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Marina di Camerota (SA): rinvenuti resti di elefante nella Grotta del...

L'area dove sono stati rinvenuti i resti del Palaeoloxodon antiquus. Crediti: UniBo Presso la Grotta del Poggio, a est di Marina di Camerota, in località...

A Saqqara scoperto un laboratorio per l’imbalsamazione e circa 35 mummie

Circa 35 mummie, 5 sarcofagi 4 dei quali ancora sigillati, oli per la mummificazione conservati in vasi che riportano inscritti i nomi delle sostanze ivi contenute, una maschera in argento dorato (la prima ad essere scoperta in una tomba privata dell’antico Egitto dal 1939) e molto altro è ciò che stato scoperto a sud della piramide di Unas, nella necropoli di Saqqara. La notizia della scoperta di oggetti per l’imbalsamazione e di un numero considerevole di mummie era già trapelata i giorni scorsi mettendo in fermento media e appassionati dell’antico Egitto, ma con la conferenza stampa internazionale rilasciata dal Ministero delle Antichità egiziano ora ne sono emersi i dettagli. Scopriamoli in questo nuovo articolo.

Il sarcofago di quarzite di Tutankhamon

In questi giorni si è parlato del sarcofago che si trova ancora all'interno della tomba di Tutankhamon e che fino a poco tempo fa...

Perline di vetro per Nefertiti

Qualche tempo fa abbiamo parlato del ritrovamento di alcune perline di vetro blu di fabbricazione egizia in alcune sepolture scandinave (https://mediterraneoantico.it/articoli/egitto-vicino-oriente/perle-prodotte-dal-vetraio-di-tut-nelle-tombe-danesi-di-3400-anni-fa/). Ma da dove provenivano esattamente queste perle? Esami condotti su questi preziosi ornamenti esotici ricondurrebbero ad un laboratorio del vetro che aveva fornito perline per il corredo funerario del giovane Tutankhamon. Non conosciamo ancora l’ubicazione di questo laboratorio e sarebbe azzardato e poco corretto tirare conclusioni affrettate, ma è interessante notare che nell’autunno del 2014 è stato scoperto ad Amarna, l’antica Akhetaton, un nuovo laboratorio per la lavorazione del vetro e la produzione di perline.

La stele di Rosetta, un reperto famoso, ma fu davvero così...

Oggi ricorre l’anniversario della scoperta della celebre Stele di Rosetta, nei modi e nei tempi che ormai sono noti a tutti. Quello che forse ai più sfugge è il tempo intercorso tra la scoperta della Stele – correva l’anno 1799 – e la scoperta del sistema che stava alla base della scrittura gergoflica, avvenuta nel 1822. Ben 23 anni duranti i quali la Stele di Rosetta respinse tutti i tentativi di traduzione messi in atto da studiosi di primordine, quanto da improvvisati esperti. L’unico testo che fu tradotto fin da subito, quello greco, non portò nessun beneficio al tentativo di traduzione, benché nella sua parte finale affermasse che lo stesso testo era stato trascritto in geroglifico, demotico e greco appunto. Qui di seguito propongo il capitolo che scrissi nel libro “La Stele di Rosetta e il Decreto di Menfi” di Alberto Elli, dove curai l’approfondimento storico, affinché la storia della decifrazione dei geroglifici da parte di Champollion non venga banalizzata dalla presenza ingombrante della Stele di Rosetta, che in questa corsa alla decifrazione ebbe il solo merito di riaccendere l’interesse degli studiosi intorno a questa misteriosa scrittura.

Il papiro Phoebe A. Hearst

Il Papiro Hearst prende il nome da una donna, la Signora Phoebe Apperson Hearst (1842-1919), la madre di William Randolph Hearst il grande magnate...