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Il Demotico Meroitico

Uno dei misteri più inestricabili nel campo della linguistica è la decifrazione delle scritture meroitiche. Ancora oggi queste scritture risultano decifrate soltanto in minima parte. Il motivo risiede nel fatto che la lingua non sembra avere collegamenti in maniera esauriente, direi convincente, con nessun’altra lingua. Gli studiosi hanno avanzato una serie di teorie in proposito ma le stesse col tempo hanno finito per essere sempre oggetto di contestazione. Così oggi l’enigma continua e forse non si arriverà mai ad una idonea conclusione. Il meroitico era in uso all’incirca dal III a. C. al III sec. della nostra era ed era parlato nell’Alta Nubia (attuale regione del Sudan del Nord) e forse qualcuno azzarda che fosse utilizzato soltanto da alcune cerchie di persone. Il presente scritto comunque non intende affrontare la dialettica connessa alle origini della lingua. Esiste nel merito una copiosissima letteratura del pro e del contra.

Il Cavaliere Marafioti

Il Gruppo equestre di Locri Epizefiri, come venne chiamato da Paolo Orsi al momento della sua scoperta, deriva dal riassemblaggio dei frammenti in terracotta rinvenuti durante le campagna di scavo del 1910 sul fianco occidentale del tempio dorico in località ‘Casa Marafioti’ (dal nome della famiglia proprietaria del luogo ove fu rinvenuto il tempio). Il cosiddetto Cavaliere Marafioti è frutto dell’attento lavoro di assemblaggio di circa186 frammenti ad opera del restauratore Giuseppe Damico grazie alla ricostruzione grafica di Rosario Carta, su indicazione di Orsi... Durante l’intervento di ricomposizione furono assemblati i numerosi frammenti per mezzo di staffe, grappe metalliche, supporti interni di diversa natura, quali legno e stucco, al fine di recuperare nella sua interezza l’articolata opera plastica che raffigura un giovanetto a cavallo sorretto da una sfinge; per raggiungere tale scopo furono necessarie importanti reintegrazioni, indispensabili per risarcire le numerose lacune, ma anche per assicurare la tenuta statica dell’intero manufatto. Il restauro, condotto magistralmente da Giuseppe Mantella e Sante Guido, ha permesso di restituire al pubblico dei visitatori del Museo Archeologico di Reggio Calabria, luogo deputato all'esposizione del reperto, l'opera così come doveva essere all'epoca della realizzazione. Grazie alla sponsorizzazione tecnica nell'ambito del Progetto di Intesa Sanpaolo "Restituzioni", la digi.Art ha avuto il privilegio di seguire e digitalizzare tutte le fasi dell'ultimo restauro del Cavaliere di casa Marafioti, un gruppo scultoreo in terracotta costituito da una sfinge alata sormontata da un cavallo e da un cavaliere. Questa tripartizione offre già il primo spunto per approfondire le conoscenze sulla composizione dell'opera.

Le Guerre di Ramesse III

Traduzione e commento grammaticale dei testi a carattere militare dal Tempio di Medinet Habu.

Enūma Eliš “quando in alto”

Un nuovo Speciale di MediterraneoAntico.it è pronto per essere scaricato o sfogliato online, gratuitamente, da tutti i nostri lettori. Un lavoro di grande valore filologico curato da Alberto Elli, che ci riporta indietro nel tempo per farci scoprire i temi della Creazione, così come li vivevano gli antichi. Al corposo ed iniziale insieme di segni cuneiformi, riscritti con un apposito font per essere perfettamente leggibili, segue la traduzione continuata, che consente di fruire appieno dell’intero materiale a tutti coloro che sono interessati, ma non filologi esperti.

Mediterraneo Antico n°3 – dicembre 2015

Interview with Barry John Kemp - Il villaggio operaio di Deir el-Medina l'organizzazione del lavoro: le serve e i servi - L'ultimo geroglifico - Monumenti funerari reali attribuiti alla III dinastia - Stele cat. n. 1582 di Mentuhotep - Interview with Chris Naunton - La missione archeologica italo-russa ad Abu Erteila (Sudan) - Gli obelischi egizi a Roma - In ricordo di due grandi maestri - Riffat Hassan e la teologia islamica - Living heritage: managing sites with heritage significance - La Pax Augusta sui rilievi dell’Ara Pacis - La citta’ di Pergamo e il suo altare - I parte - Budicca: l’acerrima nemica di Roma - Museo del Vicino Oriente, Egitto e Mediterraneo alla “Sapienza” di Roma - Symbola. Il potere dei simboli - Il medico di oggi è nato in Egitto - Memorie sull’Egitto e specialmente sui costumi delle donne orientali e gli harem - Erotismo e sessualita’ nell’antico Egitto -Taste archaeology

Il sarcofago di Gemenefharbak

Il sarcofago di Gemenefharbak pervenne al Museo Egizio di Torino con la collezione Drovettinel 1824. Fu sistemato insieme all'intera collezione nella sale dell'Accademia delle Scienze. Gemenefharbak era un funzionario di altissimo grado (ricopriva, fra l'altro, la carica di Visir) vissuto a Sais, città del Delta Occidentale al tempo della XXVI dinastia (672-525 a.C.) e i suoi innumerevoli titoli compaiono nelle iscrizioni del sarcofago.