza.
Il progetto mira ad incrementare le opportunità di conoscenza, non tentando dunque di sostituire la visita museale poiché mostra solo una minima parte della collezione. Infatti la porzione restante delle opere è visitabile solo al museo archeologico posto al piano nobile del cinquecentesco Palazzo Costabili, il quale prevede anche un percorso multisensoriale ed un salone che mostra il territorio nei vari periodi storici mediante delle carte geografiche. Vi è una sala adibita per la descrizione dei culti e delle mitologie, un’altra che illustra i popoli e le scritture, nonché un’ulteriore sala preposta alla ricerca di eventuali approfondimenti.
Caratteristiche urbanistiche, architettoniche, sociali e culturali vengono ricostruite da sinfonie tipiche dell’area mediterranea, biblioteche virtuali ed immagini scorrevoli alle pareti relative alle decorazioni vascolari: esse rappresentano solo alcune tra le molteplici offerte tecnologiche fruibili insieme alle meraviglie antiche tra cui emergono corredi tombali del V-VI secolo a.C.. Si tratta di gioielli aurei, argentei e vitrei simili a quelli magno-greci, ad esempio diademi in oro sovente accostato all’ambra, tradizionalmente ritenuta terapeutica, per indicare il potere e la regalità delle donne della pianura padana. Vi sono preziosi manufatti di artigiani locali, quali le ceramiche alto adriatiche, ma anche oggetti d’uso quotidiano come ciotole, recipienti per l’olio, dadi ossei e lapidei; infine vanno menzionati candelabri, cimase, tripodi e sostegni di manifattura etrusca. Simili scoperte, conseguenti agli scavi compiuti tra gli anni Sessanta e Ottanta, sono state ulteriormente arricchite dalle ricerche successive al 2007.
Durante la visita in presenza i fruitori vengono originalmente coinvolti in un’esperienza immersiva con una visione tridimensionale offerta da specifici visori di realtà virtuale. La realizzazione di sistemi di modellazione, rilievo e stampa tridimensionale ha altresì consentito ai non vedenti e agli ipovedenti un idoneo percorso tattile, per percepire liberamente alcuni reperti originali servendosi di guide audio ed in braille, nonché del supporto di elementi testuali ed iconici a rilievo.
Il progetto di virtualizzazione del museo di Ferrara è finalizzato a promuovere le opere e a svincolare il sapere dalla visione necessariamente diretta. Ciò è stato reso possibile dalla collaborazione tra La Girobussola Onlus ed il 3D Archeolab di Parma che ne ha curato la realizzazione, a seguito del finanziamento da parte del Comune di Bologna. In tal modo il museo, sorto nel 1935 successivamente al ritrovamento della necropoli di Valle Trebbia nel 1922, ha subìto un processo di evoluzione che lo ha reso sempre più completo ed usufruibile.
Attualmente sulla piattaforma che ne consente la visione sono disponibili oltre quattrocento opere tridimensionali provenienti da ben trentasette musei, auspicando un futuro incremento di collezioni dislocate in tutto il territorio italiano. Dunque le tecnologie si configurano come uno strumento valorizzante che si integra con le consone modalità di promozione culturale, costituendo un ausilio didattico per gli insegnanti ed un dispositivo di ricerca per gli allievi. Sarebbe opportuno che un numero sempre maggiore di realtà museali comprendesse il valore aggiunto che tale scelta implica, emulando il museo ferrarese per apportare innovative occasioni di studio ad un pubblico svincolato da ogni limite spazio-temporale.
Info: http://www.3d-virtualmuseum.it/on-line-il-museo-3d-del-museo-archeologico-di-ferrara