© ArcheoSipontum / Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio BAT e Foggia

Terza campagna di scavi per Siponto (Manfredonia – FG) condotta dalle università di Bari e Foggia, sotto la direzione dei professori Roberto Goffredo (UniFg), Maria Turchiano (UniFg) e Giuliano Volpe (UniBa), su concessione del Ministero della Cultura e in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta, Andria, Trani e Foggia. Lo scavo, di tipo didattico, è coadiuvato dai professori Giovanni De Venuto (UniBa) e Luciano Piepoli (UniBa), e ad esso partecipano dottorandi, specializzandi e studenti sia dei due atenei che esterni.

Veduta da drone dell’area archeologica di Siponto. © Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio BAT e Foggia

La seconda settimana di lavori ha messo in luce un tratto di cinta muraria nella zona dell’anfiteatro (saggio V) risalente al momento della fondazione della colonia marittima romana di II sec. a.C. Insieme alla porzione di mura urbane, è emersa una torre a pianta quadrangolare, di cui sette sono già note nel circuito murario sipontino.

Veduta da drone del saggio V. Sul lato destro, i blocchi delle mura e la torre quadrangolare. Ph. Maria Potenza – © ArcheoSipontum / Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio BAT e Foggia

Sia alcuni filari delle mura che quelli della torre presentano in facciata bugne a rilievo.

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La zona dell’anfiteatro aveva restituito, nella campagna 2022, un’area cimiteriale di piena età medievale e una sepoltura di V sec. d.C. nel saggio di approfondimento accanto al suo muro.

Saggio di approfondimento a ridosso del muro esterno dell’anfiteatro e messa in luce della sepoltura di V sec. d.C. (campagna 2022). © ArcheoSipontum / Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio BAT e Foggia

Le indagini archeologiche 2023 hanno portato alla luce, inoltre, un edificio di culto a pianta rettangolare con abside e due edifici ad esso annessi (saggio II). Questi non hanno ancora una definizione chiara: è solo procedendo con le indagini archeologiche che si potrà precisarne l’utilizzo. Continuano gli scavi anche nella zona del porto (saggio IV).

Veduta da drone del saggio II. Si noti in basso l’ambiente absidato. Ph. Maria Potenza – © ArcheoSipontum / Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio BAT e Foggia

Le prossime settimane proseguiranno con le indagini archeologiche, le prospezioni geofisiche (dr. Laura Cerri), lo studio dei materiali ceramici, vitrei, metallici, ossei e vegetali che continueranno ad aggiungere tasselli alla storia dell’antica Siponto, abbandonata nel XIII sec. d.C. per la fondazione di Manfredonia.

Il progetto ArcheoSipontum archeologia globale di una città portuale prevede diversi eventi di archeologia pubblica per restituire alla cittadinanza il proprio patrimonio storico e culturale, nonché coinvolgere enti territoriali ed essere parte attiva sul territorio (progetto CHLIPEOS).

Fonte: ArcheoSipontum

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Chiara Lombardi

Laureata in Archeologia Orientale presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” con una tesi magistrale in Archeologia Egiziana dal titolo “Iside nei testi funerari e nelle tombe del Nuovo Regno: iconografia e ruolo della dea tra la XVIII e la XIX dinastia” (2013), ha conseguito un master di primo livello in “Egittologia. Metodologie di ricerca e nuove tecnologie” presso la medesima Università (2010-2011). Durante il master ha sostenuto uno stage presso il Museo Egizio de Il Cairo per studiare i vasi canopi nel Nuovo Regno (2010). Ha partecipato a diversi scavi archeologici, tra i quali Pompei (scavi UniOr – Casa del Granduca Michele, progetto Pompeii Regio VI, 2010-2011) e Cuma (scavi UniOr – progetto Kyme III, 2007-2017). Inoltre, ha preso parte al progetto Research Ethiopic language project: “Per un nuovo lessico dei testi etiopici”, finanziato dall’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente e dal progetto PRIN 2005 “Catene di trasmissione linguistica e culturale nell’Oriente Cristiano e filologia critico testuale. Le problematiche dei testi etiopici: testi aksumiti, testi sull’età aksumita, testi agiografici di traduzione” (2006-2007). Ha collaborato ad un progetto educativo rivolto ai bambini della scuola primaria per far conoscere, attraverso sperimentazioni laboratoriali, gli usi e i costumi dell’antico Egitto e dell’antica Roma (2014-2015). È stata assistente di ricerca presso la Princeton University (New Jersey) per “The Princeton Ethiopian, Eritrean, and Egyptian Miracles of Mary digital humanities project (PEMM)” (2020-2021). Ricercatrice indipendente, attualmente è anche assistente di ricerca per il Professor Emeritus Malcolm D. Donalson (PhD ad honorem, Mellen University). Organizza e partecipa regolarmente a diverse attività di divulgazione, oltre a continuare a fare formazione. Collabora con la Dott.ssa Nunzia Laura Saldalamacchia al progetto Nymphè. Archeologia e gioielli, e con la rivista MediterraneoAntico, occupandosi in modo particolare di mitologia. Appassionatasi alla figura della dea Iside dopo uno studio su Benevento (Iside Grande di Magia e le Janare del Sannio. Ipotesi di una discendenza, Libreria Archeologica Archeologia Attiva, 2010), ha condotto diversi studi sulla dea, tra cui Il Grande inno ad Osiride nella stele di Amenmose (Louvre C 286) (Master di I livello in “Egittologia. Metodologie di ricerca e nuove tecnologie”, 2010); I culti egizi nel Golfo di Napoli (Gruppo Archeologico Napoletano, 2016); Dal Nilo al Tevere. Tre millenni di storia isiaca (Gruppo Archeologico Napoletano, 2018 – Biblioteca Comunale “Biagio Mercadante”, Sapri 2019); Morire nell’antico Egitto. “Che tu possa vivere per sempre come Ra vive per sempre” (MediterraneoAntico 2020); Il concepimento postumo di Horus. Un’ analisi (MediterraneoAntico 2021); Osiride e Antinoo. Una morte per annegamento (MediterraneoAntico 2021); Culti egiziani nel contesto della Campania antica (Djed Medu 2021); Nephthys, una dea sottostimata (MediterraneoAntico 2021). Sua è una pubblicazione una monografia sulla dea Iside (A history of the Goddess Isis, The Edwin Mellen Press, ISBN 1-4955-0890-0978-1-4955-0890-5) che delinea la sua figura dalle più antiche attestazioni nell’Antico Regno fino alla sua più recente menzione nel VII d.C. Lo studio approfondisce i diversi legami di Iside in quanto dea dell’Occidente e madre di Horus con alcune delle divinità femminili nonché nei cicli osiriaco e solare; la sua iconografia e le motivazioni che hanno portato ad una sempre crescente rappresentazione della dea sulle raffigurazioni parietali delle tombe. Un’intera sezione è dedicata all’onomastica di Iside provando a delineare insieme al significato del suo nome anche il compito originario nel mondo funerario e le conseguenti modifiche. L’appendice si sofferma su testi e oggetti funerari della XVIII dinastia dove è presente la dea.

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