Collana oggetti rari e preziosi al Museo archeologico di Napoli

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Nuova collana editoriale per il Museo Archeologico Nazionale di Napoli dedicata agli oggetti rari e preziosi delle collezioni. Il MANN pubblica con l’editore 5 CONTINENTS EDITIONS una raffinata serie di volumetti basati sulle immagini fotografiche di Luigi Spina e i testi
di Valeria Sampaolo, per accompagnare – come mai prima – alla scoperta dei suoi grandi capolavori.

Dopo “Memorie del vaso blu”, pubblicati altri due titoli: “Amazzonomachia” sul famoso vaso attico rinvenuto a Ruvo di Puglia nel 1838 e “Centauri” rivelatore della coppia di schiphi d’argento scoperta a Pompei nel 1835. Tra le tante iniziative con cui il MANN rivela al pubblico i capolavori del suo immenso patrimonio – talvolta esposti e tal altra, per ragioni diverse, non ancora visibili al pubblico e custoditi nei ricchissimi depositi – vi è dal 2016
anche una nuova e originale collana di eleganti volumetti intitolata “Oggetti rari e preziosi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli” edita con la casa editrice 5 CONTINENTS EDITIONS con testi a cura di Valeria Sampaolo conservatore capo delle collezioni del Museo napoletano e le fotografie straordinarie di Luigi Spina, che da anni ha fatto della bellezza il filo conduttore delle sue ricerche e dei suoi lavori.
Alle “Memorie del Vaso blu”, dedicato a quell’unicum scoperto nel 1837 a Pompei e realizzato come si trattasse di un cammeo – con l’incisione dello strato vetroso bianco sovrapposto a disegnare tralci d’uva e scene di vendemmia – si sono ora aggiunti altri due titoli: “Amazzonomachia” e “Centauri”.

 

Il primo volume presenta il celebre cratere a volute con la scena di combattimento tra Greci e Amazzoni scoperto a Ruvo di Puglia nel 1838: con le decorazioni realizzate dal Pittore dei Niobi, una delle figure più rappresentative della ceramografia attica del secondo quarto del V secolo a.C., il vaso è uno dei capolavori che attendono di essere esposti nella sezione del MANN sulla Magna Grecia che s’inaugurerà nel 2018.

“Centauri” mette invece in luce la coppia di schiphi d’argento rinvenuta anch’essa a Pompei, assieme ad altri dodici oggetti dello stesso metallo, nella casa che sarebbe stata chiamata “dell’argenteria”. Queste coppe sono gli esemplari meglio conservati tra i recipienti lavorati nella stessa tecnica a sbalzo custoditi nel Museo. Per la loro fragilità – la lamina d’argento è sensibile alle variazioni di temperatura tra giorno e notte – sono al momento custoditi in ambiente climatizzato in attesa di idonei espositori.

“Questa nuova collana editoriale del MANN è certamente un elemento di novità nel panorama delle pubblicazioni museali” spiega il direttore del Museo archeologico napoletano Paolo Giulierini “e ci teniamo particolarmente, perché è veramente un modo speciale e di grande raffinatezza per far conoscere al pubblico opere uniche che il Museo di Napoli custodisce e che il mondo ci invidia, anche se magari non sono ancora esposte nel percorso museale. Questo ovviamente è il nostro prossimo obiettivo, ma nel frattempo tra i tanti mezzi e i diversi linguaggi introdotti quest’anno per far scoprire e condividere il nostro patrimonio, e la bellezza e le storie qui custodite, ci è sembrato di grande valore introdurre anche questo progetto con un editore prestigioso come 5 CONTINENTS EDITIONS.”

“L’esplorazione visiva che questi libri rendono possibile grazie agli scatti di Luigi Spina – dice Giulierini – un’esplorazione assolutamente impressionante e capace di sorprendere anche chi conosce bene questi oggetti, insieme ai racconti di Valeria Sampaolo che accompagnano con precisione la lettura dell’opera, credo rendano queste pubblicazioni un oggetto che il pubblico potrà collezionare a un costo contenuto, per portare con sé un piccolo pezzo di questo immenso museo”.

Libri rivelatori, libri che ci portano dentro l’opera, tra i decori realizzati da antichi artigiani e dai primi artisti, nelle pieghe della materia e del tempo. Gli scatti di Luigi Spina, i suoi primi piani e gli ingrandimenti, mettono in luce dettagli che sfuggono alla visione diretta di questi oggetti “rari e preziosi” e ci introducono in un universo fatto di mille particolari: nell’abbigliamento e nelle armature delle Amazzoni e dei Greci, nei chiaroscuri dell’argento sbalzato tra Centuari e amorini, nei simboli di rinascita e di morte inseriti con perizia
nella decorazione del Vaso blu (metà el I ec. d.C.) che – per buone condizioni di conservazione e per la rarità della tecnica di esecuzione – è uno dei pezzi di maggior pregio del Museo di Napoli.

Info su: http://www.fivecontinentseditions.com/

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