Una lastra con iscrizione in cuneiforme rinvenuta durante gli scavi del Tello/Ancient Girsu Project. Crediti: Tello-Girsu Project, Iraq Scheme, The British Museum
Il Tello/Ancient Girsu Project ha guidato la campagna di scavo che si è svolta tra il 2016 e il 2021 presso il sito sumero di Girsu (attuale Tello, Iraq meridionale), indagandone ca. 250 ettari. Responsabile delle attività svolte è il dott. Sebastien Rey, curatore della sezione Antica Mesopotamia presso il British Museum e archeologo responsabile dell’Iraq Scheme. L’Iraq Scheme è un importantissimo programma fondato dal Governo della Regno Unito attraverso il Dipartimento per la Cultura, i Media e lo Sport diretto da Jonathan Tubb, offerto dal British Museum, e in partnership con l’Iraq’s State Board of Antiquities and Heritage, e le Università irachene di Mosul, Hillah, Al Qadisiyah, Al Simawa, e Dhi Qar, sotto la direzione di Jaafar Jotheri dell’Università di Al Qadisiyah. Lo scopo dell’Iraq Scheme è quello di formare archeologi iracheni nella gestione del patrimonio culturale e nell’acquisire competenze pratiche sul campo.
Girsu è una delle più antiche città dell’umanità, insieme a Ur, Uruk ed Eridu, e si trova nel Governatorato di Dhi Qar, la stessa area che, oltre a Girsu, Ur ed Eridu, ha visto fiorire le città di Larsa, Lagash, Umma e Bad-tibira. Le prime attestazioni sembrano risalire al periodo Ubaid (5300-4800 a.C. ca.), ma evidenze significative risalgono al Periodo Predinastico (2900-2335 a.C. ca.), epoca a cui solitamente si fa risalire la nascita della scrittura e la formazione delle prime città e dei primi stati. Nel III millennio a.C. il sito è considerato essere il santuario del dio sumero Ninĝirsu, “Signore (di) Girsu”. Il mito vuole che l’eroico dio abbia combattuto contro i demoni della Montagna Primordiale (dove nascono il Tigri e l’Eufrate) donando così l’irrigazione e l’agricoltura a Šumer. Durante la Seconda Dinastia di Lagash (2230-2110 a.C. ca.), Girsu diventa capitale del regno e continua ad essere centro religioso molto importante; nel periodo denominato Ur III, ovvero l’impero Neo-Sumerico, Girsu è il più importante centro amministrativo. Dopo la caduta di Ur (VI sec. a.C. ca.), Girsu inizia il suo declino ma resta ancora abitata fino al III sec. a.C. ca.
Le campagne di scavo condotte dal Tello/Ancient Girsu Project dal 2016 al 2017 si sono concentrate nel Tell A, l’area sacra della città antica. Chiamato anche il Tumulo del Palazzo, il Tell A ha restituito ampie mura in mattoni di fango, alcune decorate con pilastri altre con coni iscritti, che appartenevano al tempio E-ninnu (Casa dei 50) di Ninĝirsu, sia alla sua prima fase di costruzione che a quelle dei rifacimenti. In antichità, il tempio dedicato al dio-eroe era considerato uno dei luoghi sacri più importanti della Mesopotamia, e fino alla sua scoperta era noto solo tramite i testi cuneiformi ed una pianta incisa su una statua rappresentate il sovrano Gudea di Lagash in atto di venerazione.
Gli scavi del tempio hanno portato alla luce la probabile parte centrale del santuario, ovvero un ingresso decorato con contrafforti, un ambiente periferico con coni in situ, la cella composta da un altare di offerta rivolto verso il podio per la statua del culto divino, e passaggi segnati da colossali pietre inscritte. La disposizione dei coni ha fatto supporre che essi avessero un significato magico-religioso, ma solo attraverso ulteriori studi questa ipotesi potrà essere avvalorata o scartata.
Altro rinvenimento importantissimo riguarda la scoperta del Cancello Meridionale fiancheggiato da due torri e dal muro di un temenos. Questo muro conteneva la scatola per il rito di fondazione del tempio. Sebbene la statuina in rame che doveva contenere sia stata rimossa in antichità, gli archeologi hanno rinvenuto un mattone di Gudea con iscrizione che fungeva da coperchio, un tappeto di canne in bitume, e una tavoletta bianca con iscrizione su due colonne orientata verso il podio. Le indagini al di sotto del tempio hanno messo un luce due piattaforme monumentali sovrapposte in mattoni di fango rosso, realizzate in due fasi costruttive, che andrebbero datate al III millennio a.C.; ciò farebbe alzare la cronologia delle terrazze a gradoni mesopotamiche di ca. cento anni.
Gli scavi nel Tell L, al confine con la città antica, hanno evidenziato la presenza di muri in mattoni, una scatola di fondazione vuota, e coni iscritti. La presenza di questi ultimi in giacitura secondaria ha portato ad ipotizzare che il Tell L e l’adiacente Tell M, formassero un complesso sacro dedicato alle dee Inanna, la Signora del Cielo dei sumeri poi assimilata alla dea accadica Ištar, e Nanše, dea della giustizia, della fertilità e della profezia.
Le operazioni del Tello/Ancient Girsu Project non si sono però limitate agli scavi ma anche a preservare, studiare e conservare il cosiddetto “Ponte di Girsu”, portato alla luce negli anni ’20-’30 e rimasto alle intemperie per tutto questo tempo.
Gli scavi del 2021, in concomitanza con la siccità, hanno evidenziato canali di irrigazione risalenti al V millennio a.C., datazione fornita dall’analisi al radio-carbonio delle conchiglie e di altro materiale rinvenuto sul fondo. Il dott. Sebastien Rey precisa l’importanza di questa scoperta, che fa collocare la creazione di un sistema idrico a ca. mille anni prima della nascita della scrittura e delle città, solitamente datate al 3300 a.C. ca. E dunque i sumeri hanno vissuto su pianure irrigate per ca. un millennio prima di fare lo step successivo. Step che, secondo il dott. Rey, è di tipo ideologico: “un addomesticamento del potere degli dei”, attraverso templi ed una forte amministrazione.
Fonte:
The Tello/Ancient Girsu Project, Iraq Scheme, The British Museum
New discoveries in Iraq upend story of Mesopotamia
Ancient artefacts revealed in Iraq – in pictures
Lo speciale di Alberto Elli sulla costruzione del tempio di Ningirsu