Durante un’indagine archeologica effettuata presso i siti dell’area conosciuta come il “Triangolo d’Oro” nel governatorato del Mar Rosso, nell’Alto Egitto, una missione egiziana ha scoperto in una grotta dei graffiti arabi di epoca medievale, probabilmente risalenti al 1377, alla dinastia Bahri dei Mamelucchi.
La grotta era stata utilizzata come area di sosta da pellegrini, commercianti e viandanti che cercavano rifugio, e refrigerio per proteggersi dal caldo, durante i loro viaggi verso la Mecca o la Palestina.
Durante il loro soggiorno nella grotta i viaggiatori incisero dei graffiti sulle pareti, alcuni dei quali sono ancora ben leggibili mentre altri sono scomparsi a causa dell’erosione. Tra i testi ancora interpretabili si leggono bene queste due frasi: “Non c’è altro Dio all’infuori di Allah” e “Dio ha restituito il povero schiavo Youssef Bin Hatem Al-Shati alla sua famiglia nel 755 dell’Egira: Dio abbia pietà di lui, dei suoi genitori e di tutti i Musulmani, Amen”.
Mohamed Tuni, archeologo presso il dipartimento di antichità islamiche e copte del governatorato, parlando dei graffiti li ha definiti unici all’interno dell’area del triangolo formato dalle città di Safaga e Qusseir, che ne formano la base, e da Qena che rappresenta il suo apice.
Il ministero sta ora studiando la possibilità di inserire la grotta nell’elenco ufficiale dei siti dell’antichità nel tentativo di proteggerlo e di ripristinarne i testi.
Souces: Ahram