A parlare di questa affascinante scoperta è il Dott. Eylem Özdoğan, dell’Università di Istanbul, sulla rivista Antiquity: nel sito di Sayburç, risalente a 11.000 anni fa, nel sud-est della Turchia, gli archeologi hanno individuato quella che potrebbe essere la primissima raffigurazione di una scena narrativa.

In modo particolare, sono stati individuati due pannelli che raffigurano scene di persone che interagiscono con animali feroci: nel primo, un uomo affronta due leopardi tenendosi il fallo, nell’altro un uomo accovacciato regge un sonaglio o un serpente mentre affronta un toro. C’è una particolare enfasi sulla pericolosità degli animali e delle imprese degli uomini, evidenziata dai denti dei leopardi e dalle corna del toro. Inoltre, le due scene sembrano essere correlate l’una all’altra, come suggerisce la disposizione orizzontale dei pannelli, uno adiacente all’altro, e la coerenza della narrazione incentrata sul tema degli animali feroci. “Questa era un’immagine delle storie che hanno formato l’ideologia della gente di quel periodo”, afferma il Dott. Özdoğan.

Particolare del pannello in cui un uomo affronta due leopardi, ph. K. Akdemir

“Le prove archeologiche possono fornire alcune informazioni sulle tradizioni delle società del passato, ma raramente sopravvivono prove più chiare, quindi questa scoperta è entusiasmante”, continua il Dott. Özdoğan, “Sayburç ha prove molto chiare a questo riguardo e ha il potenziale per dirci molto sulla società neolitica che ancora non conosciamo”. Sembrerebbe, infatti, secondo gli studi effettuati dagli archeologi dell’Università di Istanbul, che i personaggi raffigurati nella scena narrativa fossero delle figure di rilievo all’interno dell’antica società agricola, come del resto suggerisce anche l’ubicazione del rilievo, ovvero in una struttura per uso comune.

I due pannelli in sequenza, ph. B. Kosker

Infatti, lo scavo iniziato del 2021, sotto un moderno villaggio nella provincia di Şanlıurfa, ha rivelato che il sito era abitato già nel Neolitico, circa 11000 anni fa, e ha portato alla luce diversi edifici residenziali e una struttura finalizzata alla vita comunitaria e che probabilmente era utilizzata come luogo per incontri, date le evidenze di panchine lungo le pareti, e la scena narrativa è scolpita proprio sopra lo schienale di una di queste panchine.

“Questo edificio ha tutti i tratti caratteristici delle strutture di questo tipo della regione. In questa struttura, come in altre simili, sono state trovate immagini animali e umane. Tuttavia, qui le figure caratteristiche del periodo coesistono e formano una scena”, ha detto Dott. Özdoğan.

Comunque, i prossimi scavi daranno nuove informazioni e, magari, potrebbero portare alla luce altre scene simili.

L’edificio parzialmente scavato, ph. Università di Istanbul
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Mara Zoppi

Appassionata fin da piccola alla storia e all’archeologia, dopo la maturità classica si iscrive alla facoltà di Lettere – curriculum Scienze dell’Antichità – presso l’Università degli Studi di Milano, laureandosi nel 2019 con una tesi di carattere archeologico-egittologico dal titolo Imhotep scriba e medico: dall’Egitto del III millennio a.C. ad oggi. Si iscrive successivamente alla facoltà di Archeologia dell’Università degli Studi di Milano dove si laurea nel 2021 con votazione 110/110 e lode sviluppando una tesi in ambito egittologico dal titolo La Casa della Vita nell’Egitto Antico: luoghi, riti, funzionari.

Ha partecipato a due laboratori di scavo archeologico: il primo sul sito di Urvinum Hortense a Collemancio di Cannara (PG) di epoca romana con l’Università degli Studi di Perugia; successivamente sul sito archeologico di Nora (Pula, CA) nella sezione competente all’Università degli Studi di Milano, quindi di epoca romana, contribuendo anche alle operazioni di post-scavo.

2 Commenti

  1. Cette scène narrative est superbe mais il ne s’agit pas de la plus ancienne car j’en ai inventée moi-même une petite série dont plusieurs à Pair-non-Pair en Gironde. Je révèle ces scènes dans mon ouvrage « les premiers et les derniers juste au nord de l’estuaire de la Gironde » paru en 2018 chez (Amalthée) dédié à cette grotte. Curieusement personne n’en parle. Pourtant la toute première gravure que j’ai inventée date de 39 000 ans et raconte fièrement le massacre total du clan néandertalien qui habitait les lieux. Elle est extrêmement détaillée et très finement ciselée. Elle nous montre les visages des néandertaliens et des sapiens. Une autre gravure / sculpture raconte un fait de guerre entre tribus sapiens: un guerrier portant trois trophées (têtes empaillées) en guise de couvre-chef surprend et égorge un veilleur portant une coiffure de plumes retombant en éventail sur sa joue gauche.
    Je révèle aussi un diptyque qui raconte une naissance gémellaire. Et aussi une gravure qui montre un homme jouant avec des chiens.

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