Mitra è una divinità iranica il cui nome significa “amicizia, contratto” e, nel suo contesto originale di culto, il dio veniva venerato come garante solare della stabilità sociale e del potere regale. A Roma e in generale nel mondo romano, il mitraismo comparve intorno alla seconda metà del I secolo d.C. A differenza del culto originale, a Roma, gli iniziati erano di sesso maschile e prevalentemente appartenevano al mondo militare. Secondo la mitologia mitraica, il dio nacque da una pietra, armato di coltello e con torcia, con in testa il tipico berretto frigio; scontratosi contro il dio Sole, Mitra ottenne la corona radiata.
Il mito ha come episodio centrale la cosiddetta “Tauroctonia”, cioè l’uccisione del toro, spesso raffigurato in tutti i luoghi di culto dove il dio veniva venerato. Oggi, presso le Terme di Diocleziano il Nucleo TPC dei Carabinieri ha restituito alla Dott.ssa Daniela Porro, Direttore del Museo Nazionale Romano, il 59° frammento del grande rilievo in marmo lunense dov’ è raffigurato l’episodio centrale del culto di Mitra, la Tauroctonia. Il pezzo mancante recuperato, ha consentito così la definitiva ricomposizione dell’importante rilievo marmoreo, databile tra II e III secolo d.C. e ad oggi uno dei reperti più preziosi conservati all’interno della struttura romana.
Nell’episodio generale, Mitra afferra l’animale dalle narici e lo colpisce mortalmente al fianco affondando un coltello, alla presenza di un corvo, di un cane che lambisce le ferite e di un serpente. Uno scorpione invece, afferra con le chele i genitali del toro, dalla cui coda spuntano spighe di grano. Sono presenti nella scena anche Cautes, con una torcia accesa rivolta verso l’alto e Cautopates, con la torcia rivolta verso il basso. I due rappresentano i cicli vitali nei loro estremi di inizio e fine, alba e tramonto, a cui si riferiscono anche Sole e Luna posti negli angoli superiori della raffigurazione.
L’attività di recupero, resa possibile grazie alla quotidiana attività del Nucleo Carabinieri TPC, è iniziata nel mese di febbraio di quest’anno da un controllo amministrativo ad un esercizio antiquariale del cagliaritano, durante il quale i Carabinieri del locale Nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno notato esposti frammenti in marmo di chiaro interesse archeologico. I reperti, di cui non sono stati forniti i dati di provenienza, sono stati sequestrati e messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari dopo un’accurata analisi, ha giudicato i beni autentici e di sicuro interesse archeologico, riconducibili ad una datazione tra il II e III secolo d.C.
Visto l’alto pregio dei reperti, le indagini dei Carabinieri sono proseguite con delle ricerche web nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita sempre dal nucleo TPC, e grazie a mirate verifiche, le ricerche hanno condotto alla rappresentazione del culto di Mitra nel mondo romano. L’attenzione si è così spostata verso il grande rilievo custodito presso il Museo delle Terme di Diocleziano di Roma, in cui appariva assente la parte raffigurante la testa del toro e la mano del dio. Dapprima una sovrapposizione fotografica di uno dei due reperti sequestrati, poi le analisi formali e stilistiche, hanno così permesso di considerare plausibile l’ipotesi che il frammento fosse parte della grande Tauroctonia. I Carabinieri TPC si sono quindi messi in contatto con la direzione del Museo Nazionale Romano e con i Laboratori di Restauro al fine di effettuare le relative analisi comparative. I risultati sono stati inequivocabili. Senza ombra di dubbio le parti risultavano comparabili e perfettamente combacianti. Al termine della pulitura del frammento e del restauro, si è proceduto all’incollaggio del pezzo nel grande rilievo del dio Mitra che uccide il toro, esposto nella sala del Museo delle Terme di Diocleziano. L’opera adesso è finalmente completa ed esalta ancora di più l’azione focale della scena che sta al centro del racconto mitologico del culto mitraico.
Storia del rilievo
Nel Grande rilievo di Mitra proveniente da Roma, Tor Cervara, datato tra la fine del II secolo d.C. – inizi del III secolo d.C., vi è rappresentato l’episodio centrale del culto del dio: la Tauroctonia. L’iconografia è la più diffusa e consolidata; viene ripresa l’uccisione del toro all’interno di una grotta. Sulla lastra di marmo, che ospitava l’episodio a rilievo, sono ancora intuibili tracce di policromia originaria.
Il rilievo fu rinvenuto nel 1964 a Tor Cervara, durante un’operazione di bonifica da residuati bellici nella zona e, probabilmente, la frantumazione del reperto in oltre cinquanta pezzi, la si deve ad un’esplosione di ordigno. La parte raffigurante la testa del dio, venne acquistata dal Museo di Karlsrume, dove, alla fine degli anni ‘80, venne attribuita al rilievo. Fortunatamente, un recente accordo con il Badisches Landesmuseum di Karlsruhe ha permesso il rimpatrio del frammento con il volto che, adesso, è visibile nella sua completezza presso il Museo delle Terme di Diocleziano a Roma.