“Si può raccontare un dipinto a coloro che non possono vederlo con gli occhi ma possono ricostruirlo nella mente con l’aiuto dell’immaginazione, dell’udito e del tatto? Qual è il ruolo della parola intesa come equivalente estetico dell’immagine? E come, in presenza di disabilità visiva, l’ascolto di una descrizione può essere aiutato dal contatto diretto con un’immagine tridimensionale, tattilmente percepibile? E quindi, usando i sensi residui vicarianti la vista, si può potenziare l’integrazione tra sensi e intelletto, contando sul contributo della tattilità, a supporto del racconto?” – Loretta Secchi, Curatrice del museo tattile Anteros di Bologna, “Le metodologie dell’esplorazione tattile”.
Nel braccio nuovo del Museo Archeologico Nazionale di Napoli è possibile “vivere” l’affresco del Ratto di Europa grazie ad una collaborazione tra il MANN e il progetto AIVES. Proveniente dalla Casa di Giasone di Pompei, l’affresco del Ratto di Europa racconta del rapimento di Europa da parte di Zeus trasformato in toro. L’unione genera tre figli: Minosse, Radamante e Sarpedone (per approfondire il mito e la sua iconografia vedi: Il ratto di Europa).
Il progetto AIVES – Arte e Innovazione Visioni Emozioni Sensazioni, che ha un partenariato pubblico-privato, ha come scopo quello di rendere fruibile il patrimonio artistico e archeologico a diversamente abili e normodotati attraverso la resa sensoriale di opere d’arte, documenti miniati, manufatti archeologici, di cui di volta in volta è necessario adottare strategie diverse per una resa efficace. Il senso è quello di riavvicinare la cultura alla società rendendola soggetto attivo nell’esperienza.
Il progetto sull’affresco fa parte delle collezioni permanenti del MANN e si basa su un principio fondamentale: rendere la cultura accessibile a tutti. Esso si inquadra in un contesto molto più ampio che vede il museo dialogare con tutti. Al MANN, il progetto AIVES e l’opera tattile sono stati presentati da Stefania Mancuso (Direttore scientifico di Omniach sas), Elena Console (Ceo di Tea srl) e Luciana Lo Prete (referente Irifor Catanzaro). Promossa in rete con i Servizi Educativi del Museo, all’iniziativa sono intervenuti Paolo Giulierini (Direttore del MANN), Fabio Pagano (Direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei), Filippo Demma (Direttore del Parco archeologico di Sibari), Eva degl’Innocenti (Direttrice Museo Archeologico Nazionale di Taranto), Annamaria Mauro (Direttrice Museo Nazionale di Matera), Claudia Ventura (Responsabile Ufficio tecnico Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria), la cui politica è proprio quella di rendere i luoghi della cultura spazi aperti ad tutti. La presentazione del progetto è stata conclusa da Elisabetta Borgia (Funzionario Direzione Generale Educazione, Ricerca e istituti Culturali del Mic) e da Aldo Grassini, Presidente del Museo Tattile Statale “Omero”.
L’opera tattile del Ratto di Europa si focalizza proprio su questo ambito e lo fa attraverso tre metodi differenti: descrizione, permettendo di conoscere l’affresco in autonomia; emozione, dove è possibile toccare i personaggi del mito, gli abiti, e persino il pelo del toro; approfondire, l’esperienza tattile permette di accedere ai particolari dell’opera. Ciò si direziona in modo duplice, permettendo ai diversamente abili di usufruire di un’opera diversamente non accessibile, e ai normodotati di aumentare l’esperienza con la cultura.
“I tanti partner coinvolti nell’iniziativa auspicano un progetto condiviso fra istituzioni per ipotizzare una sinergia dei musei della Magna Grecia in chiave di offerta culturale ai diversamente abili” – Paolo Giulierini.
“Per l’accessibilità nei confronti dei non-vedenti sono fondamentali un’idonea informazione unita al portato emotivo della condivisione sociale dell’esperienza ma, in tutto questo, è imprescindibile un approccio percettivo che consenta di costruire un concetto concreto, attraverso l’esplorazione tattile” – Aldo Grassini.
“Accedere al patrimonio culturale significa poter conoscere, capire, emozionarsi, significa avere titolo a partecipare e riconnettersi con la comune eredità culturale che, solo se condivisa, può considerarsi davvero terra di incontro e di arricchimento per tutti” – Elisabetta Borgia.