Winckelmann e i Musei Capitolini: mostra dedicata al fondatore dell’archeologia moderna

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In occasione degli anniversari di nascita e di morte del noto archeologo, storico dell’arte e bibliotecario tedesco Johann Joachim Winckelmann (9 dicembre 1717 – 8 giugno 1768), è stata ideata una mostra a lui dedicata: “Il Tesoro di Antichità. Winckelmann e il Museo Capitolino nella Roma del Settecento”, visitabile dal 7 dicembre 2017 al 22 aprile 2018.

Hubert Robert, Piazza Del Campidoglio, 1762, Collection Musée De Valence, Art Et Archéologie, Inv. D 64 Foto © Musée De Valence, Photo Philippe Petiot

Curata da Eloisa Dodero e da Claudio Parisi Presicce, la mostra comprende centoventiquattro opere e si sviluppa in tre diverse sedi, ossia le Sale Espositive nel Palazzo Caffarelli, le Sale e le Stanze Terrene di Sinistra poste nel Palazzo Nuovo. Il fine è quello di promuovere la conoscenza della storia che ha condotto alla fondazione del Museo Capitolino nel 1733 e le originali intuizioni winckelmanniane sulle opere lì custodite.

Illustre esperto di arte antica, precorritore dell’estetica neoclassica, commissario delle Antichità di Roma, erudita accademico acclamato a livello europeo, ebbe un destino alquanto inatteso per una persona di umili origini qual era. Recatosi a Roma in seguito ad una borsa di studio, ne rimase affascinato ritenendo altresì che il Campidoglio ospitasse il Tesoro delle antichità romane. È la città in cui poté esaminare capolavori storici, studiare nella vasta biblioteca del cardinale Passionei e scovare un  nuovo metodo di restauro fondato sull’esame delle sculture e delle fonti letterarie. A suo avviso presso il Museo Capitolino, primo museo europeo pubblico, era possibile coltivare una relazione diretta e continua con l’Antico.

Lì ebbe la possibilità di analizzare le collezioni di antichità romane prima delle spoliazioni che avverranno alla fine del XVIII secolo, formulando i contenuti principali del Neoclassicismo del tardo Settecento e teorizzando quella che diverrà l’archeologia moderna: un metodo di valutazione cronologica e stilistica facente uso dell’osservazione diretta dei reperti e di un’oculata lettura delle fonti letterarie.

F.G. Doell, Winckelmann ©Zeno Colantoni. F.G. Doell, Winckelmann, 1782, Musei Capitolini, Protomoteca Inv. Pro 47 Foto Di Zeno Colantoni

Goethe ne sostenne l’importanza, testimoniando l’impatto clamoroso del suo pensiero ed in particolare della sua opera “Storia dell’Arte nell’Antichità” (1764), pietra miliare che diverrà il testo di riferimento per qualsiasi ricerca storico-artistica. Milletrecento opere descritte per esporre lo stile di ciascuna epoca, dall’origine dell’arte nell’antico Egitto alla declino successivo alla fine dell’impero romano, ponendo enfasi sulla superiorità dell’arte greca.

Quatrèmere de Quincy, critico d’arte, lo riteneva il primo ad aver congiunto la storia ad i monumenti attraverso la classificazione delle epoche e la comparazione delle opere, individuando caratteristiche certe ed ideando un metodo che ha corretto i presupposti erronei precedenti. Benché attualmente molte sue formulazioni siano state superate, permane a lui il merito di aver dato un’impostazione scientifica all’analisi della storia dell’arte.

I confini temporali della mostra non sono casuali, poiché la fase iniziale coincide con i trecento anni dalla nascita dello studioso ed il termine nel 2018 con i duecentocinquanta anni dalla sua precoce morte, inserendosi nell’ambito di una serie di eventi organizzati in Europa dalla Winckelmann Gesellschaft di Stendal, dai Musei Vaticani e dall’Istituto Archeologico Germanico di Roma.

Musei Capitolini, Palazzo Nuovo, Veduta Dell’Atrio Foto Di Zeno Colantoni

Ovviamente anche la scelta della sede è motivata dalla relazione con lo studioso, inoltre il Campidoglio ha storicamente assunto un ruolo importante, sia in qualità di centro religioso nell’antica Roma che in quanto sede del governo della città in epoca medioevale. Nel corso del XVIII secolo costituiva il centro vitale di Roma, ove avvenivano grandiose celebrazioni, premiazioni, feste secolari e religiose: in tale contesto nel 1735 viene aperto al pubblico il Museo del Palazzo Nuovo, fulcro culturale dell’attenzione di viaggiatori e di artisti.

La sede centrale della mostra è rappresentata dalle Sale Caffarelli ospitanti opere (volumi, disegni, dipinti, documenti originali, statue antiche e moderne) narranti l’origine del Museo Capitolino: dal portico della Roma Cesi allestito nel cortile di Palazzo dei Conservatori all’acquisto di circa quattrocento statue della collezione Albani da parte di Clemente XII nel 1733, evento che portò alla fondazione del museo, sino all’elaborazione del primo catalogo illustrato delle opere capitoline (1741-1755). Presso Palazzo Caffarelli sono altresì esposti tre tondi che decoravano la nuova sede dell’Istituto Archeologico Germanico, progettato da Laspeyres ed edificato tra il 1873 ed il 1877. L’esterno era ornato da medaglioni ritraenti celebri archeologi correlati all’istituto e dai tondi posti sulla merlatura che presentavano incisioni con i nomi dei personaggi: tutti raffigurati di profilo, rivolti verso l’immagine centrale di Winckelmann ritratto frontalmente. Al termine della prima guerra mondiale il Patronato Artistico Nazionale occupò alcuni settori dell’edificio: probabilmente durante tale periodo, seguente al 1922, furono deposti tre dei cinque tondi per creare delle finestre. I tondi si sono mantenuti nel tempo, giungendo integri sino a noi, nei depositi dei Musei Capitolini che li custodiscono.

Tripode In Marmo, Età Adrianea, Paris, Musée Du Louvre, Inv. MA 990 Foto © Musée Du Louvre, Dist. RMN Grand Palais Image Musée Du Louvre

Le Stanze Terrene di Sinistra di Palazzo Nuovo sono state nuovamente aperte al pubblico e reinserite nel percorso museale, fornendo un’immersione nell’età settecentesca e mostrandone i mutamenti principali avvenuti ai tempi del soggiorno winckelmanniano a Roma, mediante ricostruzioni tridimensionali finalizzate a ricreare gli antichi allestimenti di statue ormai celate nei depositi capitolini e in quelli della Centrale Montemartini. L’atmosfera settecentesca sarà ricostruita anche mediante i coevi disegni a sanguigna di Hubert Robert, ritraenti Piazza del Campidoglio ed i palazzi capitolini, nonché i ritratti dei papi e dei personaggi storici che hanno contribuito alla rilevanza del Museo Capitolino. La collezione permanente di Palazzo Nuovo offre la visione di trenta opere scultoree interpretate dallo studioso tedesco, affinché si colga l’influsso rivoluzionario che ebbe sulla spiegazione stilistica di simili meraviglie artistiche. L’esposizione si conclude con la ricostruzione dei luoghi romani ove risiedette, gli spazi e le persone che frequentò, rievocati attraverso le tecnologie della realtà virtuale. In tale contesto vengono approfondite determinate fasi dell’evoluzione della Storia dell’arte selezionando opere capitoline e mostrando delle riprese di Villa Albani Torlonia.

Antiche statue, come quelle un tempo presenti a Palazzo Albani ed ora poste presso Staatliche Kunstsammlungen di Dresda, fanno ritorno nella capitale riunendosi con opere della medesima collezione dopo ben trecento anni. È il caso del magnifico tripode marmoreo di Villa d’Este, anticamente posto dinnanzi alla statua di Atena nell’atrio di Palazzo Nuovo, che dal Louvre torna ai Musei Capitolini per ricreare il dialogo originario tra le due sculture.

Un ricco percorso espositivo atto ad incrementare conoscenza storica e consapevolezza culturale. Winckelmann mutò totalmente le modalità di analisi delle opere artistiche ponendo le basi dell’archeologia moderna, parallelamente alla diffusione di un ideale museale pubblico che dal Museo Capitolino si espanse in tutto il territorio europeo: sorse un modo innovativo ed ugualitario di fruire i beni culturali, non più ritenuti un privilegio di pochi, bensì strumenti per l’evoluzione culturale e lo sviluppo sociale.

Orario di apertura: tutti i giorni dalle 9:30 alle 19:30. Chiuso il 25 dicembre e l’1 gennaio.

Biglietto Mostra + Museo: intero € 15, ridotto € 13, gratuito per bambini di età inferiore ai 6 anni, gratuito la prima domenica di ogni mese per i residenti a Roma e nell’area della Città Metropolitana.

Info: Tel. 060608 (tutti i giorni dalle 9:00 alle 21:00) http://www.museicapitolini.org/ http://www.museiincomune.it/

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Cristina Trimarchi

Laurea magistrale in Teorie e tecnologie della comunicazione e laurea triennale in Scienze della comunicazione, ambedue con votazione 110/110 e lode presso l’Università degli studi di Messina. Attualmente frequenta il master in Comunicazione estetica e museale presso l’Università degli studi di Roma Tor Vergata. È altresì iscritta ai corsi di pittura e scultura presso l’Accademia di belle arti di Reggio Calabria. Ha seguito il MOOC “Modern Art & Ideas” promosso dal Museum of Modern Art di New York. Ha frequentato l’Horcynus Summer School 2016 in “Conservazione e restauro delle opere d’arte contemporanee” organizzato dalla Scuola Euro-Mediterranea di Economia etica, di bellezza e di pace in collaborazione con l’Università degli studi di Messina e l’Università Mediterranea di Reggio Calabria.Attestato di merito da parte dell’Università degli studi di Messina giorno 25/07/2007. Ha altresì frequentato il corso di ceramica “La ceramica nella preistoria. Il suo ruolo nell’antichità e la produzione dei giorni nostri” presso l’istituto magistrale statale Emilio Ainis. Da sempre affascinata dalle tematiche artistiche, ha deciso di studiarle dal punto di vista teorico e pratico.

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