Nel cuore pulsante di Luqsor, nel tempio di Karnak, il luogo sacro per eccellenza dedicato al dio Amon, è stata inaugurata nei giorni scorsi la replica della cosiddetta “Lista dei Re”. Si tratta di una “cappella” commissionata dal faraone Thutmose III nel XV secolo a.C. per onorare e commemorare i sovrani del passato, i suoi antenati. La lista faceva parte del complesso giubilare del celebre faraone della XVIII dinastia, l’Akhmenu (o Sala delle Feste), costruito nella parte orientale del Tempio di Amon, sul cortile che ospita strutture più antiche, risalenti al Medio Regno.
La Lista dei Re fu descritta per la prima volta da James Burton nel 1825. Purtroppo però nel 1843 l’avventuriero francese Émile Prisse d’Avennes smantellò in una notte l’”edicola” contenente la lista dei re per assicurarla alla Francia, dove ora, gravemente danneggiata, la possiamo ammirare nelle sale del Museo del Louvre di Parigi.
In campo egittologico questa lista è una delle fonti più preziose di informazioni sulla storia dell’antico Egitto. Sulla sua superficie sono riportati i nomi dei più illustri faraoni delle Due Terre, meticolosamente elencati in ordine cronologico. Vanta un totale di 61 sovrani, a partire da Snefru, fondatore della IV dinastia (Antico Regno) e padre di Khufu (Cheope per i greci), fino ad arrivare allo stesso Thutmose III (XVIII dinastia, Nuovo Regno). Parlando dell’originale, solo i nomi di trentanove re sono ancora leggibili e uno di questi non è iscritto nel cartiglio (come tradizione vuole). Anche se si tratta di una lista che attraversa ben dieci secoli di storia, questa di Karnak non fornisce l’elenco completo dei faraoni che si susseguirono al trono, però è molto preziosa in quanto contiene i nomi dei sovrani del Primo e del Secondo Periodo Intermedio, nominativi omessi nella maggior parte degli altri elenchi di re.
Insieme, la lista di Karnak e gli altri preziosi documenti che commemorano i sovrani del passato – vedi le liste di Abido e Saqqara, la Pietra di Palermo e il Papiro di Torino – permettono di ricostruire tutti i tasselli che compongono la storia dell’antico Egitto. Integrati tra loro ci offrono la possibilità di colmare le grandi lacune che ogni elenco presenta.



Con questa ricostruzione prodotta in circa tre mesi dalla Fabbrica di repliche per le antichità del MoTA, il Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano vuol far “resuscitare la storia” e sottolineare il suo costante impegno nel preservare e celebrare il ricco patrimonio archeologico che possiede, valorizzare i siti archeologici e i musei egiziani ponendo particolare attenzione al miglioramento dell’esperienza turistica.
Wasiri conferma di aver fatto riposizionare la lista nel suo posto originale, quindi, se avremo la possibilità di andare a Karnak e di aggirarci verso l’angolo sud-ovest della Sala delle Feste di Thutmose III, potremmo vedere questa che viene definita dal Ministero una replica fedele all’originale conservato al Museo del Louvre del quale alleghiamo alcune foto.



