Continuano con alcune “sorprese” i lavori di restauro nella Villa Arianna a Stabiae

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Continuano i restauri nella bellissima Villa Arianna a Stabiae. A condurre i lavori, l’Accademia delle Belle Arti di Varsavia, tra le più importanti e antiche in Polonia che sta impegnando i suoi migliori specialisti per riportare all’antico splendore gli apparati decorativi di alcuni ambienti nel sito archeologico di Stabiae. I restauratori dell’Accademia, ospiti per il terzo anno consecutivo del campus del Vesuvian Institute, in passato si sono occupati precisamente delle pitture parietali dell’ambiente 37 e del cubicolo 44 di Villa Arianna. L’intervento attuale invece prevede, oltre al restauro, anche il consolidamento del cubicolo 45, rinomato per la sua pregevole pittura in II stile pompeiano e dell’ambiente 7 con affaccio sul mare, impreziosito da pitture in IV stile.

I lavori sono condotti da cinque studenti della Facoltà di Conservazione e Restauro dell’accademia polacca, coadiuvati dal vice presidente prof. Krzysztof Chmielewski e dalla professoressa Julia Burdajewicz. Le sorprese non sono mancate. Oltre ad aver ridato alle pitture lo splendore antico, i lavori hanno rivelato delle sorprese piccole ma straordinarie, come quella nell’ambiente 45: “Nella parte inferiore del muro sud, che si trova entrando a destra, – raccontano i due restauratori –  al momento della rimozione delle stuccature deteriorate, risalenti agli anni ’50 e ’60, e realizzate in occasione degli interventi promossi da Libero D’Orsi, abbiamo documentato una profonda lacuna. All’interno di quest’ultima, con nostro gran stupore, abbiamo rinvenuto alcuni frammenti di intonaco dipinto. Evidentemente queste porzioni furono trovate a terra e, anziché essere ricollocate nella loro posizione originaria sulla parete, sono state impiegate come materiale di riempimento per colmare la profonda cavità. Siamo riusciti a trovare il loro esatto posizionamento e fissarle. Un fatto singolare ed emozionante se si considera che non capita spesso che dopo il restauro ci si ritrovi ad avere una superficie dipinta maggiore di quella di partenza”.

“L’area archeologica di Stabiae è un gioiello archeologico che merita un grande impegno di valorizzazione. – dichiara il Direttore Generale Massimo Osanna – La possibilità di coinvolgere specialisti dell’Accademia di Varsavia, il cui prestigio a livello internazionale è ben noto, ci garantisce nelle operazioni di restauro che richiedono un incessante impegno in tutti i siti gestiti dal Parco archeologico di Pompei. Ci inorgoglisce al tempo stesso essere, attraverso queste esperienze di collaborazione,  luogo di laboratorio e specializzazione per le migliori Università europea e in questo senso si ringrazia la Fondazione Ras per il contributo profuso nel favorire questa cooperazione.”

Soddisfatto anche il prof. Chmielewski: “Ci inorgoglisce molto poter affiancare il Parco Archeologico di Pompei in questo progetto di valorizzazione di Stabiae. Il nostro augurio è quello di potere contribuire, nel nostro piccolo, a preservare questo magnifico sito e rendere fruibile al pubblico, negli anni a venire, un numero sempre maggiore di ambienti. Il fatto che il nostro lavoro susciti interesse e ammirazione tra i turisti in visita a Stabiae diventa per noi un bello stimolo per lo svolgimento del nostro lavoro”.

Quello che si auspicano tutti è che i lavori possano proseguire anche negli anni a venire, in un contesto che tutti hanno trovato stimolante e ospitale oltre che didatticamente interessante. L’intento infatti è quello di poter portare sul campo un numero sempre più alto di studenti. “Troviamo stimolante – spiega il prof. Chmielewski – lavorare a Stabiae, un sito unico e accogliente. Qui si crea un rapporto intimo, lontano dalla risonanza di Pompei, con opere di grande valore artistico. Di questa opportunità ringraziamo il Parco Archeologico di Pompei, nella figura del direttore Massimo Osanna e il supporto sostanziale e amichevole dei restauratori del Centro del Restauro dell’Ufficio Scavi di Stabia Luigi Giordano e Teresa Squillante. Preziosa poi l’organizzazione logistica offerta dalla Fondazione RAS con cui da anni abbiamo instaurato una lunga e duratura collaborazione”. 

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Alessandra Randazzo

Studia Lettere Classiche presso il DICAM dell’Università di Messina. Ha ricoperto il ruolo di redattrice e social media manager per www.mediterraneoantico.it e attualmente per la testata Made in Pompei, inoltre è Ufficio Stampa per la società di videogames storici Entertainment Game Apps, Ltd.
Durante la carriera universitaria ha partecipato a numerose campagne di scavo e ricognizione presso siti siciliani e calabresi.
Per la cattedra di Archeologia e Storia dell’arte Greca e Romana presso il sito dell’antica Finziade, Licata (AG) sotto la direzione del Prof. G.F. La Torre, febbraio-maggio 2012; per la cattedra di Topografia Antica presso Cetraro (Cs) sotto la direzione del Prof. F. Mollo, luglio 2013; per la cattedra di Topografia Antica e Archeologia delle province romane presso il sito di Blanda Julia, scavi nel Foro, Tortora (Cs) sotto la direzione del Prof. F. Mollo, giugno 2016.
Ha inoltre partecipato ai corsi di:
“Tecnica Laser scanning applicata all’archeologia” in collaborazione con il CNR-IPCF di Messina, gennaio 2012;
Rilievo Archeologico manuale e strumentale presso l’area archeologica delle Mura di Rheghion – tratto Via Marina, aprile-maggio 2013;
Analisi e studio dei reperti archeologici “Dallo spot dating all’edizione”, maggio 2014; Geotecnologie applicate ai beni culturali, marzo-aprile 2016.
Collabora occasionalmente con l’ARCHEOPROS snc con cui ha partecipato alle campagne di scavo:
“La struttura fortificata di Serro di Tavola – Sant’Eufemia D’Aspromonte” sotto la direzione della Dott.ssa R. Agostino (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria) e della Dott.ssa M.M. Sica, 1-19 ottobre 2012;
Locri – Località Mannella, Tempio di Persefone sotto la direzione della Dott.ssa R. Agostino (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria), ottobre 2014;
Nel marzo 2014 ha preso infine parte al Progetto “Lavaggio materiali locresi” presso il cantiere Astaldi – loc. Moschetta, Locri (Rc) sotto la direzione della Dott.ssa M.M. Sica.

Collabora attualmente con la redazione di: www.osservarcheologia.eu

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