Risse all’anfiteatro: Pompeiani vs Nocerini
È probabile che l’origine dei giochi gladiatori derivi dal mondo etrusco e che la diffusione a Roma sia passata attraverso la mediazione della Campania, dove, durante il periodo sannita, venivano celebrati giochi cruenti in onore dei defunti, come illustrano molte pitture osche di ambito funerario. È proprio in Campania, inoltre, che è maggiormente diffusa la concentrazione di edifici per lo svolgimento di tali spettacoli, con caratteristiche architettoniche già ben definite sin dall’età repubblicana. Nei maggiori anfiteatri campani, come quelli di Capua e Avella, gli scavi archeologici hanno riscontrato addirittura fasi costruttive anteriori all’età sillana, periodo al quale si data l’anfiteatro oggi ritenuto più antico a noi pervenuto, ovvero quello di Pompei.
Cercasi mecenate per valorizzare l’archeologia di Fossa (AQ)
La necropoli vestina di Fossa da oggi nella "vetrina on line" di Art Bonus: un impegno concreto della Soprintendenza per la valorizzazione e la fruizione.
Arte Romana a cura di Massimiliano Papini
Quelle che chiamiamo oggi «opere d’arte» non furono dunque sentite come una consuetudine ancestrale dai Romani, tanto da fare dubitare che un’arte «romana» sia mai esistita. Eppure, le loro produzioni figurative sono state grandiose e immense, nei tempi e nei territori dell’Impero, e il manuale concepito da Massimiliano Papini e scritto insieme a diversi esperti di archeologia romana intende offrirne una sintesi, con attenzione a committenti, artefici e destinatari nelle differenti situazioni storiche, culturali e sociali.
Alle kalende di marzo si celebravano i Matronalia
Nell’antica Roma, alle kalende di Marzo, dette anche feminae kalendae, si celebravano delle feste in onore di Giunone Lucina, che prendevano il nome di...
Il teatro greco – romano di Lokroi, l’antica città di Locri...
«Le tecnologie digitali studiate ed applicate per consentire il miglioramento della fruizione di un bene culturale da parte del pubblico costituiscono il progresso di cui c’è bisogno» - dice la dott.ssa Rosanna Pesce - «L’Applicazione in Realtà Virtuale per la visita immersiva al Teatro Greco-Romano è stata sviluppata partendo da questo pensiero e contribuisce alla conoscenza della storia del territorio in cui viviamo per amplificare la percezione delle potenzialità che il patrimonio culturale possiede e concretizzare l’idea che dai beni culturali si possa dar vita all’economia della cultura».
Il Tempio Dorico di Pompei. Nuova rilettura del mito di Issione...
L’area su cui sorge il Tempio Dorico è uno sperone lavico dal quale si domina la valle sottostante e la foce del fiume Sarno. Il luogo di culto fu scelto anticamente per la sua posizione visibile da lontano soprattutto da chi, proveniente dal mare e dopo aver doppiato il promontorio delle Sirenusse, si trovava davanti una delle aree cultuali più antiche della città di Pompei. Alla prima metà del VI secolo a.C. risale la costruzione del tempio, di tipo greco e dedicato ad Atena, che, assieme ai santuari di Punta Campanella e di Stabiae (loc. Privati), situati a sud del Golfo, viene a costituire un’ampia area di culto dedicata a questa divinità, scelta come protettrice della navigazione.