Pompei@Madre. Materia archeologica. Un ardito incontro tra antico e contemporaneo

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Antico e contemporaneo messi l’uno di fronte all’altro, in un parallelismo diretto e senza filtri interpretativi, in una mostra che si potrebbe definire se non ardita, quanto meno pionieristica. Tutto questo è “Pompei@Madre. Materia archeologica”, l’esposizione inaugurata sabato 18 novembre a Napoli, nelle sale del Museo d’Arte contemporanea Donna Regina (Madre) in cui il filo conduttore è tanto semplice nell’idea quanto complesso nell’impatto che ha sul singolo visitatore: mettere a confronto reperti archeologici pompeiani e vesuviani e oggetti d’arte di due millenni fa con espressioni dell’arte contemporanea firmate da artisti e intellettuali di primo piano del nostro tempo.

A partire dal confronto fra le rispettive metodologie di ricerca, ambiti disciplinari, collezioni, “Pompei@Madre. Materia Archeologica” consiste nello studio delle possibili, molteplici relazioni fra patrimonio archeologico e ricerca artistica e propone un dialogo fra straordinari ma poco conosciuti e raramente esposti materiali archeologici di provenienza pompeiana e opere d’arte moderna e contemporanea. Il risultato è sicuramente suggestivo e non può non lasciare una traccia nello spettatore: soprattutto, se ne esce con la consapevolezza della circolarità (quasi) perfetta della relazione tra antico e contemporaneo, due aspetti della materia artistica in continuo dialogo tra loro.

Il percorso della mostra è concepito e strutturato quindi come una passeggiata circolare fra opere, manufatti, documenti e strumenti connessi alla storia delle varie campagne di scavo a Pompei – materiali che documentano la vita quotidiana della città antica e il ruolo che in essa rivestivano le arti e le scienze – messi a confronto con opere e documenti moderni e contemporanei provenienti dalle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, del Museo e Real Bosco di Capodimonte, del Polo Museale della Campania e di importanti istituzioni nazionali e internazionali quali la Biblioteca Nazionale e l’Institut Français di Napoli, la Casa di Goethe e la Biblioteca dell’Istituto Archeologico Germanico di Roma, la Fondation Le Corbusier e l’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi, oltre che da importanti collezioni private italiane e internazionali.

Ognuna di queste opere e documenti ha continuato a rivendicare, a partire dalla riscoperta del sito pompeiano nel XVII secolo, il valore e l’ispirazione contemporanei della “materia archeologica” pompeiana, fungendo da catalizzatore fra spazi, tempi e culture differenti, mettendoli a confronto e coniugando fra loro arti visive, letteratura, musica, teatro, cinema ma anche storiografia, cartografia, paletnologia, antropologia, biologia, botanica, zoologia, chimica, fisica, genetica, nonché l’esteso campo delle nuove tecnologie.

Al di là delle riflessioni suggerite dalla mostra (che il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, presente all’inaugurazione non ha esitato a definire «la più importante dell’anno in Italia») resta la considerazione che vede Pompei insistere con successo sulla strada della contaminazione con il moderno, sulla base del concetto che Pompei è sempre attuale, è un’idea intramontabile. Dopo le esperienze con le mostre “open air” di Mitoraj (2016) e di Casciello (2017, ancora in corso) ospitate “in casa”, vale a dire nel sito archeologico, ora i reperti pompeiani e vesuviani lasciano i depositi del Parco per essere esposti a Napoli, al museo Madre, dimostrando che l’interesse per Pompei trova terreno fertile pressoché ovunque. A favorire l’evento espositivo ha contribuito ovviamente anche il proficuo dialogo avviato tra più istituzioni della cultura nazionale.

Il progetto espositivo “Pompei@Madre. Materia Archeologica” – a cura di Massimo Osanna, direttore generale del Parco Archeologico di Pompei, e di Andrea Viliani, direttore generale del Madre-Museo d’arte contemporanea Donnaregina di Napoli, con il coordinamento curatoriale di Luigi Gallo per la sezione moderna – si basa su un rigoroso programma di ricerca risultante dall’inedita collaborazione fra il Parco Archeologico di Pompei, uno dei più importanti siti archeologici al mondo, e il Madre, museo regionale campano d’arte contemporanea. Il progetto, che deriva dalla collaborazione fra un sito nazionale (facente capo al Mibact) e un museo regionale (fondato e finanziato dalla Regione Campania), è in questo senso il risultato di una vera e propria “sinergia repubblicana” che afferma che tutto l’insieme di opere, manufatti, idee ed esperienze che compongono un patrimonio culturale è di per sé sempre contemporaneo, e quindi il patrimonio del passato è esperibile non solo come eredità ma come metodo a cui riferirsi per comprendere il presente e delineare il futuro, come sembra rivendicare appunto la “materia archeologica” scavata a Pompei negli ultimi due secoli e mezzo.

Il percorso della mostra è concepito e strutturato quindi come una passeggiata circolare fra opere, manufatti, documenti e strumenti connessi alla storia delle varie campagne di scavo a Pompei – materiali che documentano la vita quotidiana della città antica e il ruolo che in essa rivestivano le arti e le scienze – messi a confronto con opere e documenti moderni e contemporanei provenienti dalle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, del Museo e Real Bosco di Capodimonte, del Polo Museale della Campania e di importanti istituzioni nazionali e internazionali quali la Biblioteca Nazionale e l’Institut Français di Napoli, la Casa di Goethe e la Biblioteca dell’Istituto Archeologico Germanico di Roma, la Fondation Le Corbusier e l’ École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi, oltre che da importanti collezioni private italiane e internazionali. Ognuna di queste opere e documenti ha continuato a rivendicare, a partire dalla riscoperta del sito pompeiano nel XVII secolo, il valore e l’ispirazione contemporanei della “materia archeologica” pompeiana, fungendo da catalizzatore fra spazi, tempi e culture differenti, mettendoli a confronto e coniugando fra loro arti visive, letteratura, musica, teatro, cinema ma anche storiografia, cartografia, paletnologia, antropologia, biologia, botanica, zoologia, chimica, fisica, genetica, nonché l’esteso campo delle nuove tecnologie.

La mostra, presentata su gran parte degli spazi espositivi del museo Madre, è articolata in due capitoli: “Pompei@Madre. Materia Archeologica”, ospitata al terzo piano sarà visitabile dal 19 novembre 2017 al 30 aprile 2018; “Pompei@Madre. Materia Archeologica”: Le Collezioni, con ingresso e primo piano, sarà invece visitabile dal 19 novembre 2017 fino al 24 settembre 2018.

Il progetto è realizzato in collaborazione tra il Madre di Napoli e il Parco Archeologico di Pompei. Per il Madre le mostre sono attuate dalla Scabec Spa, società campana

beni culturali, che ne cura tutti gli aspetti organizzativi. Il catalogo della mostra è edito da Mondadori Electa, che supporta come sponsor tecnico l’intero progetto editoriale. La pubblicazione scientifica contiene testi di Luigi Gallo, Massimo Osanna, Andrea Viliani insieme a un visual essay composto dalle immagini e dai dati di tutte le opere, i manufatti e i documenti in mostra.

 

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