Scoperti graffiti di barche egizie di 3800 anni fa

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L'edificio della barca funeraria di Senusert III / ph. J. Wegner
L’edificio della barca funeraria di Senusert III / ph. J. Wegner

Più di 120 immagini di antiche imbarcazioni egiziane sono state scoperte all’interno di una costruzione ad Abydos, in Egitto. L’edificio risale a più di 3.800 anni fa ed è stato costruito nei pressi del complesso sepolcrale di Senusert III, faraone della XII dinastia maggiormente conosciuto con il nome di Sesostri III. Questa struttura in mattoni crudi ricoperti di intonaco bianco potrebbe aver ospitato la barca funeraria del sovrano. In situ sono state infatti ritrovate alcune tavole in legno, ed è tutto ciò che resta dell’imbarcazione. L’edificio si presenta come un rettangolo le cui dimensione interne sono di circa 21 metri per 4; tutta la sua estensione parietale interna è ricoperta da oltre 120 immagini di antiche imbarcazioni egizie incise sulla superficie bianca di gesso, anche se in origine le raffigurazioni dovrebbero essere state di numero notevolmente maggiore. Le immagini variano per misura e per accuratezza dei dettagli, le più piccole e semplici misurano appena 10 cm, mentre le più grandi e complesse raggiungono quasi il metro e mezzo. Le immagini più grandi sono state realizzate davvero minuziosamente e in tutto il loro splendore mostrano alberi, vele, attrezzature, tughe/cabine, timoni, remi e, in alcuni casi, anche i vogatori. Insieme alle imbarcazioni il quadro contiene anche incisioni di gazzelle, bovini e fiori. La presenza dell’edificio era già stata segnalata in un rapporto di scavo del 1904 da un team dell’Egypt Exploration Fund (EEF) che lavorò ad Abydos tra il 1901 e il 1903. Tuttavia la squadra non ebbe il tempo di scavare l’edificio, gli studiosi arrivarono solo alla parte più alta della costruzione, individuarono la volta, ma abbandonarono il progetto senza mai sapere cosa contenesse. Josef Wegner, il direttore della missione di scavo del Penn Museum dell’Università della Pennsylvania che scava nel sito dal 2014 in collaborazione con il Ministero delle Antichità egiziano, non sa ancora chi possa aver disegnato quelle imbarcazioni, né il motivo per cui siano state incise, quindi sono state formulate diverse ipotesi. I graffiti potrebbero essere stati incisi dai costruttori della barca, oppure potrebbero essere stati effettuati durante la cerimonia funebre di Senusert III. Un’altra possibilità potrebbe essere quella che dopo la morte del faraone qualcuno entrò nell’edificio che custodiva la barca, la smontò per riutilizzarne le assi e con l’occasione incise le imbarcazioni. A rafforzare questa teoria prove di un’intrusione post morte.

I vasi di ceramica all'ingresso della costruzione / J. Wegner
I vasi di ceramica all’ingresso della costruzione / J. Wegner

Ma per la squadra di Wegner le sorprese non sono finite qui. Lungo il viale di accesso alla costruzione gli archeologi hanno scoperto più di 145 vasi di ceramica, molti dei quali erano sepolti con i colli rivolti verso l’ingresso dell’edificio.  I recipienti trovati erano vasi adibiti alla conservazione di liquidi, comunemente chiamati “vasi di birra”. Il ritrovamento di queste ceramiche è davvero singolare ed ha lasciato perplesso l’intero team che ne ha seguito il recupero. Secondo Wegner i vasi potrebbero essere stati utilizzati durante la cerimonia funebre: probabilmente piene d’acqua, le brocche sarebbero state rovesciate da persone addette alla celebrazione del rito funebre, in questo modo il liquido versato in grande quantità sul terreno avrebbe simbolicamente permesso il galleggiamento della barca. Un’altra possibilità potrebbe essere quella che la barca potrebbe essere stata trasportata su una slitta di legno dalla pianura alluvionale al complesso funerario attraverso il deserto. In questo caso, l’acqua e gli eventuali altri liquidi potrebbero essere stati utilizzati per lubrificare e consolidare il terreno lungo il percorso effettuato dall’imbarcazione; i vasi di ceramica utilizzati in questo viaggio potrebbero aver assunto un significato rituale, e sia la barca che i vasi sarebbero stati sepolti insieme come oggetti cerimoniali associati al rito funerario regale.

Queste inusuali scoperte hanno innescato, come abbiamo visto, parecchie domande; i misteri da risolvere sono tanti e i quesiti potranno essere risolti solo attraverso ulteriori scavi.

Le varie imbarcazioni / ph. J. Wegner
Le varie imbarcazioni / ph. J. Wegner

Sources: International Journal of Nautical Archaelogy (http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/1095-9270.12203/full) and livescience.com

 

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Tiziana Giuliani

Egittofila, sin dall’infanzia appassionata di Antico Egitto, collabora con l’associazione Egittologia.net dal 2010. Ha contribuito alla realizzazione di EM-Egittologia.net Magazine (rinominato poi MediterraneoAntico) seguendone la pubblicazione già dai primi numeri e ricoprendo in seguito anche il ruolo di coordinatrice editoriale. Dal 2018 è capo redattrice di MediterraneoAntico.

Organizza conferenze ed eventi legati al mondo degli Egizi, nonché approfondimenti didattici nelle scuole di primo grado. Ha visitato decine di volte la terra dei faraoni dove svolge ricerche personali; ha scritto centinaia di articoli per la ns. redazione, alcuni dei quali pubblicati anche da altre riviste (cartacee e digitali) di archeologia e cultura generale. Dall’estate del 2017 collabora con lo scrittore Alberto Siliotti nella realizzazione dei suoi libri sull’antico Egitto.

Appassionata di fotografia, insegna ginnastica artistica ed ha una spiccata predisposizione per le arti in genere.

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