1917-2017: cento anni fa il viaggio di Picasso a Napoli e a Pompei che ha cambiato il corso dell’arte moderna

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Cento anni fa (era il marzo del 1917) Pablo Picasso e il poeta-regista francese Jean Cocteau diedero vita al loro viaggio in Italia: l’artista spagnolo era a caccia dell’ispirazione giusta per la realizzazione del sipario di “Parade”, il balletto ideato dallo stesso Cocteau su musiche di Satie che andò in scena a Parigi nel maggio dello stesso anno. E si può dire che il Bel Paese svolse egregiamente il suo ruolo: dopo il soggiorno a Roma, ma soprattutto a Napoli e a Pompei, Picasso elaborò una scenografia (intitolata “Parade”, appunto) che oggi è considerata una vera e propria opera d’arte.

Cento anni dopo, il Ministero dei Beni Culturali la Soprintendenza di Pompei, il Museo di Capodimonte e il Teatro dell’Opera di Roma, con il contributo della Regione Campania e attraverso la Fondazione regionale Donnaregina per le arti contemporanee e la società regionale Scabec, con la produzione e l’organizzazione di Electa, vuole celebrare il centenario di quel viaggio di Picasso con importanti iniziative e mostre, partite oggi a Napoli e a Pompei e in programma nei prossimi mesi anche a Roma. «Il progetto “Cento anni dal viaggio in Italia di Pablo Picasso” – ha dichiarato il Ministro Dario Franceschini – che vede il coinvolgimento diretto di importanti istituzioni culturali italiane è davvero il modo migliore per rendere omaggio a un grande artista europeo legato in maniera indissolubile al nostro Paese».

Le iniziative sono partite oggi a Napoli, alla Reggia di Capodimonte, e a Pompei, presso l’Antiquarium degli scavi. Presenti il governatore della Regione Campania, Vincendo De Luca (che ha parlato di Napoli come «una capitale europea della cultura», il direttore di Capodimonte, Sylvain Bellenger, e Massimo Osanna, direttore generale di Pompei.

Vediamo nel dettaglio gli appuntamenti di questo imperdibile evento culturale. La reggia di Capodimonte ospita da oggi nella sala da ballo il sipario “Parade”. La più grande opera di Picasso, di capitale importanza per l’arte moderna (una tela di 17 metri di base per 10 di altezza), conservata al Centre Georges Pompidou di Parigi è per la prima volta esposta a Napoli. Un evento più unico che raro se si considera che l’opera, per le sue dimensioni, è stata esposta solo in pochissime occasioni: al Brooklyn Museum (New York 1984); al Palazzo della Gran Guardia (Verona 1990); a Palazzo Grassi (Venezia 1998) e al Centre Pompidou di Metz (2012-2013).

L’opera è accompagnata in mostra da un’ampia selezione di lavori del pittore spagnolo. Ad indagare ulteriormente il rapporto di Picasso con il teatro e la tradizione partenopea, a Capodimonte sono stati inoltre esposti i bozzetti eseguiti dall’artista per il balletto Pulcinella (in scena nel 1920 a Parigi con musiche di Stravinsky e coreografie di Massine) insieme a alcune marionette e pupi della maschera napoletana dalla collezione Fundación Almine y Bernard Ruiz-Picasso para el Arte. Curatore della mostra il direttore del Museo di Capoidmonte, Sylvain Bellenger e Luigi Gallo. Il Museo di Capodimonte ha programmato per l’occasione una serie di eventi collaterali tra cui 5 concerti con il conservatorio San Pietro a Majella, 1 coreografia inedita dedicata al balletto di Rosalba Quindici, e un performance creata e interpretata da Valeria Apicella.

A Pompei, l’Antiquarium degli Scavi, invece, accoglie i costumi del balletto disegnati da Picasso, che fu nella città sepolta dal Vesuvio nel marzo dello stesso anno. A conferma dell’influsso dell’iconografia teatrale sull’arte di Picasso e per celebrarne la passione per la maschera, i costumi saranno messi a confronto con una raccolta di maschere africane, insieme a una scelta di reperti archeologici dal sito, tra cui un gruppo di maschere teatrali, per la maggior parte inedite (antefisse, lastre a rilievo, erme, statue…).

Sempre a Pompei, il confronto inedito fra i riferimenti antichi e l’arte nègre è sottolineato dal magnifico bozzetto del quadro-manifesto del cubismo Les demoiselles d’Avignon dipinto nel 1907 e esposto per la prima volta con grande clamore nel 1916. «Pompei – ha ricordato Osanna in conferenza stampa riferendosi alle numerose mostre aperte e in cantiere tra antico e moderno – deve essere contaminata, non può rimanere immobile».

Entrambe le mostre saranno visitabili fino al 10 luglio 2017. Ma non è tutto. Il 10 aprile, il Teatro dell’Opera di Roma ospiterà una serata dal titolo “Picasso a Roma cento anni fa – partitura d’arte, danza e genio” che ricorda la serata del 10 aprile 1917, quando, nel ridotto del Teatro Costanzi, fu allestita una mostra di opere della collezione di Leonid Massine a cui partecipò Picasso, per la prima volta esposto a Roma, insieme a Balla, Depero, Prampolini, Stravinskij, Cocteau e lo stesso Massine.

Il 27, 28 e 29 luglio si torna a Pompei, quando il Teatro Grande degli scavi ospiterà due balletti con la coreografia di Leonide Massine: “Parade” su musica di Erik Satie e Pulcinella su musiche di Stravinskij, entrambi interpretati dai primi ballerini, solisti e corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma.

Il 21 settembre, infine, ancora a Roma, le Scuderie del Quirinale inaugureranno la grande mostra “Pablo Picasso. Tra Cubismo e Neoclassicismo: 1915-1925” in collaborazione con il Centre Pompidou di Parigi, il Museum Berggruen di Berlino, la Fundació Museu Picasso di Barcellona, il Guggenheim, il Metropolitan Museum di New York e le Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Roma. La mostra, che vedrà esposte oltre 100 opere dell’artista, approfondirà la produzione di Picasso immediatamente successiva all’esperienza italiana, documentando l’impatto a lungo termine di questo viaggio sulla sua formazione: dalle suggestioni neoclassiche ispirate alla scultura antica, al Rinascimento romano, fino alla scoperta della pittura parietale di Pompei. La mostra prevede anche l’esposizione del sipario “Parade” nel salone Pietro da Cortona di Palazzo Barberini.

Gli eventi in programma per il centenario della visita intendono sottolineare l’importanza dell’incontro diretto di Picasso con l’antichità a Pompei e soprattutto con la cultura tradizionale napoletana, aspetto totalmente nuovo negli studi picassiani, attraverso alcune fra le sue maggiori espressioni – il presepio, il teatro popolare e il teatro delle marionette. Ma perché Napoli e Pompei si sono rivelati così fondamentali per Picasso? Innanzitutto basta osservare “Parade”: nella scenografia del balletto Picasso posizione i suoi personaggi sullo sfondo delle rovine pompeiane che visitò proprio nella primavera del 1917. Sempre da quella visita, inoltre, arrivò l’ispirazione per “Pulcinella”, balletto in un atto ambientato nella città di Napoli, e andato in scena per la prima volta il 15 maggio del 1920 al Teatro dell’Opéra di Parigi. Triplice è la firma: la musica di Igor Stravinskij, la coreografia di Léonide Massine, la scenografia e i costumi di Pablo Picasso. La “provocazione visiva” di Picasso riscosse subito il consenso dei presenti.  L’idea nacque dalle suggestioni raccolte da Diaghilev, Stravinskij, Massine e Picasso durante i due viaggi nella città di Napoli e la gita a Pompei, nel marzo e nell’aprile del 1917. Fonte d’ispirazione per il balletto sono le atmosfere vissute nei vicoli e nei mercati napoletani, il fascino per la città antica di Pompei e la grande tradizione della commedia dell’arte italiana.

Articolo di:

Marco Pirollo

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