Il villaggio operaio di Deir el-Medina
L’organizzazione del lavoro: gli scribi della tomba.
Nello scorso studio sono state tratteggiate le figure dei guardiani della tomba e dei custodi della porta della tomba, utilizzando la grande mole di documenti concernenti queste categorie di lavoratori. Cercheremo adesso di analizzare le funzioni e l’operato di una delle figure più importanti della comunità operaia: lo scriba della tomba. Nell’antico Egitto la percentuale di scolarizzazione era molto bassa: presso la comunità di Deir el-Medina, nella quale erano presenti figure con un alto livello di specializzazione, raggiunse in età ramesside all’incirca il 7%. Era ovviamente presente una vera e propria scuola nella quale gli allievi studiavano ed imparavano a leggere e scrivere: c’è un famoso detto egiziano che pone l’orecchio dello studente sulla schiena! La comunità del villaggio era però una eccezionalità per la società egizia dell’epoca ed, all’infuori di Pa demi, la percentuale di alfabetizzazione nel Nuovo Regno si può attestare sul 3-4% per poi regredire nell’epoca Tarda. Proprio grazie al saper leggere e scrivere lo scriba ricopriva un ruolo molto importante nell’amministrazione della tomba e nell’amministrazione in generale: era strettamente in contatto con le più alte autorità e controllato direttamente dal visir in persona. Gli stessi egizi attribuirono in generale un ruolo di preminenza a questa professione tanto da esserci attestazioni statuarie e parietali di personaggi raffigurati come scribi, pur non esercitando effettivamente questo mestiere, nell’atto di leggere o di redigere un documento. Emblematico in tal senso quanto si legge nel testo letterario “La Satira dei mestieri”, nel quale la figura dello scriba è particolarmente elogiata. Uno dei compiti dello scriba della tomba era quello di controllare che tutti gli operai fossero presenti annotando le assenze, con le relative motivazioni, su ostraka e su fogli di papiro. Una copia di queste annotazioni era poi inviata all’ufficio del visir. Nel museo egizio di Torino sono presenti alcuni di questi papiri che sono noti come “Giornale della Necropoli”. Il numero degli scribi presenti nella squadra secondo il Cerny è di due, uno per la parte destra ed uno per la parte sinistra con, nell’ottavo anno di regno di Ramesse XI, la presenza di ben quattro scribi della tomba, essendocene anche uno per ogni lato di servi aggregati alla squadra1. In disaccordo con il Cerny è l’egittologa Valbelle che ritiene invece che ci sia stato solo uno scriba della Tomba per entrambe le squadre fino all’epoca di Ramesse XI, per poi diventare due da tale periodo in poi. A generare questa visione differente è una questione di nomenclatura con la presenza di altri scribi con diverse funzioni, ma pur sempre denominati sS. Ormai è ampiamente accettato dalla maggior parte degli studiosi che per gran parte della storia di Dei el-Medina ci sia stato presente solo uno scriba: ci viene in soccorso in tal senso, ad esempio, l’ostrakon Berlino P 12654 nel quale si legge pA sS al singolare. Grazie ai numerosi documenti ritrovati siamo a conoscenza dei nomi di un notevole numero di scribi: solo alcuni però presentano il titolo: “scriba della tomba” in ieratico o “scriba nella Sede della Verità” nelle iscrizioni geroglifiche. Quelli che non sono citati con il relativo titolo è molto probabile provenissero da altre amministrazioni, venendo solo sporadicamente a contatto con la squadra. In alcuni documenti lo scriba è indicato con il semplice titolo sS, in altri si legge sS-qdwt.
1 Papiro Torino, Cat. 2018 (anno 8 di Ramesse XI). (^)
Così come i capisquadra, che vedremo nel prosieguo dello studio, si accettava tacitamente l’ereditarietà della carica anche per gli scribi, sebbene tale consuetudine non fosse seguita alla lettera. Infatti, se dallo studio dei documenti si è riscontrata la presenza di una famiglia con ben sei generazioni di scribi (Amennakhe, Harshire, Khaemhedje, Dhutmose, Butehamun e Ankkefenamun), siamo anche a conoscenza di almeno tre casi di scribi il cui papà non era scriba, con due di essi non appartenenti al villaggio. Oltre ad annotare le assenze degli operai e dei capisquadra con le relative motivazioni, a loro spettava il compito di registrare tutto ciò che avveniva nel cantiere della tomba. Nel corso degli scioperi dell’anno 29 di Ramesse III gli scribi ad esempio, oltre a descrivere dettagliatamente gli episodi, tentarono in qualche modo di risolvere la questione, proprio come avviene oggi con i nostri moderni sindacalisti. Assieme ai capisquadra che, sebbene gerarchicamente superiori, si possono considerare a loro paritetici, sovrintendevano giornalmente alla distribuzione agli operai degli attrezzi da lavoro, la cui conservazione nei magazzini, siti poco a settentrione del villaggio, era considerata responsabilità precipua degli scribi tanto che costoro spesso si assegnavano il pomposo titolo di “Supervisore del Tesoro nella Sede della Verità”. Inoltre vigilavano sulla corretta distribuzione dei salari, corrisposti in natura come razioni di pane e di orzo per produrre la birra. In momenti di crisi, che sfoceranno nella serie di scioperi che analizzeremo in una prossima uscita, infine si preoccupavano dell’approvvigionamento dei salari, come si può leggere ad esempio nel papiro di Torino, cat. 1895. Facevano parte del tribunale della corporazione artigiana e, per i casi più semplici come ad esempio la divisione di una proprietà tra eredi, erano subito in grado di risolvere la questione. Avendo un alto grado di istruzione redigevano, probabilmente dietro compenso, lettere o documenti di vario tipo (dispute, eredità oppure iscrizioni di testi sui corredi funerari) per gli abitanti del villaggio. Inoltre, essendo personaggi di alto rango presenziavano al tribunale del villaggio, erano testimoni di giuramenti ed interpretavano gli oracoli di Amenhotep I nelle processioni all’interno del villaggio, redigendo in forma scritta le domande poste ai piedi della statua del sovrano deificato. Sebbene tanti siano i documenti recanti nominativi di scribi, con alcune decine di nomi al momento ritrovati, le notizie loro riguardanti sono per quasi tutti abbastanza scarne.
Di seguito un elenco degli scribi conosciuti con alcune brevi note biografiche.
iw f n Imn. Iuefimen. Il suo nome si trova nel Papiro Torino, catalogo 2018 A: fu scriba del lato sinistro dei servi della Tomba negli anni 8 e 9 di Ramesse XI. Dal Papiro Torino cat. 2075 sappiamo che nell’anno 19, presumibilmente di Ramesse IX, ricevette del pesce da tre pescatori del lato sinistro della tomba. Inoltre è menzionato in una lettera, databile al regno di Ramesse XI, nella quale riceve l’ordine di andare con un guardiano della porta a cercare di convincere un pescatore recalcitrante a portare del grano per i lavoratori.
iw f n xnsw. Iuefenkhons (?)2. Indicato unicamente nel Papiro Torino cat. 2021, assieme allo scriba Dhutmose, come testimone di un matrimonio nella tarda XX Dinastia. Di lui non abbiamo altre notizie.
Imn m ipt, Amenemope. Scriba attivo negli anni 35 e 37 di Ramesse II. Lo troviamo anche con il titolo di “Scriba nella Sede della Verità” ed è proprietario della tomba TT215 a Deir el-Medina dove è indicato anche con il titolo di “Capo della squadra nel Luogo dell’Eternità”. Inoltre a lui appartengono alcuni altri monumenti: un architrave (Torino 1516), tre stipiti di porta (Torino suppl. 9508, Torino 1517 ed uno proveniente dagli scavi del Bruyere), una tavola d’offerta proveniente dagli stessi scavi, un gruppo statuario (Berlino 6910), un rilievo (Cairo J. 43591), un graffito proveniente dalla Valle dei Re, ora al Metropolitan di New York e, forse, la stele Torino 6137 dove è indicato come “Scriba Reale nella grande sede”. Questo è uno degli scribi del quale, grazie al ritrovamento della Tomba, conosciamo l’albero genealogico: Amenemope fu figlio di Nakht, scolpito nel gruppo statuario di Berlino e nello stipite 1517 di Torino, e di Nofretite, presente anch’essa a Berlino. Sposò Hathor, detta Hol, raffigurata nella tomba TT215 ed anch’essa nel gruppo di Berlino oltre che nello stipite 1517. La coppia di sposi ebbe due figli maschi: Minmose, presente nello stipite 1517 e Amenemope. Sempre dal gruppo di Berlino, fonte di parecchie informazioni, sappiamo che sua padre fu “prete di Amon, signore dei Troni delle due Terre di Kush”. Sul gruppo statuario leggiamo inoltre che Amenemope si fregiava del titolo di “prete e scriba di Amon, signore dei Troni delle due Terre di Kush”. Considerato che si tratta di un tempio in Nubia è plausibile che Amenemope non nacque nella comunità degli operai.
Imn m ipt, Amenemope. Negli ostrakon Cairo 280, IFAO 1319, Berlino 12641 e DM 45 è indicato come “scriba della Tomba”. Attivo negli anni 1 e 2 di Ramesse IV, è menzionato anche semplicemente come scriba. Probabilmente fu figlio dello scriba Minmose, proprietario della tomba TT335.
Imn nxt sA ipwy, Amennakhte figlio di Ipuy. Scriba della tomba dal sedicesimo anno di Ramesse III: capostipite di una famiglia che vanta ben sei generazioni di scribi.
Imn nxt sA pntAwr, Amennakhte figlio di Pentaur. Scriba. Ne siamo a conoscenza solamente da un documento datato all’anno venti di Ramesse III, menzionato insieme ad Amennakhte figlio di Ipuy.
Imn nxt, Amennakhte. Scriba. Il suo nome compare nel Papiro Abbott, nell’anno sedicesimo di Ramesse IX. Di incerta identificazione, potrebbe essere l’Amennakhte figlio di Amenhotep, disegnatore attivo nell’anno diciassette di Ramesse IX, personaggio che troviamo nel giornale della Necropoli.
pwnS, Amennakhte detto Punsh. Figlio di Hay. Lo troviamo indicato principalmente come scriba ed una volta come scriba reale. È presente anche un altro Amennakhte, evidentemente un nome molto comune. Questo personaggio però non è uno scriba, ma un semplice operario durante il regno di Ramesse IV, come leggiamo nell’ostrakon DM 41. Probabilmente durante una pausa del lavoro ricopiò un passo del “Libro del sogno” presente nel papiro Chester Beatty III, scrivendo al termine della copiatura il suo titolo ed il suo nome: Amennakhte, figlio di Khaemnun. L’interesse verso questo personaggio è che, pur non essendo uno scriba, era in grado di leggere e scrivere.
ImnHtp, Amenhotep. Lo troviamo attestato con il titolo “scriba della tomba”, attivo sotto il regno di Ramesse IV e dei suoi successori. Inoltre vi sono alcuni papiri ed ostraka, purtroppo di impossibile datazione, nei quali compare: dall’ostrakon Cairo 247 sappiamo che ricevette lapislazzuli per la pittura.
ImnHtp, Amenhotep. Scriba. Attivo alla fine della XX Dinastia: al di là del nome non conosciamo però altri dettagli.
Imnxa, Amenkha. Dall’ostrakon DM 38 sappiamo che fu assunto come scriba della tomba nel trentaduesimo anno di regno di Ramesse III, pochi giorni prima della morte dello stesso sovrano.
Inpw m HAb, Inpuemhab. È sempre indicato con il semplice titolo di scriba. Considerato però che fu in servizio dall’anno sessantasei di Ramesse II sino almeno all’ottavo di Merenptah è quasi certo che ebbe anche il titolo di scriba della tomba. Visto che fu l’unico scriba a portare questo nome lo si può quasi con certezza identificare con il proprietario della tomba TT 206, purtroppo gravemente danneggiata, nella quale venne ritrovato un ushabty ligneo, ora conservato ad Oxford, sul quale era scritto il nome del proprietario: .
anxa, Ankha. Scriba nella Sede della Verità. Conosciuto grazie alla tomba TT335 del padre, lo “scalpellino del signore delle Due Terre nella Sede della Verità” Nakhtamun. Lo troviamo nella prima metà del regno di Ramesse II. Siamo in possesso di una sua lettera nella quale chiede a suo figlio Nubemshas l’invio di pane per i “ragazzi”. Purtroppo non sappiamo chi siano questi ragazzi.
anx f, Ankhef. Questo personaggio presenta il titolo scritto in tre modalità differenti: scriba, scriba della Tomba e scriba nella Sede della Verità. Anche suo padre, Butehamon, fu uno scriba.
axpt, Akhpe(t). Scriba e scriba della Tomba. Attivo nell’anno 17 e 18 di Ramesse III. Lo troviamo nuovamente nell’anno 21 dello stesso sovrano.
wnnfr, Unnefer. Indicato sempre solo come scriba. Dall’ostrakon DM 339 sappiamo che la sua casa era all’interno del villaggio. Fu un membro attivo del tribunale dei lavoratori ed interpretava gli oracoli quando la statua di Amenhotep I era portata in processione. Il suo nome compare tra le assenze dal lavoro presso la Valle delle Regine. Operò tra l’undicesimo ed il ventiquattresimo anno di Ramesse III.
wnnfr sA anxt(w), Unnefer figlio di Ankhet. Scriba del lato destro della tomba negli anni otto e nove di Ramesse III.
bAy, Bay. Scriba Reale della Sede della Verità. Il suo nome si trova in alcuni graffiti, purtroppo impossibili da datare. Siamo a conoscenza da due ostraka di uno scriba dallo stesso nome: probabilmente il personaggio è lo stesso, seppur con due titoli differenti. Dallo studio di questi due documenti è possibile ritenere Bay attivo nel regno di Sethi II o Merenptah-Siptah.
bknmwt, Bekinmut. Scriba della Sede della Verità. Il suo nome lo ritroviamo in un graffito della cachette reale, la sepoltura del sacerdote di Amon Pinudjem II, databile al decimo anno di regno di Siamun. Si tratta, allo stato attuale, dell’ultimo scriba della Tomba conosciuto.
bwthimn, Butehamon. Figlio di Dhutmose, lo troviamo con il titolo di “Scriba della Tomba” e “Scriba della Sede della Verità”.
pAy, Pay. Scriba della Sede della Verità. Il suo nome, presente solo in una paletta esposta al Louvre, scritto utilizzando anziché non premette di datare questo personaggio né nella XIX né nella XX dinastia.
pry, Peroy. Questo è un personaggio poco chiaro: il suo nome, col relativo titolo di Scriba della Sede della Verità, si trova su una stele dell’Università di Cambridge. La stranezza è data dallo stile di questa stele che non è del tutto compatibile con i monumenti provenienti da Deir el-Medina.
pwr sA dHwty m HAb, Puer figlio di Dhutemhab. Scriba della parte destra della squadra negli anni otto e nove di Ramesse XI, fu attivo anche nel regno del successore.
pnfrmdjed, Peneferemdjed. Il suo nome si trova in numerosi graffiti ed è indicato con svariati titoli: scriba della Tomba, scriba, scriba Reale financo scriba del Tesoro. Grazie al ritrovamento di due stele3 sappiamo che fu figlio di Amennakhte figlio di Ipuy. Esercitò la professione di scriba in un anno tre, senza poterlo però legare ad un particolare sovrano.
pxrw, Pekheru. Scriba della Sede della Verità. È ignoto il sovrano sotto cui prestò servizio: considerata la diffusione di questo nome durante la XX Dinastia è plausibile sia vissuto in quel periodo.
pAxy, Pakhy. Attestato come scriba della Tomba, scriba nella Sede della Verità ed anche semplicemente come scriba. L’unica notizia su di lui è che fu figlio dello scriba Butehamon.
pAsr, Paser. Nei documenti è sempre indicato con il semplice titolo di scriba. Fu un personaggio molto importante: è presente alla distribuzione delle razioni di grano per le quali si occupa della misurazione. È inoltre un membro del tribunale del villaggio. Dall’ostrakon Berlino 12654 siamo a conoscenza di una sua disputa legale vinta contro il disegnatore Nebnuf. Ebbe una vita molto lunga: il primo documento attestante Paser è databile al regno di Sethi II e l’ultimo al secondo anno di regno di Ramesse IV, circa 52 anni dopo. Sotto questo sovrano Paser era quindi già un ottuagenario.
pASdw, Pashedu. Oltre ai titoli di scriba, scriba della Tomba e scriba della sede della verità lo troviamo anche come “scriba e prete lettore”. Inizia la sua carriera nel sesto anno di Sethi II, quando il visir Praemhab gli comunica degli ordini da riportare alla squadra. È ancora attivo durante il primo anno di Ramesse-Siptah. Abbiamo un altro Pashedu tra gli scribi. La grafia del nome in questo caso risulta incompleta: termina infatti con il geroglifico . È definito semplicemente scriba e, probabilmente, lavorò durante il regno di Ramesse II. Non è certa la sua effettiva professione di scriba: è possibile sia in realtà un disegnatore. Il Papiro Berlino 8523, databile alla XXI dinastia, riporta il nome di un altro scriba della Tomba: Painebdjed. Oltre al nome, attestato unicamente in questo papiro, non abbiamo altre informazioni.
pnprai, Penprai. Lo si trova come scriba della Tomba, come scriba nella Sede della Verità, come scriba ma anche come scriba nell’Orizzonte dell’Eternità, attivo fra la fine della XX e l’inizio della XXI. Suo padre fu il prete uab Pehirenthanakhte. È presente un altro Penprai, conosciuto come scriba nella Sede della Verità. Dovrebbe essere il figlio del precedente: potrebbe però trattarsi di una interpretazione errata di un graffito. Infatti laddove si legge suo figlio Penprai non è certo che la parola figlio si riferisca a Penprai o a Pehirenthanakhte: in tal caso Penprai sarebbe lo stesso scriba menzionato in precedenza.
pntAwr, Pentaur. Scriba della Tomba e scriba. Il periodo di attività di questo scriba va dal sesto anno di Sethi II al ventinovesimo di Ramesse III. Fu membro del tribunale e, tra gli altri monumenti, gli fu scolpita una statua che lo raffigurava. Unico caso finora noto, siamo a conoscenza della sua data di morte grazie al papiro dello sciopero dell’anno 29 nel quale leggiamo, all’inizio del documento: “Anno 29, quarto mese della stagione estiva, giorno 34 , morte dello scriba Pentaur, figlio di Amennakhte”.
pntAHwt, Pentahut. Ricordato col titolo di scriba e, nel suo ultimo anno di lavoro, come “scriba dell’Esercito”, al servizio del tempio di Medinet Habu. Non si ha la certezza di quando visse: le sole date certe sono la 17 di Ramesse IX e la tre di Ramesse X. Suo padre su Sobeknakhte, probabilmente uno scriba anch’egli.
minms, Minmose. Scriba, scriba nella Sede della Verità e, nella stele Louvre cat. 218, scriba Reale dei Segreti nella Sede delle Verità. Fu figlio dello scriba Amenenmope e papà di un altro scriba omonimo del nonno. Lavorò tra la fine della diciannovesima e l’inizio della ventesima Dinastia. In nessun documento amministrativo comunque compare il suo nome.
minfr, Minefer. Di lui sappiamo solo che fu figlio dello scriba Butehamon. Si trova con il titolo di scriba nella Sede delle Verità.
mrims, Merimose. Conosciuto, senza altra indicazione se non scriba, dai Graffiti 318 e 332. È impossibile stabilire, allo stato attuale, il periodo in cui prestò la sua opera.
mrira, Merira. Scriba, fu figlio dell’operaio Amonmose. Il suo nome è stato ritrovato in due ostrakon, insieme allo scriba Amenemope, in un anno 35 che si riferisce sicuramente a Ramesse II.
mHtSt, Mehaft. Attestato come scriba della Tomba dal Graffito 1300. Incerto il periodo in cui visse, forse la XXI Dinastia.
nbnfr, Nebnefer. Scriba e scriba Reale nella Sede della Verità. Fu figlio di Hor, uno scalpellino e, quasi certamente, anche Nebnefer fu uno scalpellino e non uno scriba. Lo ritroviamo su due ostrakon (Cairo 763 e 765) citato insieme ad Ankhof e Minefer. Operò tra la fine della XX Dinastia e l’inizio della XXI.
nbnTr(w), Nebnecher. Scriba nella Sede della Verità o semplicemente scriba. Dalla lettura dell’Ostrakon DM 317 si comprende che Nebnecher fu contemporaneo di Ramose e Pay, quindi attivo alla metà del regno di Ramesse II. In questo documento Nebnecher chiama papà Pay, ma non siamo certi di questa parentela: potrebbe essere un termine utilizzato in segno di affetto.
nbxp, Nebkhep. Il suo nome si trova nel Libro dei Morti di Torino, cat. 1768. Fu scriba della Tomba e figlio di Butehamon.
nfrHtp, Neferhotep. Lo si trova con l’aggiunta “ragazzo”, per distinguerlo dall’omonimo padre. Si tratta di uno scriba nella Sede della Verità o, semplicemente, di uno scriba. Visse alla fine del regno di Ramesse III. In una sua lettera, indirizzata al visir Ta, assicura di star lavorando assiduamente alla tomba dei figli del sovrano.
nxmmwt, Nekhemmut. Nekhemmut. Scriba nella Sede della Verità. Attivo sotto Ramesse III. Da alcune lettere anonime indirizzate a lui ne esce la figura di un personaggio non molto piacevole. In una si legge, come nota di disprezzo: “tu non sei un essere umano”; in un’altra leggiamo: “Tu sei molto, molto ricco, ma non dai nulla a nessuno…….tu sei un cattivo ragazzo”. Diciamo che non raccoglieva molti consensi! Il villaggio di Deir el-Medina è una fonte inesauribile di questo tipo di messaggi: alcuni di questi verranno analizzati nel proseguo dello studio.
nAxtsbk, Nakhtsobek. Scriba della Tomba. Visse in un imprecisato periodo sotto uno dei successori di Ramesse III.
nsimnpt, Nesimenopet. Scriba della Tomba. Al lavoro durante il regno di Ramesse IX. Prese parte ad un interrogatorio in merito ai celeberrimi furti nella necropoli, nel diciannovesimo anno dell’ultimo ramesside. Di questo personaggio siamo in possesso di due lettere: una scritta dallo stesso scriba ed indirizzata alla cantatrice di Amon Mutenhopet concernente problemi su alcuni campi; l’altra è una lettera speditagli dalla cantatrice di Amon Henuttaui: dalla sua lettura si evince che molto probabilmente questa seconda cantatrice possa essere stat la moglie dello scriba stesso.
nspnfrHr, Nespenefer. A parte il titolo, scriba della Tomba, non sappiamo nulla. Studi epigrafici lo posizionano tra la fine della XX e l’inizio della XXI Dinastia.
nspHrntA, Nespherenta. Dal sarcofago sappiamo che fu scriba Reale, scriba dei Giovani del Signore delle due Terre nella Sede della Verità, Sovrintendente al Tesoro dell’Orizzonte dell’Eternità e Sovrintendente dei lavori nella Casa dell’Eternità. Al di là dei titoli nulla sappiamo però: probabilmente fu attivo nella XXI Dinastia.
rams, Ramose. Scriba nella Sede della Verità nella prima parte del regno di Ramesse II. Fu figlio di Imenemhab e di Kakaia. Suo papà non fu uno scriba, ma un attendente. Di questo scriba, del quale tratteremo dettagliatamente in un prossimo studio, nel Museo di Torino è presente lo splendido Pyramidion (Torino 1603), esposto in quella che è attualmente la sala due, dedicata interamente a Deir el-Medina.
HAy, Hay. Scriba o scriba Reale nella Sede della Verità. Figlio di Amennkhte e fratello di un omonimo del padre.
Hwy, Huy. Scriba o, dalla lettura di un graffito: “Anno 37, quarto mese della stagione dell’inondazione, giorno 14, lo scriba nella Sede della Verità Huy, figlio di Dhutimaktef”. Visse ai tempi di Ramesse II e fu contemporaneo con lo scriba Ramose. Nell’ostrakon Cairo 513 il suo nome appare, assieme ad un altro lavoratore, tra gli assenti. Siamo in possesso di tre lettere indirizzate a lui e di una scritta da lui. Il suo nome si legge in ben quattro tombe: TT215, TT219, TT250 e TT336. Nelle ultime due è presente anche il nome della moglie: Nefertkha.
Hri, Hori. Scriba della Tomba. Siamo di fronte a quello che è lo scriba più nominato. La prima attestazione, invero dubbia a causa della grafia, è dell’anno 23 di Ramesse III. Con certezza invece lo troviamo menzionato nel papiro dello sciopero datato all’anno 29 dello stesso sovrano. L’ultima datazione certa l’abbiamo al diciassettesimo anno di regno di uno dei successori, Ramesse IX. Numerosi sono i documenti che si riferiscono ad Hori: da lettere anche scritte da lui sino ad alcuni papiri. È anche possibile che sia stato l’autore di un insegnamento, secondo la lettura che il Gardiner dà dell’ostrakon Gardiner 2. Vi sono però anche altri scribi ed operai con questo nome: scriba Hori, attivo nel quinto anno di regno di Sethi II; scriba Hori, che visse alla fine della XX Dinastia; uno scriba del visir Hori, databile all’anno 13 di Ramesse IX; uno scriba di Mat (lettura però incerta) Hori, contemporaneo dell’Hori più famoso ed uno scalpellino con lo stesso nome.
Hriwr, Horiur. Scriba della Tomba. Suo nonno fu Ipuy e suo papà Amennakhte. Tra gli scribi è presente anche un altro Horiur. Fu figlio di Harmose. Il suo titolo è di semplice scriba: il suo nome è noto solo grazie ad una supplica degli operai a lui indirizzata presente nel Papiro Torino 111, databile all’anno 8 di un sovrano ramesside, forse il nono.
xamHD, Khaemhedj. Scriba della Tomba. Figlio di Horiur.
xns(w)ms, Khonsumes. Lo troviamo menzionato tre volte nei documenti sin qui ritrovati: nell’anno sei di un sovrano imprecisato, nell’anno otto forse di Ramesse IX e nel terzo anno di Ramesse X quando il suo nome appare in una breve nota del giornale della Necropoli. Non si ha comunque la certezza che questo personaggio sia stato effettivamente uno scriba.
Sobeknakhte. Il suo nome compare solo sul Graffito 1627 con il titolo di scriba della Tomba. Probabilmente visse nell’ultima parte della XX Dinastia.
sbksnb, Sobekseneb. Nel Papiro Torino 76 si legge che fu scriba della Tomba. Lavorò nell’anno 16 di Ramesse IX.
stHmss, Sethmess. Compare solo uno volta, nella stele 217 del British, in compagnia degli scalpellini Sety e Nebra con il titolo di scriba. È possibile però che sia stato uno scalpellino anch’egli e non uno scriba.
qnHrxpSf, Kenherkhepeshef. Scriba, scriba della Tomba e scriba nella Sede della Verità durante i regni di Ramesse II e Merenptah. La sua tomba, menzionata nel Papiro Torino 3, era molto grande ed era situata nella parte meridionale del cimitero di Deir el-Medina: ora purtroppo è andata completamente perduta. Troviamo inoltre questo scriba nel Papiro Salt 124 dove è accusato di aver accettato una “mazzetta” da un certo Paneb e di averlo salvato da un’accusa. Dallo studio dei testi inerenti a questo scriba ne emerge la figura di un personaggio che dell’onestà non facesse la propria bandiera.
kAnxt, Kanakhte. Il suo titolo fu “capo dei lavori nell’Orizzonte dell’Eternità”. Visse nell’ultima parte della XX Dinastia.
kAnr, Kaner. Scriba reale nelle Sede della Verità. Troviamo il suo nome sull’ostrakon Cairo 504 datato al settimo anno di Merenptah.
tA, Ta. Scriba della Tomba e scriba reale nella Sede della Verità o semplicemente scriba. Fece parte della famiglia dello scriba Amennakhte.
TAy, Tjay. Scriba della Tomba e scriba reale nella Sede della Verità o semplicemente scriba. Fece anch’egli parte della famiglia dello scriba Amennakhe. Fu attivo durante i regni di Ramesse II e, forse, di Sethi I.
TAry, Tjaroy. Si tratta dello scriba della Tomba Dhutmose, che era così soprannominato. È un discendete di Amennakhte ed è figlio di Ipuy.
DAy, Dyay. Scriba della Tomba. Leggiamo nell’ostrakon Cairo 261 essere stato figlio dell’operaio Nekhemmut. Prestò la sua opera sotto Ramesse IX. Il nome Dyay è però altrimenti sconosciuto nel Nuovo Regno. La grafia corretta potrebbe portare alla lettura del nome in Any: Any.
2 La lettura dei segni geroglifici, essendo questi in cattivo stato di conservazione, è incerta: potrebbe chiamarsi anche Iuefenmont. (^)
3 Stele Davies e stele Berlino 20989. (^)
4 Il giorno però è di incerta lettura. (^)
Il sito di Deir el-Medina ha restituito una gran quantità di documenti, moltissimi dei quali ostraka, grazie soprattutto allo scavo effettuato negli anni 50 del secolo scorso nel pozzo, sito nella zona nord occidentale, scavato artificialmente dalla comunità operaia per cercare, purtroppo inutilmente, acqua. Questi documenti delineano una società estremamente vivace, sicuramente molto moderna. A titolo di esempio né evidenzieremo per ora alcuni.
Nell’ostracon DM328, datato al regno di Ramesse II, si leggono le lamentele che Pabaki inviò al padre, il pittore Maaninakhtef in merito al cattivo operato di un lavoratore: ”Ho fatto ciò che mi hai detto: fai lavorare Ib con te. Vedi, egli ha impiegato tutto il giorno per riempire le giare d’acqua e durante il giorno non ha fatto altro……il sole sta tramontando e lui è ancora assente”.
In un altro ostrakon, Lipsia 2.3, leggiamo di alcuni problemi sul peso delle razioni alimentari distribuite con l’accusa, rivolta allo scriba Paser, di utilizzare un peso mal tarato. Non essendoci pervenuto integro non sappiamo se Paser fosse un truffatore o se il peso presentasse effettivamente dei problemi.
L’ostrakon DM546 contiene una curiosa promessa di pagamento da parte del lavandaio Bakenuerel nella quale si legge che questo lavandaio, non dovesse pagare entro il terzo mese d’inverno, giorno dieci quattro pezze di tela all’operaio Pashed, autorizzerebbe a farsi dare 100 colpi di bastone ed a corrispondere all’operaio il doppio del valore la merce.
Di altro tenore l’ostrakon Berlino 12630, risalente alla XX Dinastia, forse durante il regno Ramesse III. Mesu, un operaio, dichiara ad una donna, della quale non si legge il nome, che il marito, lo scriba Amennakht, non ha ancora corrisposto il pattuito, un vitello, in cambio di un sarcofago. Mesu ne parlò con Paakhet che, in cambio di un letto, gli promise di portargli il vitello. Ovviamente il vitello non fu portato e Mesu concluse chiedendo la restituzione del letto e del sarcofago.
L’ostrakon DM 133 riporta tre ricorsi all’oracolo del re Amenhotep I affinché il poliziotto Amenkha garantisse il pagamento di 9 deben per l’utilizzo di un asino di proprietà del pittore Harmin.
Leggiamo negli ostraka di molte dispute inerenti agli asini, evidentemente un animale molto importante per la comunità: d’altronde tuttora si vedono girare molto spesso gli egiziani sugli asini! Poco o nulla è cambiato!
L’ostrakon Praga 1826, databile alla XIX Dinastia, riporta una scena di una lite in famiglia. In questo documento una certa Takhentyshepset scrive a sua sorella Iy lamentandosi del consorte. “Ho litigato con Merymaat, mio marito. Divorzierò da te, mi continua a dire a causa di mia mamma per la quantità di orzo necessaria per il pane. …….tua madre non fa nulla per te e nemmeno i tuoi fratelli e sorelle lo fanno…..In breve dovrai tornare indietro: prendine nota!”. Non sappiamo come la vicenda andò a finire.
In molti altri ostraka si hanno notizie dell’andamento dei lavori.
Un ostrakon, Cairo 25644, riporta la curiosa lamentela di Neferhotep nei confronti di una donna che lavora con lui: che tipo di ragazza è? Ha bisogno di cibo tutti i momenti?
Questi sono solo alcuni esempi: sicuramente molti furono redatti da scribi in cerca di compenso extra. Un’analisi più approfondita di questi messaggi sarà l’argomento di una delle prossime uscite.