Ushabty di Pa-di-ni-udjit, figlio di Setcher-ir-dis

Questo tipo di ushabty è definito “saitico” perché presenta una serie di elementi iconografici e caratteristiche tecniche ben precise e ben identificabili, riconducibili all’epoca Saitica (XXVI dinastia) che perdureranno, pur con qualche evoluzione stilistica, fino al periodo tolemaico.

Il Bergamotto protagonista dell’ultima di #nottidestate al Museo Archeologico di Reggio...

Reggio Calabria aprire le porte ai cittadini e ai visitatori nelle ore serali per tutti i mesi estivi». Commenta così il Direttore Carmelo Malacrino l'iniziativa #nottidestate che si concluderà domani, sabato 1 ottobre, con la chiusura serale alle ore 23.00 e biglietto ridotto a 3 euro dalle 20.00.

Romani e Longobardi inquilini in una villa rustica

Inaugurazione mostra Romani e Longobardi inquilini in una villa rustica con l'’intervento della Soprintendenza Archeologia, Paesaggio e Belle Arti per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara e dell'’Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali dell’Emilia Romagna.

Ushabty della Signora della casa Nehet

Proponiamo un altro ushabty della Collezione Egizia del Museo Archeologico di Napoli, molto simile a quello pubblicato nell’articolo precedente, che vi invitiamo a leggere per le notizie di carattere generale sugli ushabty, che valgono naturalmente anche per questo. La datazione proposta lo sposta alla dinastia successiva, la XX.

Ushabty della Signora della Casa Mut(nefret)

Questa tipologia di statuette, assieme agli scarabei, è tra i reperti che gli archeologi hanno trovato in maggior numero nel corso dei loro scavi in Egitto e che compaiono in quasi tutte le collezioni egizie sparse nel mondo. Ancora oggi non è raro durante le campagne archeologiche, rinvenire tra gli scavi queste particolari statuette funerarie, con iscrizioni o anepigrafe, che abbracciano buona parte della civiltà faraonica.

Un mistero svelato accoglie il rientro del Tuffatore a Paestum

È fissata per giovedì 6 ottobre presso il Museo di Paestum la conferenza stampa che, secondo il direttore Gabriel Zuchtriegel, sarà un momento culminate nonché una doppia rivelazione: si presenterà la sala Mario Napoli dopo il restauro, realizzato grazie a una donazione di 25mila euro da parte di Antonio Palmieri della Tenuta Vannulo. Ma non solo: nell’occasione, si esporrà anche una scoperta straordinaria, che nell’ambito del riallestimento della sala del Tuffatore sarà presentata per la prima volta al pubblico.