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La decifrazione dei geroglifici

Il 27 settembre 2022 ricorre il bicentenario della decifrazione dei geroglifici, l'evento che ha sancito la nascita dell'Egittologia come disciplina umanistica. Nello speciale di...

Il papiro Phoebe A. Hearst

Il Papiro Hearst prende il nome da una donna, la Signora Phoebe Apperson Hearst (1842-1919), la madre di William Randolph Hearst il grande magnate...

Lo Ieratico nel papiro Ebers

Il Papiro Ebers è il più esteso trattato di medicina egizia risalente al 1550 a.C. circa (regno di Amenophi I, XVIII Din.). Lungo 20 metri e alto 20 cm, consta di 110 tavole (incluse due andate perse) a sua volta suddiviso in 877 paragrafi come segue: da 1 a 6 proclami, preghiere da recitare prima dei trattamenti medici; da 7 a 335 malattie dell’apparato interno; da 336 a 431 malattie degli occhi; da 432 a 602 malattie della pelle; da 603 a 696 malattie delle articolazioni; da 697 a 782 malattie diverse (testa, lingua, denti, naso, orecchie e trattamenti della cosmetica); da 783 a 853 malattie dell’apparato ginecologico; da 854 a 856 informazioni sulla circolazione del sangue e sul cuore; da 857 a 877 sulle ulcere. Il Papiro fu trovato ed acquistato a Tebe nel 1873 – 1874 dall’egittologo tedesco Georg Ebers prendendone il nome. Attualmente si trova presso la Biblioteca dell’Università di Lipsia. Il presente lavoro ha per oggetto le tavole da 1 a 6, da 55 a 64 e da 93 a 103. La ricerca è finalizzata essenzialmente allo studio dei caratteri ieratici.

La stele di Paser

Questa famosa e curiosa stele, risalente al regno di Ramesse VI, è stata trovata dal Belzoni a Karnak nel 1817. Risulta suddivisa in una griglia costituita da tante piccole cellette quadrate ognuna delle quali è occupata o da un solo segno o da più segni. Il testo si presenta come una sequenza di frasi più o meno brevi, pensate per costituire un inno alla dea Mut.

La vita di Ilaria

In questo nuovo lavoro Alberto Elli ci trasporta in un periodo storico di grande interesse, che vide la fine dell’Impero Romano d’Occidente e la stabilizzazione dell’Impero Romano d’Oriente, che gli sopravvisse per circa un millennio. Uno dei protagonisti fu l’imperatore Zenone che è il protagonista anche di questa storia, insieme a due figlie che nella realtà non ha mai avuto. Il documento che contiene questa storia è scritto in copto shaidico e risale all’848, quindi alcuni secoli dopo lo svolgimento dei fatti, ed è custodito presso la Pierpont Morgan Library di New York. Nel 1947 lo studioso Drescher pubblicò in un supplemento degli Annales du services des Antiquités de l’Egypte, Il Cairo, una raccolta di tre leggende copte dal titolo “Three coptic legends: Hilaria, Archellites, The Seven Sleepers”.

I Misteri di Khoiak

L’iscrizione qui presentata, relativa ai misteri di Osiri celebrati tra il 12 e il 30 del mese di Khoiak (8-26 dicembre), occupa tre delle pareti del cortile del piccolo tempio di Osiri edificato nell’angolo N-E (geografico, non rituale) della terrazza inferiore del tempio di Hathor a Dendera. Si compone di 159 colonne, così suddivise: parete Ovest: coll. 1-60; parete Sud: coll. 61-127; parete Est: coll. 128-159. Questa grande e celebre iscrizione è costituita in realtà da sette testi diversi, relativi a differenti questioni riguardanti, però, un soggetto comune; sono stati redatti in maniera indipendente gli uni dagli altri, da autori diversi, senza linea direttrice e definita in maniera assoluta. Ognuno porta un titolo particolare. Probabilmente si è preso tra la ricca collezione degli scritti relativi alle feste osiriche del mese di Khoiak quelli che si riteneva dessero un’idea d’insieme delle cerimonie e dei loro particolari riti e li si è assemblati, senza preoccuparsi di coordinarli; da qui le discordanze, le ripetizioni, le diseguaglianze di stile. Estremamente preziosa per il suo contenuto, l’iscrizione di Dendera non offre, tuttavia, che un’idea frammentaria di ciò che dovevano essere originariamente i rituali dei misteri di Osiri durante il mese di Khoiak.