Celebrazioni Malatestiane
Le Celebrazioni prenderanno il via lunedì 19 giugno nel giorno che coincide con l’anniversario della nascita di Sigismondo.
Come un poliedro la personalità di Sigismondo...
Cronaca di un’eruzione
"Per me l’eruzione è un’immagine sconvolgente, un avvenimento straordinario ed anche un grande pezzo di scultura […] Il Vesuvio per me è molto più grande di un mito: è una cosa terribilmente reale” (Andy Warhol)
Dinanzi ai disastri naturali, il più delle volte, l’uomo non può che rimanere impotente di fronte allo sconvolgimento che essi comportano. Oggi come ieri, tali fenomeni di portata inimmaginabile, creano un senso di vuoto e di smarrimento, di angoscia e paura perché sfuggono ad ogni calcolo e alla possibilità di dominio. Dopo 2000 anni, visitando le rovine delle città colpite nel 79 d.C. dall’eruzione del Vesuvio, non si può che rimanere attoniti, stupiti, commossi dalla fine che molte migliaia di persone fecero quel giorno del 24 agosto. Sono diverse le testimonianze dei contemporanei che più di tutti ci hanno permesso di ricostruire i fatti di quei terribili giorni, già commossi per la violenza dell’atto distruttivo che rase al suolo intere città, seppellendone per secoli la memoria. Non solo Plinio il Giovane che descrisse con dovizia di particolari l’accaduto all’amico Tacito, ma anche Marziale che ha lasciato un toccante epicedio sulla distruzione di Pompei.
Le origini del Duomo. Milano cristiana prima della grande cattedrale
Mediolanum capitale d’occidente visse una vera e propria rivoluzione nel IV secolo. L’Editto di Costantino prima (313) e la nomina di Ambrogio vescovo poi (374) mutarono nuovamente l’aspetto della città come conseguenza di una sempre più estesa cristianizzazione dell’area.
La piazza del Duomo, oggi simbolo della metropoli lombarda e centro religioso della relativa importantissima diocesi, fu già in antichità un centro episcopale complesso, del quale sono state riportate alla luce le tracce di tre strutture e ricostruita l’intera planimetria.
Alcuni sporadici rilievi effettuati nel 1870 furono rivisti poi nel 1914 da Ugo Monnet de Villard, che riconosceva nei resti antistanti la facciata del Duomo mura di età tardo-romana, sotto lo spazio concepito come sagrato: era ciò che restava del battistero di san Giovanni alle Fonti, oggi principale struttura visitabile nel percorso sotterraneo alla cattedrale.
La Sovrintendenza alle Antichità riavviò qui i lavori nel 1961 in occasione dell’apertura del cantiere della linea metropolitana recuperando l’intero tracciato del battistero e le absidi di Santa Tecla, l’antica basilica maggiore.
Ulteriori ricerche furono condotte nel 1997, in occasione del XVI centenario della morte di Ambrogio, patrono cittadino e infine nuovamente nel 2011.
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