Scoperti altri frammenti della colossale statua di Psammetico I

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Continuano gli scavi e le “colossali” scoperte della missione archeologica egiziano-tedesca che a marzo aveva portato alla luce parti della gigantesca statua di Psammetico I a Souk Al-Khamis, nel distretto di Matariya, il sobborgo del Cairo riconosciuto come l’antica Eliopoli. Sono infatti di questi giorni le notizie che si rincorrono in merito al ritrovamento di diversi frammenti della parte inferiore della statua: la settimana scorsa erano riaffiorate le dita dei piedi, in queste ultime ore altri enormi blocchi.

La scoperta è stata fatta durante la nona campagna archeologica del team formato dal Ministero delle Antichità e dal Georg Steidorff Egyptian Museum dell’Università di Lipsia e dall’Università per le Scienze Applicate di Mainz.

Aymen Ashmawy, capo del dipartimento delle antichità Egizie e direttore della squadra egiziana che scava nel tempio di Eliopoli, comunica che la missione congiunta ha scoperto circa 1.920 blocchi di quarzite che farebbero parte della sezione inferiore del colosso di Psammetico I, faraone della XXVI dinastia che regnò in Egitto dal 664 al 610 a.C.

I primi studi condotti sui nuovi blocchi rivelano che la maggior parte di essi sono frammenti del gonnellino chiamato shendyt, delle gambe e di tre dita dei piedi e confermano inoltre che il colosso era raffigurato stante e non assiso in trono.

Gli scavi sono stati focalizzati intorno alla posizione in cui erano stati trovati i primi frammenti del busto e della testa coronata del sovrano a marzo di questo anno. I nuovi frammenti emersi erano disseminati in un’area di 20 metri di diametro suggerendo che la scultura fu distrutta.

Il nome di Horus nel serekh di Psammetico I (ph. MoA)

Il ritrovamento di una nuova porzione del pilastro dorsale con inciso il nome di Horus di Psammetico (aA-ib “Grande di cuore”) inscritto nel serekh è senz’altro una delle scoperte più importati effettuate in questi giorni in quanto ne conferma definitivamente la sua appartenenza, anche se già alcune ore dopo l’annuncio del primo ritrovamento era stata smentita la frettolosa attribuzione a Ramesse II riconoscendo proprio dal pilastro dorsale ritrovato parte della titolatura reale del faraone del Periodo Tardo (vedi qui e qui). La missione spera di trovare i restanti frammenti nella prossima stagione archeologica.

I blocchi appena scoperti saranno trasportati ai laboratori del GEM (Grand Egyptian Museum) per i lavori di conservazione, pulizia, restauro e per la documentazione archeologica, dopo di che sarà progettato un piano per riassemblare le parti del colosso e metterlo in mostra al nuovo museo situato nei pressi delle piramidi di Giza. La parte superiore della statua, che comprende il torso e gran parte della testa e della corona, è attualmente esposta presso il giardino musealizzato del Museo Egizio di piazza Tahrir.

L’estrazione di un blocco di granito rosso a Matariya (ph. ahram)

Dietrich Raue, direttore della squadra archeologica tedesca che ha partecipato alla missione, comunica anche che tra i pezzi della statua di Psammetico I la missione ha trovato diversi frammenti di granito rosso appartenenti ad una statua di Ramesse II che riportano inciso il suo nome della casa di Horus. Sono stati trovati anche i resti di una statua del Periodo Tardo decorata con raffigurazioni di dèi e demoni che rimandano nello stile alle stele e alle statue di Horus Salvatore che venivano utilizzate per i poteri curativi che si credeva gli oggetti detenessero. La missione ha trovato anche un imponente frammento di un occhio che probabilmente faceva parte di un’enorme statua del dio falco Ra-Horakhti. Considerate le dimensioni dell’occhio, potrebbe trattarsi di una statua di sei metri di altezza; se venisse alla luce l’intera statua rappresenterebbe la statua più alta di questa divinità conosciuta finora. E’ stato trovato anche un blocco di otto tonnellate che per il grave deterioramento non si è in grado di determinarne né l’appartenenza né il periodo.

Source: MoA

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