L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) ha preso una decisione epocale per sollecitare il ritorno dei marmi del Partenone dal British Museum. Questo è ciò che emerge da una dichiarazione del Ministro della Cultura greco di giovedì scorso.

Il Ministro della Cultura Lina Mendoni, sottolineando anche le pessime condizioni espositive in cui si trovano i Marmi nel museo britannico, ha annunciato che la Grecia ha ottenuto l’appoggio del Comitato Intergovernativo, il quale nei giorni scorsi ha preso una decisione che riguarda la restituzione dei marmi del Partenone. Le osservazioni del ministro arrivano un giorno dopo la conclusione a Parigi della 22a sessione del Comitato Intergovernativo per la Promozione della Restituzione dei Beni Culturali (ICPRCP) dell’UNESCO.

La Mendoni fa sapere che “il comitato chiede urgentemente al Regno Unito di rivedere la sua posizione e di avviare un dialogo con la Grecia, riconoscendo che la questione è di natura intergovernativa – in contrasto con le affermazioni da parte britannica che la ritengono una questione del British Museum – e soprattutto che la Grecia ha un diritto valido e legale per richiedere la restituzione delle sculture al loro luogo di origine”.

Ricordiamo che i marmi del Partenone risalgono a 2500 anni fa e decoravano il tempio dedicato alla dea Atena nell’Acropoli di Atene. Furono prelevati su commissione di Thomas Bruce, settimo conte di Elgin, nobile scozzese e ambasciatore della Gran Bretagna presso l’Impero Ottomano dal 1801 al 1805.

Nel corso dei decenni, innumerevoli sono state petizioni da parte di cittadini, politici e celebrità di tutto il mondo per la restituzione delle sculture. Sono state proposte persino offerte di scambio di antichità dalla Grecia al Regno Unito nella speranza che il British Museum potesse considerare l’idea di “prestare” i Marmi alla Grecia. Il British Museum ha sempre rifiutato tutte le opzioni e le offerte, in quanto sostiene che Lord Elgin non “rubò” i marmi del Partenone ma li prelevò con il permesso delle autorità ottomane (nel periodo in cui Lord Elgin era ambasciatore presso l’Impero Ottomano, Atene era sotto il suo dominio).

Elgin vendette le sculture nel 1816, ma già agli inizi del 1800 la legittimità sulla “proprietà” dei marmi era controversa. Il British Museum ne prese possesso solo dopo la decisione del Parliamentary Select Committee, secondo il quale, sostenendo l’opinione di Elgin, le sculture si sarebbero conservate meglio in Gran Bretagna che in Grecia. Le frequenti segnalazioni di perdite d’acqua nella stanza senza finestre in cui sono esposti i Marmi hanno di certo aiutato la decisione del Comitato, anche se il British Museum insiste sul fatto che il problema è stato migliorato, ma non risolto.

Ora non resta che vedere cosa accadrà.

 

Source: Greek Reporter

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