Il successo del binomio Cultura e Turismo in Sicilia alla BMTA di Paestum

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BMTA Cultura E Turismo Sicilia

“Il successo del binomio Cultura e Turismo in Sicilia”: questo il titolo di una delle conferenze con cui, sabato 17 novembre scorso,  si è aperta la terza giornata della ventunesima edizione della BMTA (Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum). Protagonisti dell’intervento sono stati i siciliani Sandro Pappalardo, Assessore Regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo, e Sebastiano Tusa, Assessore Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.

A introdurli, Ugo Picarelli, Fondatore e Direttore della Borsa:

“Anche quest’anno, come in ogni edizione, la Sicilia partecipa alla Borsa col suo spazio espositivo in maniera efficiente ed efficace. Quello che sta per esser qui presentato è un esempio di buona pratica da seguire per la creazione di un indotto locale che significhi anche sviluppo e occupazione”.

A quel punto si è entrati nel vivo della conferenza e la parola è passata agli Assessori, che hanno mostrato al pubblico quello da loro definito come il “rinascimento culturale” attualmente in atto in Sicilia.

Il primo a parlare è stato l’Assessore Sandro Pappalardo, che ha voluto sottolineare quanto, con un clima idoneo al turismo 365 giorno all’anno, uno straordinario patrimonio culturale, spiagge e parchi naturalistici tra i più belli d’Europa e del Mediterraneo, e una cultura enogastronomica famosa in tutto il mondo, la Sicilia sia da sempre tra le prime località in Europa per indice di desiderabilità turistica, ma anche quanto, guardando ai dati di affluenza, fatichi da tempo ad emergere e ad occupare la posizione di rilievo che le spetterebbe.

Di recente, però, sembra che qualcosa stia cambiando.

Saliti al Governo, ci siamo subito chiesti: come far sì che la Sicilia diventi l’ambita meta turistica che merita di essere? Così abbiamo elaborato un piano di azione che possiamo riassumere in tre punti principali. Innanzitutto, vogliamo combattere lo stereotipo che vede la Sicilia come “tutta mafia e spaghetti”. La nostra Regione è ben altro, e noi puntiamo a riacquistare la credibilità che abbiamo immeritatamente perso, partecipando a eventi nazionali e internazionali per promuovere un nostro brand ben specifico.

A partire dalla Borsa Internazionale del Turismo di Milano dello scorso gennaio, infatti, gli stand della Regione Sicilia hanno letteralmente fatto il giro del mondo, giungendo, tra le tante tappe, finanche in Cina (Travel Trade Market, Chengdu) e in Giappone (Jata Tourism Expo, Tokyo).

Poi puntiamo alla fidelizzazione del turista: dobbiamo invogliare i visitatori a tornare nella nostra isola e, per far sì che sfruttino al massimo il loro soggiorno in Sicilia, abbiamo anche aperto numerosi info point in giro per la regione. Infine, in sinergia con l’Assessore Tusa, stiamo lavorando concretamente alla destagionalizzazione e stiamo pertanto investendo, ad esempio, nel turismo bellico, dato che la nostra regione è ricca di testimonianze risalenti alla seconda guerra mondiale, e in quello religioso. Abbiamo inoltre creato, in collaborazione con la Fondazione FS Italiane, i “Treni storici del gusto”, progetto che ripartirà a gennaio 2019 e che negli scorsi mesi ha già portato alla vendita di 9000 biglietti per corse in cui i turisti, scegliendo tra 23 diversi itinerari da compiere a bordo di carrozze degli anni ’30, hanno la possibilità di immergersi tra la storia, l’archeologia e i paesaggi dell’isola, degustando, sia durante il viaggio che a terra, le specialità gastronomiche della nostra terra.

Sandro Pappalardo
Sandro Pappalardo

Un rinnovato metodo di intervento e di azione di cui ha poi parlato anche l’Assessore Sebastiano Tusa, evidenziando il ruolo assolutamente centrale ricoperto dalla cultura:

Abbiamo voluto dare un taglio netto con il passato, e adesso, finalmente, cultura e turismo, binomio fondamentale per la nostra terra, lavorano insieme per un fine comune: innescare un processo di sviluppo che riguardi l’intera regione e che permetta anche di contrastare il problema della disoccupazione che porta non pochi giovani a cercare lavoro altrove. Sono felice di constatare che sempre più spesso amministratori locali chiedono più musei, più aree monumentali, più luoghi di cultura: il Governo deve supportarli e guidarli in questo momento di rinascita.

Il quadro qui presentato è dunque quello di una Sicilia in crescita e determinata a fare bene, ma che al contempo mostra tendenze diverse che spesso la fanno apparire come “divisa in due”:

Da un lato c’è la Sicilia delle grandi mete (Agrigento, Taormina, Siracusa e Piazza Armerina per citarne solo alcune), in cui è in corso un trend positivo e che, grazie a un corretto utilizzo dei Fondi Europei, si sono adeguate quasi perfettamente agli standard internazionali. È un dato confortante, ma che non deve farci fermare perché sappiamo anche che dipende in parte dal fatto che il Mediterraneo è attualmente un mare di guerra e alcune mete sono oggi vietate. Dall’altro lato, invece, abbiamo la Sicilia “sfortunata”, quella quasi “dimenticata”, estremamente ricca di siti e luoghi molto significativi (come i musei archeologici di Gela e Centuripe) ma poco visitati. Con l’intesa cultura-turismo stiamo lavorando per colmare questo ritardo e omogeneizzare il sistema culturale affinché tali differenze non esistano.

Una sintesi del tutto? Valorizzare l’aspetto culturale e metterlo a frutto sul piano turistico. Ma, come ha più volte ribadito Tusa, per far sì che ciò avvenga occorre anche legare i siti al territorio e quindi ai prodotti tipici che costituiscono l’identità produttiva della Sicilia e, per fare ciò, la cooperazione con il privato è indispensabile: piccola, media e grande imprenditoria non devono essere visti come “nemici”, ma come i principali alleati con cui collaborare.

In questo rinnovato piano di azione, infine, rientra anche il mare, che, da pattumiera per piccoli e grandi rifiuti quale era stato usato in passato, diventa “un’ulteriore molla di sviluppo per il turismo e la cultura della Sicilia”: è in forte crescita il numero di siti archeologici subacquei visitabili, gestiti dai diving club, e in molti casi, soprattutto nei piccoli borghi marinari e nelle piccole isole, associare la cultura ad una visita già di per sé naturalistica ha voluto dire incrementare di almeno il 20% le visite turistiche. E ciò è positivo, tenendo conto che si tratta di un turismo “ecosostenibile, rispettoso dell’ambiente e dei caratteri culturali”.

Sebastiano Tusa
Sebastiano Tusa

Tanti gli importanti risultati già ottenuti. Tanto il lavoro ancora da fare. Ma di una cosa Pappalardo e Tusa sono convinti: collaborando con i vari attori della Pubblica Amministrazione, la scelta del loro Governo di puntare sul binomio cultura-turismo si rivelerà vincente.

E noi non possiamo che augurarci che ciò avvenga, nella speranza che un patrimonio culturale eccezionale quanto stratificato come quello della Sicilia possa essere opportunamente valorizzato e ricevere le attenzioni, in Italia e nel mondo, che più che meritatamente gli spettano.

(Foto di Alfonso Maria Salsano)

 

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