È di poche ore fa la notizia di una nuova scoperta archeologica nell’Egitto meridionale, più precisamente ad ovest di Assuan, nell’area del Mausoleo dell’Aga Khan. Il ritrovamento è il risultato del lavoro svolto fra maggio e ottobre 2021 dalla missione archeologica italo-egiziana guidata – per la parte italiana – dalla dottoressa Patrizia Piacentini, docente di Egittologia all’Università Statale di Milano.
Oggetto della scoperta è un ipogeo di epoca greco-romana utilizzato come “tomba comune”, nel senso che vi sono state inumate diverse famiglie. Infatti, sono una trentina le mummie ritrovate all’interno della sepoltura, molte delle quali in buono stato di conservazione. Si tratta di persone di varie età, anziani, donne, bambini e anche un neonato.
Il direttore generale delle antichità di Assuan e Nubia, Abdel-Moneim Said Mahmoud, capo della parte egiziana della missione, ha spiegato che la tomba è composta di due parti: un edificio di ingresso a forma rettangolare chiuso da un soffitto a volta in mattoni di fango, e un cortile rettangolare scavato nella roccia che da accesso a quattro camere sepolcrali dove sono state rinvenute le mummie.
La camera che fronteggia l’ingresso custodiva un sarcofago di terracotta dentro cui era adagiata la mummia di un bambino con un bellissimo cartonnage. Alcune mummie trovate nelle altre stanze erano state oggetto di razzie da parte dei ladri già in tempi antichi: bende e cartonnage lacerati dai tombaroli nella speranza di sottrarre oggetti preziosi.
La tomba è stata contrassegnata dalla sigla AGH032 e – oltre ad essere stata depredata in tempi antichi – è stata anche danneggiata da un incendio che ha devastato la struttura rettangolare che la occultava.
La dottoressa Piacentini ha affermato che la parete orientale della struttura era ricoperta da un ammasso di resti di animali, tavole per le offerte, lastre di pietra incise con geroglifici, pezzi di cartonnage colorato. Vicino a questo ammasso di reperti è stata anche rinvenuta la mummia di un uomo chiamato Nikostratos, come si evince dall’incisione su una placchetta di rame agganciata a una collana ritrovata accanto al corpo.
La presenza di resti di animali e di tavole per le offerte suggerisce che la tomba possa essere stata utilizzata anche come luogo votivo.