Mitra è una divinità iranica il cui nome significa “amicizia, contratto” e, nel suo contesto originale di culto, il dio veniva venerato come garante solare della stabilità sociale e del potere regale. A Roma e in generale nel mondo romano, il mitraismo comparve intorno alla seconda metà del I secolo d.C. A differenza del culto originale, a Roma, gli iniziati erano di sesso maschile e prevalentemente appartenevano al mondo militare. Secondo la mitologia mitraica, il dio nacque da una pietra, armato di coltello e con torcia, con in testa il tipico berretto frigio; scontratosi contro il dio Sole, Mitra ottenne la corona radiata.
Il mito ha come episodio centrale la cosiddetta “Tauroctonia”, cioè l’uccisione del toro, spesso raffigurato in tutti i luoghi di culto dove il dio veniva venerato. Nell’episodio, Mitra afferra l’animale dalle narici e lo colpisce mortalmente al fianco affondando un coltello, alla presenza di un corvo, di un cane che lambisce le ferite e di un serpente. Uno scorpione invece, afferra con le chele i genitali del toro, dalla cui coda spuntano spighe di grano. Sono presenti nella scena anche Cautes, con una torcia accesa rivolta verso l’alto e Cautopates, con la torcia rivolta verso il basso. I due rappresentano i cicli vitali nei loro estremi di inizio e fine, alba e tramonto, a cui si riferiscono anche Sole e Luna posti negli angoli superiori della raffigurazione.
Il mitraismo aveva come luogo di culto ambienti sotterranei, i mitrei, a pianta rettangolare absidata con lunghe file di panche appoggiate ai lati della sala su cui sedevano gli iniziati che partecipavano al banchetto rituale a base di pane e vino. Nell’abside, invece, vi era l’altare con la raffigurazione della scena di tauroctonia. Il culto, di carattere misterico, aveva sette passaggi di iniziazione: Corax, il Corvo, Cryphius o Nymphius, l’Occulto o lo Sposo, Miles, il Soldato, Leo, il Leone, Perses, il Persiano, Heliodromus, il Messaggero solare, e infine il grado più alto, Pater, il Padre.
Nel Grande rilievo di Mitra proveniente da Roma, Tor Cervara, datato tra la fine del II secolo d.C. – inizi del III secolo d.C., vi è rappresentato l’episodio centrale del culto del dio: la Tauroctonia. L’iconografia è la più diffusa e consolidata; viene ripresa l’uccisione del toro all’interno di una grotta. Sulla lastra di marmo, che ospitava l’episodio a rilievo, sono ancora intuibili tracce di policromia originaria.
Il rilievo fu rinvenuto nel 1964 a Tor Cervara, durante un’operazione di bonifica da residuati bellici nella zona e, probabilmente, la frantumazione del reperto in oltre cinquanta pezzi la si deve ad un’esplosione di ordigno. La parte raffigurante la testa del dio venne acquistata dal Museo di Karlsrume, dove, alla fine degli anni ‘80, venne attribuita al rilievo. Fortunatamente, un recente accordo con il Badisches Landesmuseum di Karlsruhe, ha permesso il rimpatrio del frammento con il volto che, adesso, è visibile nella sua completezza presso il Museo delle Terme di Diocleziano a Roma.