In questi giorni il Parco Archeologico di Ercolano, grazie alla sponsorizzazione di Packard Humanities Institute, ha realizzato il MuDE, un Museo digitale che va ad ampliare il patrimonio archeologico del sito vesuviano.
Il MuDE sarà un vero e proprio ecosistema digitale del patrimonio culturale con un forte accento sull’integrazione tra reale e virtuale. Lo scopo è quello di rendere accessibile ad un pubblico più vasto dati strutturati, planimetrie, modelli 3D, ricostruzioni virtuali, fotografie ad alta risoluzione, documenti di archivio e contenuti scientifici. Ma il progetto con finanziamento europeo per la digitalizzazione da parte del Ministero della Cultura non termina qui. Gli utenti della piattaforma digitale avranno infatti la possibilità di interagire in modo dinamico nell’ambito del MuDe creando un proprio itinerario tematico virtuale o reale all’interno dell’area archeologica, rendendo il sito inclusivo, valorizzando il territorio e offrendo più servizi.
Senz’altro il progetto del MuDE si pone come una importante sfida digitale, come spiega Ascanio D’Andrea, data manager dell’Herculaneum Conservation Project: “Oltre 6500 reperti verranno catalogati secondo le normative MIC e riversati in rete in modalità open data secondo i più elevati standard di interoperabilità, 3500 saranno digitalizzati con scansioni 3D ad altissima risoluzione, una serie di studi e ricerche sono mirati a ricostruire integralmente e virtualmente la consistenza del patrimonio archeologico emerso dagli scavi e conservato anche presso altri musei ed Istituti internazionali, una completa mappatura fotografica insieme ad un tour virtuale dell’intera città sarà reso disponibile per tutti coloro che vorranno fruire il sito archeologico anche da remoto. Grande enfasi in fase di progettazione è stata rivolta anche agli aspetti comunicativi e di fruizione: ricostruzioni virtuali 3D fotorealistiche, video, animazioni e un’app “intelligente” collegata ad una rete di sensori bluetooth nel sito archeologico sono solo alcuni dei risultati che consentiranno ai visitatori di godere, a 360 gradi, delle bellezze ercolanesi e di questo inestimabile patrimonio mondiale”.
“Vogliamo proiettare il patrimonio di Ercolano nella rete secondo principi di fruizione non alternativi, ma convergenti. Il MuDE prevede la digitalizzazione non solo delle collezioni di reperti provenienti da Ercolano all’interno di un comune spazio virtuale, ma anche (per quanto possibile) dei contesti nei quali sono stati ritrovati durante la storia plurisecolare delle esplorazioni dal XVIII al XXI secolo. Uno spazio entro cui conservare, gestire, promuovere ma soprattutto esplorare la conoscenza del sito archeologico con modalità innovative e personalizzate”, queste le parole del direttore del Parco Archeologico di Ercolano, Francesco Sirano, che conclude “il MuDE sarà anche questo: rivoluzionare il ruolo della comunità che non sarà trattata come “utenza” ma come protagonista dell’esperienza di conoscenza”.