© Peter M. Fischer / The Söderberg Expedition – elaborato da Chiara Lombardi per MediterraneoAntico
Gli scavi condotti dall’università svedese di Gothenburg presso il sito di Dromolaxia-Vyzakia, vicino la moschea di Hala Sultan Tekke, a Cipro, hanno portato alla luce due ricchissime tombe all’esterno del quartiere abitativo. L’area, collocata nei pressi del lago salato di Larnaca, durante l’Età del Bronzo era occupata da una fiorente città che, grazie al porto, commerciava con tutto il Mediterraneo.
In effetti, Dromolaxia-Vyzakia, sviluppatasi tra il 1630 e il 1150 a.C. con una superficie compresa tra i 25 e i 50 ettari, fu tra i più importanti centri commerciali dell’Età del Bronzo, avendo non solo contatti con Egitto, Anatolia, Creta, Sardegna e Levante, ma producendo, ed esportando dunque, tessuti tinti di porpora e prodotti in rame, estratto dalle miniere della catena montuosa Troodos.
The Söderberg Expedition, ovvero il progetto archeologico svedese in Giordania, Palestina e Cipro, è guidato dal professor Peter M. Fischer sin dal 2010. Grazie alle prospezioni geofisiche con l’utilizzo di magnetometria e georadar, gli scavi si sono focalizzati in quattro aree urbane sia di tipo industriale, che hanno restituito conchiglie di murici, laboratori per la produzione di rame, prodotti importati da Micene, sia di tipo amministrativo, nonché un cimitero esterno alla città. È da quest’ultimo, definito Area A, che provengono le sepolture indagate nella campagna di scavi 2023.
L’Area A è collocata nel lato orientale del sito, ed è tra le più ricche di tutte Cipro con le sue numerose tombe e pozzi votivi. Se le campagne archeologiche precedenti avevano messo in luce diverse sepolture (38 nel 2019) i cui corredi erano composti da beni importati dalle aree di contatto di Dromolaxia-Vyzakia, l’ultima missione ha indagato tre tombe a camera.
Una di queste (tomba VV) è stata depredata nel corso del 1800, con conseguente distruzione sia dei corpi che di parte del corredo, di cui però gli studiosi sono riusciti a recuperare sia le ossa rimanenti che i frammenti di ceramica, alcuni dei quali provenienti sia da Micene, che da Anatolia ed Egitto. Le altre due (tombe XX e YY) conservavano diversi individui e oltre 500 manufatti. Tra i diversi reperti, circa la metà sono importazioni: ambra dal Baltico, lapislazzuli dall’Afganistan, turchese blu-verde dal Sinai, corniola rosso scuro dall’India, avorio e oro dall’Egitto; vasellame da Grecia, Siria, Palestina, Turchia ed Egitto; intarsi con avorio, armi in bronzo, un sigillo in ematite dura circondato da oro con iscrizioni di sovrani e divinità. Sia i soggetti femminili che maschili sepolti indossano diademi decorati con leoni, tori, gazelle e fiori, e alcuni anche preziose collane con pendenti di finissima qualità provenienti forse dall’Egitto della XVIII dinastia.
All’interno di una delle due tombe a camera è stato rinvenuto il corpo di una donna circondato da diversi vasi in ceramica, gioielli, uno specchio in bronzo, ed accanto un bimbo di circa un anno con un giocattolo in ceramica.
Secondo il professor Fischer, tutti questi elementi fanno ipotizzare che le persone ivi sepolte fossero di alto rango: probabilmente coloro che governarono la città in un periodo compreso tra il 1500 e il 1300 a.C.
Fonti:
Tombs rich in artifacts discovered by Swedish expedition in Cyprus / University of Gothenburg
Dromolaxia-Vyzakia (Hala Sultan Tekke), University of Gothenburg
Swedish Archaeology in Jordan, Palestine and Cyprus, Peter Fischer
Gallery, © The Söderberg Expedition: