Brevi racconti per immagini: un incensiere da Heracleion

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Un incensiere proveniente da Heracleion, città dell’antico Egitto che in origine si trovava su una delle isole presenti nella baia di Abukir, inabissata nel Mediterraneo probabilmente tra il VI e il VII sec. d.C. Il nome greco è dovuto all’identificazione del dio egizio Khonsu, che sull’isola riceveva culto in un grande tempio a lui dedicato, con Eracle.

Il suo ritrovamento lo dobbiamo all’archeologo subacqueo francese Frank Goddio, che dal 2000 indaga l’area sottomarina con risultati eccezionali.

Questo prezioso reperto risale al VI sec. a.C. e fu realizzato in calcare per un’altezza di circa 24 cm. È composto da un piatto, dove sono presenti tracce di diversi colori, sostenuto dalle ali e dalla testa di una sfinge greca nella posa classica dell’animale seduto. Le zampe anteriori sono andate perdute mentre la parte destra, quella non visibile nella foto, presenta segni evidenti di usura perché esposta all’azione dell’acqua per molti secoli.

La testa è sormontata da un’alta corona composta da quattro file orizzontali di grani e termina con una merlatura triangolare, mentre al collo porta un collare fatto d pendenti a forma di losanghe.

Sebbene le zampe appartengano ad uno stile puramente classico, il volto tradisce uno stile arcaizzante. Le caratteristiche del viso sono infatti ben rifinite: un naso lungo e sottile, grandi occhi a mandorla, bocca ben modellata con labbra che accennano ad un sorriso, tutte caratteristiche delle sculture greche del periodo arcaico. L’acconciatura, consistente in trecce ritorte, e le ali ricurve con le piume modellate attraverso incisioni lineari derivano da modelli creco/arcaici, ai quali questo incensiere proveniente da Heracleion evidentemente si ispira.

La sua iconografia è simile a quella delle sfingi funerarie ateniesi conservate al Metropolitan Museum di New York, risalenti al 450 a.C. È ragionevole attribuire l’oggetto alla regione dell’Attica o della Ionia e datarlo alla metà del VI sec. a.C.

Fonte: Catalogo della mostra “Egitto. Tesori Sommersi”, ed. Allemandi & C., 2009.

Fotografia di Christoph Gerik.

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