Parte di un taccuino rilegato in Egitto quasi 2.300 anni fa potrebbe essere il frammento del “libro” più antico mai scoperto, hanno dichiarato gli esperti della Biblioteca Universitaria di Graz, in Austria.

Il ritrovamento è avvenuto durante il lavoro di routine che gli studiosi e i conservatori dell’università austriaca compiono quotidianamente sui frammenti di papiro delle Collezioni Speciali della Biblioteca Universitaria. E’ stato l’occhio attento della conservatrice specializzata in materiali scritti antichi Theresa Zammit Lupi (maltese) che ha riconosciuto in un frammento di papiro una forma di codex (un libro manoscritto formato da più fogli sovrapposti, in opposizione al rotolo).

La presentazione del frammento di papiro durante la conferenza stampa. Da sinistra: Il rettore Peter Riedler, la direttrice dell’UB Pamela Stückler, la restauratrice Theresa Zammit Lupi e il ricercatore Erich Renhart. Foto: Università di Graz/Kernasenko

Il frammento di papiro (Graz, UBG Ms 1946) risalente al III secolo a.C. venne ritrovato nel 1902 nel cartonnage di una mummia scoperta durante uno scavo nella necropoli egizia di El-Hiba, a sud del Fayum. La necropoli fu scavata dagli egittologi britannici Grenfell e Hunt. Il loro scavo fu parzialmente finanziato dalla città di Graz, così nel 1904 l’Università ricevette i frammenti come riconoscimento del contributo finanziario.

Il reperto fa parte di una collezione di 52 documenti papiracei, alcuni dei quali riutilizzati nell’antichità per la produzione di cartonnage (l’involucro con cui venivano abitualmente coperte le mummie durante il Periodo Tolemaico, anche se la pratica era già in vigore dal Primo Periodo Intermedio). Il cartonnage è un materiale simile alla cartapesta, formato da strisce di lino o di papiro incollate con intonaco o resina, modellate e, una volta asciutte, dipinte per realizzare maschere funerarie o sarcofagi.

Il papiro El-Hiba, il più antico frammento di “libro” conosciuto al mondo fino ad oggi. Foto: Università di Graz/Kernasenko

Il papiro El-Hiba misura 15 x 25 cm ca. ed è un bifolio (o bifoglio: due fogli piegati) di un taccuino utilizzato per registrazioni fiscali: il papiro presenta appunti scritti in greco antico vergati intorno al 260 a.C. Trattasi di calcoli per pagare le tasse su birra e olio.

“Questa scoperta è stata totalmente fortuita. Prima ho visto un pezzo di filo che spuntava dal papiro, solo dopo ho capito che questo aveva il formato di un libro. Ho visto una piega centrale, i fori per la rilegatura a filo e il testo scritto in colonne entro margini ben definiti. Come conservatore, è grandioso contribuire alla storia del libro. Allo stesso tempo, pensi che sia surreale. È come guardare un film!”, commenta entusiasta la dott.ssa Theresa Zammit Lupi, responsabile della conservazione delle Collezioni Speciali della Biblioteca Universitaria di Graz e autrice della scoperta.

Gli esperti ritengono che i codici siano apparsi per la prima volta all’alba dell’Impero Romano, nel I secolo a.C., e che i più antichi esemplari che presentano evidenze di cuciture per la rilegatura a noi conosciuti risalgono al 150-250 d.C. Due di questi si trovano nella British Library (Add MS 34473) e nella Chester Beatty Library di Dublino (CBL BP II). Considerando ciò, la nuova scoperta sfida la cronologia attualmente accettata della storia del libro e al tempo stesso le offre un contributo molto speciale.

Dettaglio sul filo che ha fornito alla restauratrice Theresa Zammit Lupi l’indizio che il papiro potrebbe essere un frammento di libro. Foto: Università di Graz/Kernasenko

Erich Renhart e Thomas Csanády, co-direttori delle Collezioni Speciali della biblioteca universitaria austriaca, non escludono che in altre collezioni possano esistere altri frammenti di codici simili a questo, finora non c’è stata alcuna ricerca sistematica in questo senso. Dopotutto, il papiro era un materiale di scrittura abbastanza economico e si è conservato in grandi quantità.

Anche se siamo in un’epoca di continua digitalizzazione, le biblioteche sono luoghi in cui si lavora costantemente per la conservazione dei beni culturali storici e dove si svolge ricerca. “È proprio l’osservazione con un nuovo sguardo dei documenti già noti, e già digitalizzati, che ha portato a nuove intuizioni. Siamo ansiosi di discutere la scoperta e le sue conseguenze con la più ampia comunità di specialisti”, afferma Pamela Stückler, direttrice della Biblioteca Universitaria di Graz.

“In autunno, entro la fine dell’anno, inviteremo specialisti internazionali a Graz per discutere del frammento del libro e delle nuove intuizioni che ne sono derivate”, conclude la conferenza stampa dell’Università il rettore Peter Riedler.

Source: uni.graz

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Tiziana Giuliani

Egittofila, sin dall’infanzia appassionata di Antico Egitto, collabora con l’associazione Egittologia.net dal 2010. Ha contribuito alla realizzazione di EM-Egittologia.net Magazine (rinominato poi MediterraneoAntico) seguendone la pubblicazione già dai primi numeri e ricoprendo in seguito anche il ruolo di coordinatrice editoriale. Dal 2018 è capo redattrice di MediterraneoAntico.

Organizza conferenze ed eventi legati al mondo degli Egizi, nonché approfondimenti didattici nelle scuole di primo grado. Ha visitato decine di volte la terra dei faraoni dove svolge ricerche personali; ha scritto centinaia di articoli per la ns. redazione, alcuni dei quali pubblicati anche da altre riviste (cartacee e digitali) di archeologia e cultura generale. Dall’estate del 2017 collabora con lo scrittore Alberto Siliotti nella realizzazione dei suoi libri sull’antico Egitto.

Appassionata di fotografia, insegna ginnastica artistica ed ha una spiccata predisposizione per le arti in genere.

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