La mostra Egizi Etruschi, a cura di Alfonsina Russo, Simona Carosi e Carlo Casi, nasce dall’opportunità di accostare produzioni e ideologie che hanno accompagnato la nascita e lo sviluppo di due tra le più grandi civiltà del Mediterraneo, un mare che nell’antichità ha sempre favorito gli scambi e l’incontro di culture, che, sia pure nella loro eterogeneità, possiamo definire mediterranee.
L’esposizione, promossa dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale e realizzata grazie al sostegno della Presidenza del Consiglio Regionale della Regione Lazio, al Comune di Montalto di Castro e alla Fondazione Vulci viene allestita, per la prima volta, a Vulci, perché proprio in questa importante città dell’Etruria meridionale, sono stati, di recente, rinvenuti preziosi oggetti egizi di VIII-VII secolo a.C. e di III secolo a.C.
La mostra è anche un’importante occasione per presentare al pubblico, per la prima volta, e mettere a confronto con i reperti egizi trovati a Vulci, alcuni preziosi oggetti egizi provenienti dalla collezione di Eugene Berman, pittore, illustratore e scenografo russo, ma anche collezionista d’arte; reperti che acquistò durante i suoi viaggi in Egitto tra il 1964 e il 1965 ed essendosi stabilito a Roma, nel 1972, alla sua morte, donò, insieme al resto della collezione, allo Stato Italiano e per esso alla Soprintendenza per i Beni archeologici dell’Etruria meridionale.
Altre testimonianze della cultura egizia provengono dal Polo Museale della Toscana–Sezione Egizia del Museo Archeologico di Firenze, che ha accolto subito la proposta di esposizione. Infine, un cenno alla Tomba dello Scarabeo dorato trovata a Vulci nel 2016. Il corredo funerario è stato rinvenuto nell’ambito dell’attività di contrasto agli scavi clandestini che quotidianamente impegnano il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale insieme alla Soprintendenza. La mostra è dunque anche un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della conservazione dei contesti di provenienza dei reperti archeologici e della tutela del patrimonio culturale nel suo complesso che per raggiungere una piena efficacia dovrà essere sempre più condivisa.