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STELE FUNERARIA DEL SACERDOTE DI HELIOPOLI Aa-KHEPER-KA-RA-SENEB E LA SUA FAMIGLIA

Abbiamo visto nell’articolo di ieri la tipologia di stele presenti nell’antico Egitto, proponendo quella di Hui. Adesso ne proponiamo un’altra dalla fattura molto simile, anche se più databile alla dinastia precedente, la XVIII. Ne diamo una descrizione dettagliata che potrà sembrare un po’ troppo schematica, ma che dà l’idea di quanto fosse importante per il defunto rappresentare i familiari ricordandone nomi e titoli.

Mataryia, un nuovo tempio per Ramesse II

La missione archeologica egiziano-tedesca che sta lavorando al sito archeologico di Matariya ha scoperto nuove prove che attribuirebbero un tempio edificato in quell’area a Ramesse II.

Il Museo di Mallawi

In seguito agli sconvolgimenti politici che colpirono l’Egitto a partire dal gennaio 2010, molti siti archeologici e musei sparsi per il Paese subirono attacchi e devastazioni (e perdite di vite umane, che vogliamo ricordare nonostante l’articolo verta su tematiche differenti).Ma qualche tempo dopo un museo nel Governatorato di Minya, a circa 300 Km a sud del Cairo, fu pesantemente devastato e saccheggiato per circa 8 ore da un gruppo di uomini, con un pesante bilancio anche in termini di vite umane: Salama al-Hafez, un funzionario, rimase ucciso; Ahmad al-Sabur, direttore del museo, rimase ferito. Era il 14 agosto del 2013 quando l’Egyptian Ministry of State for Antiquities informava l’UNESCO dei saccheggi avvenuti nel Mallawi National Museum a Minya

STELE FUNERARIA DELLO “SCRIBA DELLA TAVOLA DEL SIGNORE DELLE DUE TERRE”,...

Le stele nell’antico Egitto avevano più funzioni. Potevano essere usate per promulgare decreti reali, come la celebre Stele di Rosetta; oppure essere utilizzate per chiedere grazie alle varie divinità, ne è esempio il Tempio di Abydos, per secoli meta ininterrotta di pellegrinaggi dove molte stele sono state ritrovate; stele confinarie come ad Akhetaton o quelle “falsa porta” all’interno delle tombe, utilizzate come canale di comunicazione tra il mondo dei vivi e l’aldilà.

Pa-en-dua e Nesha

Il gruppo rappresenta due coniugi: Pa-en-dua e la moglie Nesha, uno accanto all’altro addossati ad un pilastro. L’uso di rappresentare funzionari o sacerdoti con una o due insegne di divinità, (se una è tenuta sempre a sinistra) si diffuse soprattutto in epoca ramesseide, anche se un primo esempio è stato trovato nella statuaria regale del Medio Regno, ripreso qualche volta sotto il regno di Amenofi III (XVIII dinastia).

La statua magica di Pa-Maj

Questa splendida statua in basalto mutila, rappresenta un uomo in piedi solitamente con braccia lungo il corpo e i palmi delle mani girati all’interno ed è appoggiata a un corposo pilastro dorsale che termina a cuspide. L’intera figura è ricoperta di testi geroglifici e di vignette che rappresentano varie divinità antropomorfe e zoomorfe che svolgono un’azione di protezione contro gli animali pericolosi.