Viaggio in notturna nei luoghi segreti delle Terme di Caracalla

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Un’ occasione unica e suggestiva. La città eterna di notte accessibile nei luoghi della sua storia secolare. Dal 18 agosto e fino al 3 ottobre 2017 grazie ad una collaborazione tra la Soprintendenza speciale di Roma ed Electa sarà possibile visitare by night un luogo grandioso e magico: le Terme di Caracalla.

Le Thermae Antoninianae, meglio conosciute come Terme di Caracalla, costituiscono ad oggi un mirabile esempio di ingegneria romana e il più grandioso e meglio conservato modello di terme di età imperiale giunte sino a noi. Furono fatte costruire dall’imperatore Caracalla a partire dal 212 d.C., come mostrano i bolli laterizi. I lavori si protrassero fino al 216 d.C. circa, quando avvenne la dedica.

La visita organizzata permetterà di scoprire le viscere di questo grandioso complesso, facendo accedere i visitatori nei sotterranei dove erano raccolti i servizi fondamentali delle terme che costituivano una vera e propria rete sotterranea di strade. Qui si smistavano i carri che trasportavano la legna da bruciare nei forni che serviva al riscaldamento degli ambienti e dell’acqua, ma in uno di questi sotterranei, nei pressi della grande esedra di nord-ovest, vi era situato anche un Mitreo, il più grande tra quelli noti a Roma. L’ambiente centrale, coperto da una serie di volte a crociera su pilastri, conserva ancora il pavimento a mosaico bianco con fasce nere. Qui veniva praticato questo culto misterico di origine orientale, in cui a Roma, differentemente da altri luoghi, vi potevano accedere solo uomini e prevalentemente provenienti dal mondo militare. Probabilmente, l’apice del culto si raggiungeva nella grotta con la rituale uccisione del toro, la Tauroctonia, il cui sangue iniziava gli adepti.

Alle terme si poteva entrare con pochi soldi, si dice addirittura che il plesso potesse reggere un afflusso di sei-otto mila persone al giorno, dando la possibilità a tutti di poter usufruire dei servizi di svago, ristorazione e balneazione. Gli ambienti maschili e femminili erano separati, ci si svestiva negli spogliatoi e, indossati mini tuniche (le donne) o costumi fascianti (gli uomini) che non impacciavano i movimenti, si entrava nell’enorme palestra, decorata con mosaici, marmi, statue a testimoniare la grandiosità dell’impero.

By David Edgar (Own work) [GFDL (http://www.gnu.org/copyleft/fdl.html) or CC-BY-SA-3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/)], via Wikimedia Commons
I passatempi più diffusi erano i giochi e la lotta, sotto lo sguardo di schiavi-trainer pronti a dare consigli. Il viaggio ideale prosegue poi negli altri ambienti dell’edificio; calidarium, tepidarium, frigidarium, con diverse vasche fredde, e infine nella natatio, la piscina di dimensioni olimpioniche pressoché perfette, 50 metri x 22, unico ambiente completamente scoperto delle terme. I portici permettevano infatti di non bagnarsi in caso di pioggia e per chi volesse curare anche la mente c’erano a disposizione due biblioteche. La visita si completa nell’ipogeo: si scoprono la Mela reintegrata di Pistoletto, in marmo di Carrara (collocata nel 2012 proprio al centro della ‘rotatoria’), capitelli maestosi delle colonne e frammenti di statue che decoravano gli ambienti sovrastanti e soprattutto il mitreo.

Una visita che vale, in un luogo magico, non solo per il grande valore storico-artistico, ma soprattutto per l’emozione che solo la città eterna sa dare di notte nei luoghi della sua storia millenaria.

Per la GALLERY si ringrazia ELECTA

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Alessandra Randazzo

Studia Lettere Classiche presso il DICAM dell’Università di Messina. Ha ricoperto il ruolo di redattrice e social media manager per www.mediterraneoantico.it e attualmente per la testata Made in Pompei, inoltre è Ufficio Stampa per la società di videogames storici Entertainment Game Apps, Ltd.
Durante la carriera universitaria ha partecipato a numerose campagne di scavo e ricognizione presso siti siciliani e calabresi.
Per la cattedra di Archeologia e Storia dell’arte Greca e Romana presso il sito dell’antica Finziade, Licata (AG) sotto la direzione del Prof. G.F. La Torre, febbraio-maggio 2012; per la cattedra di Topografia Antica presso Cetraro (Cs) sotto la direzione del Prof. F. Mollo, luglio 2013; per la cattedra di Topografia Antica e Archeologia delle province romane presso il sito di Blanda Julia, scavi nel Foro, Tortora (Cs) sotto la direzione del Prof. F. Mollo, giugno 2016.
Ha inoltre partecipato ai corsi di:
“Tecnica Laser scanning applicata all’archeologia” in collaborazione con il CNR-IPCF di Messina, gennaio 2012;
Rilievo Archeologico manuale e strumentale presso l’area archeologica delle Mura di Rheghion – tratto Via Marina, aprile-maggio 2013;
Analisi e studio dei reperti archeologici “Dallo spot dating all’edizione”, maggio 2014; Geotecnologie applicate ai beni culturali, marzo-aprile 2016.
Collabora occasionalmente con l’ARCHEOPROS snc con cui ha partecipato alle campagne di scavo:
“La struttura fortificata di Serro di Tavola – Sant’Eufemia D’Aspromonte” sotto la direzione della Dott.ssa R. Agostino (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria) e della Dott.ssa M.M. Sica, 1-19 ottobre 2012;
Locri – Località Mannella, Tempio di Persefone sotto la direzione della Dott.ssa R. Agostino (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria), ottobre 2014;
Nel marzo 2014 ha preso infine parte al Progetto “Lavaggio materiali locresi” presso il cantiere Astaldi – loc. Moschetta, Locri (Rc) sotto la direzione della Dott.ssa M.M. Sica.

Collabora attualmente con la redazione di: www.osservarcheologia.eu

1 COMMENTO

  1. [4] (Caracallus) Opera Romae reliquit thermas nominis sui eximias, quarum cellam solearem architecti negant posse ulla imitatione qua facta est, fieri. [5] Nam et ex aere vel cypro cancelli sup[er]positi esse dicuntur, quibus cameratio tota concredita est, et tantum est spatii, ut id ipsum fieri negant potuisse docti mechanis. [6] Reliquit et porticum patris nomine, quae gesta illius contineret et triumphos et bella. [7] Ipse Caracalli nomen accepit a vestimento, quod populo dederat, demisso usque ad talos. Quod ante non fuerat. [8] Vnde hodieque Antoninianae dicuntur caracallae huiusmodi, in usu maxime Romanae plebis frequentate. [9] Idem viam novam munivit, quae est sub eius thermis, Antoninianis scilicet, qua pulchrius inter Romanas plateas non facile quicquam invenias.

    (Caracalla) Lasciò a Roma come opere, le grandiose terme di suo nome, di cui gli architetti negano che la la cella a sandalo possa esser riprodotta da alcuna imitazione con lo stesso criterio con cui era stata costruita. Infatti si dice anche che siano stati posti dei cancelli di bronzo o di rame, ai quali tutta la struttura a volta è stata assicurata, e vi è tanto spazio, che gli esperti di arti meccaniche dicono che proprio lo stesso non si fosse potuto crearlo. Lasciò anche il portico in nome del padre, perché contenesse le sue gesta ed imprese militari. Lo stesso accettò il nome di Caracalla, che gli era stato conferito dal popolo, dall’abito, che fu portato sino ai talloni. Ciò che prima non era mai accaduto. Da cui anche oggi le terme Antoniniane sono dette allo stesso modo di Caracalla, essendo frequentate soprattutto per l’utilizzo da parte della plebe romana. Lo stesso predispose una nuova via, sotto le proprie terme, ovviamente le Antoniniane, rispetto alla quale via non troverai niente di più bello tra le strade romane.

    Historia Augusta.

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