Una delle grandi domande dell’egittologia, per quanto concerne l’ambito storico-religioso, è la seguente: ci furono, in epoca faraonica, iniziazioni misteriche?

Con il concetto di “iniziazione” (dal latino initium) ci si riferisce a un rito di passaggio che prevede una morte simbolica finalizzata alla rinascita dell’iniziato come uomo di conoscenza. Tale conoscenza è di matrice esoterica, cioè caratterizzata da un bagaglio di sapere segreto che garantirà all’iniziato l’accesso all’immortalità. L’iniziazione, infatti, consente di vincere la morte e acquisire il diritto di accesso all’aldilà già durante la vita terrena [1]. In definitiva, quindi, per utilizzare le parole di Walter Burkert, essa rappresenta un mutamento rituale della condizione sociale e della forma mentis dell’iniziato ottenuto attraverso l’esperienza del sacro [2].

La favola dell’asino in un mosaico bizantino.
Crediti: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Byzantinischer_Mosaizist_des_5._Jahrhunderts_002.jpg

Nel romanzo “Le Metamorfosi” (conosciuto anche come “L’asino d’oro”), Apuleio ci consegna una dettagliata testimonianza delle iniziazioni isiache che si svolgevano nel II secolo d.C., epoca di profondo sincretismo religioso e culturale. La storia è quella di Lucio, un giovane ingenuo e curioso che, per affari, si trova a viaggiare in Tessaglia, la terra delle streghe e della magia. Qui, a causa della brama di acquisire conoscenze magiche (curiositas) e del conseguente peccato di tracotanza (hỳbris), viene trasformato in un asino, animale strettamente legato a Seth e alle sue sfere di influenza. Per riacquistare forma umana, Lucio dovrà mangiare una corona di rose, simbolo isiaco per eccellenza. Dopo varie peripezie, e con il fondamentale aiuto di Iside in persona, Lucio riuscirà nel suo intento e sarà quindi iniziato ai misteri della dea.

Mentre, come abbiamo visto, possediamo ricche testimonianze di iniziazioni egizie (o, per meglio dire, di matrice egizia) in epoca greco-romana, non è possibile affermare con certezza che esse furono presenti anche in epoca faraonica.

Oggi l’egittologia sembra aver accantonato definitivamente il problema, ma in passato sono stati in molti a dimostrare l’alta probabilità della loro esistenza. Il famoso mito di Osiride, in particolare, sembra parlarci proprio di questo.

Letto funerario di Osiride. Osiride sul suo letto funerario con inscritto il nome del re Djedkheperew. Medio Regno, XIII dinastia, regno di Djerkheperew (1772-1770 a.C. circa). realizzato in basalto nero, fu trovato ad Abydos nella tomba del re Djer, della I dinastia. Oggi è custodito presso il Museo del Cairo.

La storia è nota: dopo essere stato ucciso da Seth, Osiride torna senziente grazie all’intervento di Iside. Utilizzo il termine “senziente” perché sarebbe scorretto parlare, come spesso si legge, di una resurrezione osiriaca. Osiride non farà mai ritorno dall’oltretomba. Egli, infatti, rappresenta l’archetipo mitico del defunto “giustificato”, di colui che prosegue il suo viaggio ultraterreno e che è quindi qualitativamente differente dai vivi. Tuttavia – e questo è ciò che ci interessa – Osiride incarna anche l’archetipo dell’iniziando, cioè di colui che sacrifica se stesso per ottenere l’immortalità. In altre parole, Osiride non può tornare tra i vivi perché si trova eternamente nella fase di margine del rito iniziatico. Di conseguenza, da questo punto di vista, il dio solare Horus, concepito dal corpo di-nuovo-senziente di Osiride, può essere interpretato come l’archetipo di colui che è nato a nuova vita. Per chiarire meglio il concetto, utilizziamo uno schema esemplificativo:

Fase di separazione Fase di margine Fase di aggregazione
 

Osiride è ucciso da Seth

 

 

 

Osiride torna senziente grazie alla magia di Iside

 

 

 

Horus viene concepito dal corpo di-nuovo-senziente di Osiride

 

 

L’iniziando affronta una morte simbolica L’iniziando acquista la conoscenza esoterica necessaria alla conquista dell’immortalità L’iniziando diventa iniziato e nasce a nuova vita

Il problema, ad ogni modo, resta irrisolto. Allo stato attuale, infatti, non possediamo alcuna testimonianza certa che confermi l’effettiva esistenza di iniziazioni misteriche in epoca faraonica (anche se il numero di testi interpretati in tal senso è quantomeno significativo). E tuttavia, alla luce dell’analisi sopra indicata, possiamo concludere che esse furono presenti almeno per quanto concerne l’ambito archetipico e antropologico della storia delle idee. Come ha dimostrato l’egittologo Erik Hornung, infatti, esiste una storia parallela che lega l’Egitto degli Iniziati ai grandi filoni dell’esoterismo occidentale, il quale affonda le proprie radici proprio in quell’immaginario segreto che conduce ai sacri misteri di Iside e Osiride [3].

In conclusione, non sempre la scarsità delle testimonianze archeologiche (soprattutto quando si parla dei segreti iniziatici) si mostra risolutiva per affrontare correttamente un problema storico che potremmo ragionevolmente definire ancestrale e archetipico. Allo stesso tempo, uno sguardo olistico di matrice antropologica e storico-religiosa, potrebbe gettare nuova luce su zone che fin troppo spesso vengono considerate immerse nell’ombra del tempo senza possibilità alcuna di essere finalmente rischiarate.

Bibliografia essenziale

 Apuleio, Le Metamorfosi o l’Asino d’oro (a cura di Alessandro Fo), Einaudi, Torino 2010

Bonnet C. & Sanzi E. (a cura), Roma, la città degli dèi. La capitale dell’Impero come laboratorio religioso, Carrocci, Roma 2021

Brelich A., Introduzione alla storia delle religioni, Edizioni dell’ateneo, Roma 2006

Burkert W., Antichi culti misterici, Laterza, Roma-Bari 1989 (ed. or. Ancient mystery cults)

 De Rachewiltz B., Egitto magico-religioso, Edizioni della Terra di Mezzo, Milano 2008

Guilmot M., Iniziati e riti iniziatici nell’antico Egitto. Silenzio, sapere, potere, Edizioni Mediterranee, Roma 1999 (ed. or. Les initiés et les rites initiatques en Egypte ancienne)

Hornung E., Gli dèi dell’Antico Egitto, Salerno, Roma 1992 (ed. or. Der Eine und die Vielen).

Hornung E., Egitto esoterico. La sapienza segreta degli Egizi e il suo influsso sull’Occidente, Lindau, Torino 2006 (ed. or. Das esoterische Agypten).

Le Corsu F., Iside. La Grande Madre. I miti e i misteri dall’Egitto faraonico al mondo greco-romano, Edizioni Ester, Torino 2021 (ed. or. Isis, mythe et mystères)

Meeks D. & Favard-Meeks C., La vita quotidiana deli egizi e dei loro dèi, Fabbri, Milano 1998 (ed. or. La vie quotidienne des dieux Égyptiens)

Van Gennep A., I riti di passaggio, Bollati Boringhieri, Torino 2012 (ed. or. Les rites de passage)

Xella P. (a cura), Quando un dio muore. Morti e assenze divine nelle antiche tradizioni mediterranee, Essedue Edizioni, Verona 2001

 

NOTE:

[1] De Rachewiltz B., Egitto magico-religioso, Edizioni della Terra di Mezzo, Milano 2008

[2] Burkert W., Antichi culti misterici, Laterza, Roma-Bari 1989 (ed. or. Ancient mystery cults)

[3] Hornung E., Egitto esoterico. La sapienza segreta degli Egizi e il suo influsso sull’Occidente, Lindau, Torino 2006

 

 

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