Leda era la bellissima regina di Sparta, figlia di Testio, sposa del re Tindaro e madre di Clitemnestra, futura moglie di Agamennone e di Elena, per la cui bellezza scoppiò la guerra di Troia.
Il mito racconta che Zeus innamoratosi perdutamente della giovane, per poterla vedere scese dall’Olimpo e raggiunse la vetta del monte Taigeto. Mentre Leda dormiva sulla sponda di un laghetto, Zeus si avvicinò a lei sotto forma di candido cigno, spandendo attorno un intenso e inebriante profumo di ambrosia e accarezzando la giovane su tutto il corpo con il suo collo sinuoso.
Appena la giovane si svegliò, il padre degli dei rivelò la sua identità e le preannunciò che dalla loro unione sarebbero nati due gemelli: i Dioscuri. Castore abile domatore di cavalli e Polluce imbattibile pugile, entrambi sarebbero stati a difesa del paese e guida dei marinai. I gemelli però erano di natura diversa, Castore era infatti mortale, mentre Polluce era immortale, ma per amore del fratello anche lui voleva essere un non “divino”. Il padre Zeus, impietosito da questa richiesta, stabilì che avrebbero vissuto a turno un giorno da vivi sull’Olimpo e il giorno dopo da morti nell’Erebo.
La tradizione mitica è però discordante riguardo alla progenie divina. La leggenda vuole che dopo l’unione con Zeus, la stessa notte Leda giacque anche con il marito Tindaro, generando così due uova da dove sarebbero usciti i Dioscuri e Clitemnestra con Elena. Nonostante alcuni affermino che tutti i figli usciti dalle uova fossero figli di Zeus, secondo altre versioni del mito i figli immortali sarebbero stati solo Polluce ed Elena, mentre gli altri due sarebbero i figli di Tindaro.
La pittura antica ci ha restituito diverse rappresentazioni del mito, una di queste oggi si trova presso il Museo archeologico di Napoli e proviene dalla Villa di Arianna a Stabiae. L’affresco risale alla prima metà del I secolo d.C. ed era posizionato originariamente al centro di un pannello della parete di un cubicolo dove si trovano anche altre raffigurazioni femminili come quelle di Flora, Medea e Diana; venne ritrovato attorno al 1759, in seguito alle esplorazioni volute dai Borbone nell’area dell’attuale Castellammare di Stabia, fu staccato ed entrò così a far parte della collezione reale.
La raffigurazione di Leda è molto ricorrente nella pittura greca e romana in modo particolare si diffuse durante l’ellenismo. La giovane regina si presenta su uno sfondo verde nell’atto di camminare velocemente, con le vesti che si aprono mosse dal vento e che scoprono il seno. In un braccio tiene il cigno mentre con la mano destra cerca di arginare l’impeto delle vesti mosse trattenendo il mantello che si apre sulla schiena. Il tipo femminile con panneggio svolazzante è molto simile ai ritratti di Menadi e danzatrici presenti su un affresco di Pompei nella cosiddetta Villa di Cicerone.
Ricordiamo che, in occasione della prossima mostra al Museo archeologico di Napoli dal titolo “Pompei e la Grecia. La metamorfosi del mito”, Mediterraneoantico.it vuole dedicare una serie di articoli al racconto di alcune storie mitologiche famose che saranno proprio al centro dell’evento.
La mostra, tra gli obiettivi, avrà quello di esplorare la tensione tra alterità ed identità che caratterizza proprio un preciso gruppo di racconti come quello di Danae, Leda, Europa e Ganimede, Io, Dafne, Narciso ed Eco fino a quello complesso ed affascinante di Ermafrodito. Chi visiterà la mostra avrà occasione anche di ammirare una serie di capolavori provenienti da Pompei. La ricca selezione di oggetti comprende, oltre a numerose pitture parietali di soggetto mitologico, pannelli a mosaico, arredi in marmo e in bronzo, gemme e oggetti d’oreficeria, utensili in bronzo ed altri metalli.
grazie mille grazie a cuesto capitolo ad epica ho preso 9