Qualche giorno fa avevamo anticipato la scoperta di una tomba ad Abusir, la dimora per l’eternità di un alto dignitario dell’antico Egitto di nome Kairis che si fregiava, tra gli altri, del titolo di “Custode del segreto della Casa del Mattino” (qui l’articolo). Ora, la missione archeologica del Czech Institute of Egyptology, Faculty of Arts, Charles IV University di Praga, fautrice di questa importante scoperta, ha divulgato maggiori informazioni.

Dopo due settimane di lavoro nella concessione archeologica sita ad Abusir, sede di un’importante necropoli egizia di V dinastia (2500-2350 a.C. circa) nei pressi del Cairo, il team diretto dal dott. Miroslav Barta ha riportato alla luce un complesso sepolcrale unico nel suo genere. Kairis doveva essere un personaggio davvero molto importante per aver avuto l’onore di essere sepolto in un’area dove solo i membri della famiglia reale e i più alti dignitari dello stato venivano sepolti.

La tomba di Kairis (AC 33) vista da sud (ph. ©Czech Institute of Egyptology, Faculty of Arts, Charles University)

Il complesso funerario di Kairis, realizzato con blocchi di calcare, mattoni crudi e materiali così pregiati da essere normalmente ad esclusivo appannaggio del re, si estende su un’area di oltre 500 m² e si snoda in una complessa ed articolata struttura. Oltre alle camere adibite alla vera e propria sepoltura, la dimora per l’eternità contiene altre stanze che furono allestite per officiare il culto funerario e per le purificazioni rituali che i sacerdoti dovevano compiere prima di accedere alla tomba vera e propria. Della sua falsa porta, purtroppo, rimangono solo alcuni frammenti, mentre la cappella di culto rappresenta uno stile architettonico assolutamente unico per tutto il III millennio a.C., in quanto è pavimentata con blocchi di basalto. L’uso del basalto era privilegio esclusivo dei re, quindi, il suo impiego in questa cappella è sicuramente un’altra importante testimonianza dell’eccezionale status sociale di cui godeva il proprietario della tomba. Un’altra caratteristica che rende un unicum l’intero complesso denominato con la sigla “AC33” è la struttura della camera funeraria ricavata da un pozzo a cielo aperto. Dopo che il sarcofago in calcare fu calato al suo interno, e le pareti laterali furono rivestite con lastre della stessa pietra ornamentale, la camera venne sigillata con giganteschi blocchi calcarei, ognuno dei quali pesanti almeno 8-9 tonnellate.

AC33, la camera funeraria con sarcofago (ph. ©Czech Institute of Egyptology, Faculty of Arts, Charles University)
La camera funeraria con la parte inferiore della statua di Kairis (ph. ©Czech Institute of Egyptology, Faculty of Arts, Charles University)

La camera funeraria di Kairis fu saccheggiata già nell’antichità, ma di fronte al pesante sarcofago è stata rinvenuta, spezzata in due parti, la statua di granito di cui abbiamo parlato nello scorso articolo. La scultura è stata trovata nella sua disposizione originale, fatto molto importante in quanto rappresenta la risposta alla domanda che da anni si stanno ponendo gli esperti, ovvero se gli antichi Egizi collocassero o meno simulacri del defunto nelle camere sepolcrali. Ora, grazie a questo ritrovamento, sappiamo che la risposta è affermativa. La statua di Kairis presenta ancora alcune tracce di colore e, sullo scranno, riporta incisi in geroglifico tutti i titoli di cui si fregiava e che ci raccontano della sua non comune carriera.

La statua in granito di Kairis ricomposta (ph. ©Czech Institute of Egyptology, Faculty of Arts, Charles University)

Kairis era l’“unico amico (del faraone)”, “Amato dal suo Signore”, “Sovrintendente di tutte le opere del re”, “Custode del segreto della Casa del Mattino”, “Maggiordomo del Palazzo Reale”, “Primo della Casa della Vita”, “Ispettore dei sacerdoti che prestavano servizio nei complessi piramidali dei re Sahura e Neferirkara”, “Sacerdote della dea Hathor, Signora del sicomoro, a Qis” (nome originario dell’antica città dell’Alto Egitto conosciuta con il nome latino di Cusae), “Custode dei Due Troni (dell’Alto e Basso Egitto)”, nonché detentore di numerosi altri titoli. Quello di “Custode del segreto della Casa del Mattino” (Hry sStA n pr-dwAt) era un titolo molto prestigioso, destinato, durante la V dinastia, solo a principi, visir, alti sacerdoti o membri della corte molto vicini al sovrano. La Casa del Mattino era un luogo molto riservato del Palazzo reale; qui, al risveglio, il re, nelle vesti del figlio del Sole, si recava per officiare i sacri riti mattutini che consistevano nelle abluzioni e nella vestizione. La Casa della Vita, invece, era il luogo in cui venivano redatti ed archiviati i rotoli di papiro che racchiudevano in sé tutte le conoscenze e i trattati filosofico-religiosi.

Dettaglio della parte inferiore della statua di Kairis (ph. ©Czech Institute of Egyptology, Faculty of Arts, Charles University)

Anche se la spedizione è ancora in corso e l’analisi finale dei dati raccolti richiederà ancora molto tempo, si può affermare con certezza che si tratta di una scoperta eccezionale in quanto l’architettura della tomba si distingue completamente dalle consuetudini contemporanee. La sua unicità è dovuta senz’altro al ruolo fondamentale che Kairis ricopriva a corte, forse era visir, un primo ministro di quell’epoca.

La cappella della AC33. A sinistra la piramide di Neferirkara (ph. ©Czech Institute of Egyptology, Faculty of Arts, Charles University)

I lavori di scavo continuano in stretta collaborazione con il Ministero delle Antichità della Repubblica Araba d’Egitto e l’Ispettorato delle Antichità di Saqqara; a noi non resta che aspettare nuovi risvolti.

Ingresso alla cappella della AC33 (ph. ©Czech Institute of Egyptology, Faculty of Arts, Charles University)
La tomba AC 33 vista da sud-est (ph. ©Czech Institute of Egyptology, Faculty of Arts, Charles University)

Source: Czech Institute of Egyptology

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Tiziana Giuliani

Egittofila, sin dall’infanzia appassionata di Antico Egitto, collabora con l’associazione Egittologia.net dal 2010. Ha contribuito alla realizzazione di EM-Egittologia.net Magazine (rinominato poi MediterraneoAntico) seguendone la pubblicazione già dai primi numeri e ricoprendo in seguito anche il ruolo di coordinatrice editoriale. Dal 2018 è capo redattrice di MediterraneoAntico.

Organizza conferenze ed eventi legati al mondo degli Egizi, nonché approfondimenti didattici nelle scuole di primo grado. Ha visitato decine di volte la terra dei faraoni dove svolge ricerche personali; ha scritto centinaia di articoli per la ns. redazione, alcuni dei quali pubblicati anche da altre riviste (cartacee e digitali) di archeologia e cultura generale. Dall’estate del 2017 collabora con lo scrittore Alberto Siliotti nella realizzazione dei suoi libri sull’antico Egitto.

Appassionata di fotografia, insegna ginnastica artistica ed ha una spiccata predisposizione per le arti in genere.

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