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Ippocampo

La presenza degli ippocampi nella decorazione di alcuni sarcofagi è curiosa perché il cavallo non fa parte del pantheon egizio né, tanto meno, l'ippocampo. È possibile che si tratti di un serpente con la testa di un cavallo, ma la maggior parte degli egittologi che si sono occupati di queste immagini si sono decisi a considerarli ippocampi, trovando in ciò un aspetto dell'influenza greca sulla religione egizia.

Vita deorum

In questo nuovo articolo, Gilberto Modonesi cerca di individuare le modalità con cui le divinità egizie intervenivano a determinare i comportamenti dei sovrani e talvolta anche dei loro sudditi nelle pratiche religiose e nella vita quotidiana.

Le liriche d’amore dell’Antico Egitto

Le liriche d'amore sono componimenti unici nella produzione letteraria egizia e risalgono tutte al periodo ramesside (XIX-XX dinastia). Si inseriscono in un filone in cui la lingua si rinnova con parole e forme che appartengono al linguaggio parlato. Sono classificate come “divertimenti del cuore”, una espressione che viene usata per indicare piacevoli situazioni conviviali.

Il canto dell’arpista

Nelle rappresentazioni dell'antico Egitto compaiono spesso orchestrine miste che comprendono arpiste e arpisti o un solo arpista che canta o declama un inno o una canzone1. Questo tipo di rappresentazioni percorre tutta la storia d'Egitto, dal tempo delle piramidi, l'Antico Regno, fino al periodo romano. Gilberto Modonesi, in questo nuovo lavoro, ci racconta dell'importanza dell'arpista e di un certo scetticismo prsente nei testi che accompagnano le raffigurazioni.

La sposa del grano

"Arussat El 'Amh" (La Sposa del Grano) è un'antica tradizione celebrata nelle culture agricole del Nord Africa, specialmente in Egitto e nelle regioni limitrofe. Questa festa era legata ai cicli agricoli e al raccolto, con un forte simbolismo legato alla fertilità e alla prosperità della terra.

Il capro di Mendes

Il "Capro di Mendes" è una figura complessa che intreccia elementi di mitologia egizia, accuse medievali di eresia, e reinterpretazioni occultiste moderne. Il suo significato varia a seconda del contesto. Il nome deriva dalla città di Mendes nell'antico Egitto, dove il capro era venerato come un simbolo del dio Banebdjedet, un dio con la testa di ariete che rappresentava la fertilità e la potenza creatrice.