Le speranze stavano scemando, ma mercoledì 11 ottobre è stato finalmente riaperto il bellissimo e storico Museo Greco-Romano di Alessandria d’Egitto, un museo che conserva pezzi eccezionali di straordinaria fattura e importanti testimonianze della ricchezza culturale nonché della grandezza di Alessandria nell’antichità. Quella di due giorni fa è stata una riapertura attesa dal 2005, da quando il museo chiuse per lavori di restauro; un’attesa lunga che però è stata premiata da una sorprendente inaugurazione che ha svelato il nuovo strepitoso allestimento.

Prima di raccontarvi di quello che è considerato non solo il secondo museo più antico in Egitto ma un vero e proprio gioiello unico nel suo genere, voglio soffermarmi un attimo su una cosa che ritengo molto importante. L’idea di costruire ad Alessandria un museo che preservasse il patrimonio culturale della città, arricchendolo di tutti i preziosissimi reperti che stavano tornando alla luce grazie alle numerosissime scoperte archeologiche avvenute dal 1878, è tutta italiana. Sì, italiana!

Giuseppe Botti (ph. Museo Egizio)

L’idea venne all’archeologo ed egittologo Giuseppe Botti nel 1891, nel momento in cui i reperti alessandrini iniziarono ad essere trasferiti nei depositi del Museo di Bulaq al Cairo. Secondo Botti non era giusto strappare dalle loro radici questi incredibili manufatti, testimonianze irrinunciabili che raccontavano la storia della città costiera, senza poi ancora immaginare cosa il mare, nella baia di Abukir, avrebbe restituito in futuro. Così, grazie al suo impegno, nel cuore della città venne costruito l’attuale edificio museale la cui meravigliosa architettura rende omaggio allo stile dei templi greci. Sotto il terzo e ultimo Khedive d’Egitto Abbas Hilmi II, il 26 settembre del 1895 venne inaugurato il Museo. Da quel giorno il “tempio” divenne simbolo della città e un faro della cultura e della storia ad Alessandria. Giuseppe Botti, ritenuto anche il “pioniere italiano della papirologia” (ovvero dello studio e dell’interpretazione dei papiri egizi), ne divenne direttore e ampliò la collezione con gli scavi che lui stesso intraprese nella necropoli di Kōmesh-Shugāfah, a Hamūd es-Sawari, a Borg Abū el-Hashem e nei pressi della cosiddetta colonna di Pompeo, sotto la quale venne alla luce il Serapeo.

Il museo venne chiuso nel 2005 con l’obiettivo di avviare un importante progetto di restauro che poi in realtà iniziò nel 2009 e si interruppe nel 2011 per mancanza di fondi. I lavori ripresero nel 2018 e proseguirono tra diverse difficoltà, fino ad arrivare all’apertura dell’altro ieri. Questo grazie a persone appassionate e fortemente motivate che volevano restituire alla città, e alle generazioni future, la sua storia: un passato che in questi anni si è incredibilmente arricchito di storie sussurrate dalle acque che accarezzano la costa e dalle sabbie dei fondali che svelano continuamente tesori di una gloriosa epoca passata.

Il progetto, modificatosi nel tempo, ha portato allo splendido allestimento che possiamo ammirare attraverso le immagini diffuse dal Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano. Il lungo intervento di restauro non prevedeva solo l’ammodernamento degli spazi museali, ma anche il rinforzo strutturale, il ripristino della facciata classica, nonché lo sviluppo dei sistemi di illuminazione e di sorveglianza, oltre alla predisposizione di una gipsoteca dove sono state collocate riproduzioni in gesso che ricordano modelli presenti nei vari musei internazionali (alcune di queste statue erano già esposte nel “vecchio museo”). Ma non solo, il Museo ora è provvisto di una sezione per la didattica, un archivio museale e una biblioteca storica fruibili, negozi di souvenir e antichità, oltre a un centro di restauro. Con questa serie di interventi l’edificio è stato strutturato in modo tale da poter ospitare anche una sezione amministrativa.

Essendo uno dei musei più importanti dell’intero bacino del Mediterraneo, il progetto prevedeva anche la fornitura di adeguati servizi atti a migliorare l’esperienza turistica dei visitatori e renderla più attraente e accessibile. Inoltre, ogni spazio è stato predisposto per accogliere nel migliore dei modi anche gli utenti diversamente abili.

Con questo “nuovo” museo il Ministero delle Antichità si auspica di far conoscere il glorioso passato di Alessandria. In effetti, che tu sia un appassionato di storia, un amante dell’architettura o semplicemente un viaggiatore curioso, il Museo Greco-Romano di Alessandria è una destinazione imperdibile che promette un’esperienza indimenticabile nel cuore di questa antica città.

La sezione museale, disposta su due piani, si sviluppa tra il piano terra e il primo piano con un’esposizione di oltre 6.000 reperti che coprono i diversi periodi storici che si sono susseguiti in Egitto e, in particolare, ad Alessandria. Il Museo copre in totale una superficie di 5.200 mq, 724 dei quali sono riservati a un suggestivo patio dove impera la colossale statua della dea Iside.

Al piano terra, lungo le 27 sale che ricoprono un’area di 2.416 mq, si snodano in ordine cronologico i preziosi reperti che narrano la storia della città fondata da Alessandro Magno a partire dall’epoca prealessandrina (V secolo a.C.) fino a quella bizantina (VI secolo d.C.). Non potevano mancare le sale dedicate al grande condottiero macedone, a Cleopatra e Marco Antonio, ai Filosofi e al fondatore italiano del Museo. Sempre al pianterreno, sono presenti negozi di antiquariato, souvenir e, ovviamente non accessibili al pubblico, i depositi di antichità e laboratori di restauro.

Nel mezzanino sono presenti 4 sale: quella per la didattica, la gipsoteca, l’archivio e la Sala Studi.

Al primo piano, invece, i manufatti esposti in 1.340 mq approfondiscono diverse tematiche: il Nilo, l’Agorà, la Terra Rossa, l’industria e il commercio, le monete, l’arte alessandrina, le sculture alessandrine, la zona di Bubasti, le catacombe di Kom el-Shoqafa e l’area circostante. Sullo stello livello il visitatore avrà a disposizione un’aula magna, una biblioteca con libri rari e manoscritti sulla civiltà egizia tra i più antichi al mondo, una caffetteria, un ristorante e negozi.

L’insieme dei 6.000 reperti offre una visione particolare della realtà alessandrina, una visione che evidenzia la fusione intellettuale e artistica in essere tra le antiche civiltà egizia, greca, romana, copta e bizantina, argomentando temi quali: lo stato dominante e la vita politica in Egitto in epoca tolemaica e romana; la vita quotidiana greca e romana ad Alessandria; la società alessandrina; i culti e la religione attraverso le collezioni greco-romane; l’esposizione di un tempio dedicato al dio coccodrillo Sobek… Ma affronta anche tematiche che trattano lo sviluppo dei riti funerari in epoca tolemaica e romana attraverso mummie, amuleti, vasi canopi, stele funerarie, ritratti del Fayum e l’evoluzione dei sarcofagi nelle diverse epoche; l’arte bizantina e copta attraverso resti architettonici; l’industria, il commercio e l’artigianato egizio: manufatti apprezzati e richiesti in tutto il bacino del Mediterraneo già dai tempi antichi che con l’intensificarsi degli scambi grazie al porto dei Alessandria raggiunsero  lidi molto lontani.

L’intento non è solo quello di rendere il Museo meta turistica tra le più attraenti e gettonate; già in origine era stato pensato per essere un’icona culturale unica.

Attirare i bambini al museo attraverso laboratori e attività volte a sensibilizzarli all’archeologia, all’attenzione verso il loro passato e a farli crescere nella consapevolezza della ricchezza del proprio patrimonio culturale, è di fondamentale importanza: ne usciranno uomini e donne migliori che potranno essere attenti e capaci amministratori del domani. Far conoscere le tematiche del glorioso passato di Alessandria attraverso i suoi preziosi reperti, ma anche dotare il Museo Greco Romano di una gipsoteca, di una sala dove poter studiare e consultare i preziosissimi volumi presenti nella biblioteca e di una sala conferenze, è il primo passo importante verso la sensibilizzazione alla cultura e verso gli antichi splendori di questa città, rivivendo i tempi in cui Alessandria era un faro di scienze e d’intelletto, il punto d’incontro di diverse culture e civiltà, quando era la destinazione che  tutti gli studiosi e filosofi del mondo antico ambivano e verso la quale si recavano in pellegrinaggio proprio per la sua influenza culturale.

Ci auguriamo di tutto cuore che questi intenti vengano raggiunti e che Alessandria possa tornare ad essere il faro dove ogni studioso vorrà approdare. Intanto, grazie per averci restituito questo immenso e spettacolare patrimonio!

 

 

Il video promo del Museo Greco-Romano di Alessandria d’Egitto diffuso dal MoTA:

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Tiziana Giuliani

Egittofila, sin dall’infanzia appassionata di Antico Egitto, collabora con l’associazione Egittologia.net dal 2010. Ha contribuito alla realizzazione di EM-Egittologia.net Magazine (rinominato poi MediterraneoAntico) seguendone la pubblicazione già dai primi numeri e ricoprendo in seguito anche il ruolo di coordinatrice editoriale. Dal 2018 è capo redattrice di MediterraneoAntico.

Organizza conferenze ed eventi legati al mondo degli Egizi, nonché approfondimenti didattici nelle scuole di primo grado. Ha visitato decine di volte la terra dei faraoni dove svolge ricerche personali; ha scritto centinaia di articoli per la ns. redazione, alcuni dei quali pubblicati anche da altre riviste (cartacee e digitali) di archeologia e cultura generale. Dall’estate del 2017 collabora con lo scrittore Alberto Siliotti nella realizzazione dei suoi libri sull’antico Egitto.

Appassionata di fotografia, insegna ginnastica artistica ed ha una spiccata predisposizione per le arti in genere.

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