La costa dei Campi Flegrei è un esempio unico al mondo, a causa dello sprofondamento dell’antica fascia costiera e alla conseguente trasformazione del territorio. Quanto vi si conserva sott’acqua rappresenta dunque un patrimonio storico archeologico di eccezionale valore per la sua peculiarità.

Il MIBACT presenta così il sito di Baia: “Il Parco Sommerso si estende lungo il litorale di Bacoli e Pozzuoli, compreso tra la testata del molo al limite meridionale del porto di Baia ed il molo di Lido Augusto, per un tratto di mare digradante dalla riva fino ad una profondità di circa quindici metri. Parte delle strutture sommerse, già indagate, sono attualmente insabbiate, altre sono state individuate solo da foto aeree Tra i principali edifici sommersi sono tuttora visibili: il ninfeo imperiale di Punta Epitaffio, la villa dei Pisoni, la villa “a protiro”, così chiamata dalla presenza di un portico antistante l’ingresso. Inoltre resta un settore dello spazio urbano, di cui sono visibili alcune tabernae affacciate sulla suddetta residenza, e resti di un complesso termale, nonché una peschiera a pianta semicircolare all’estremità meridionale dell’insenatura. Del Portus Julius, invece, è stata esplorata solo un’area campione, in cui è stato possibile individuare un grande magazzino a pianta quadrangolare con corte centrale”.

Gli arredi scultorei di questi complessi edilizi, restituiti grazie agli scavi subacquei effettuati nel secolo scorso, sono attualmente esposti nel Museo Archeologico dei Campi Flegrei a Baia.
La storia di Baia, in realtà, risale a tempi ben precedenti la colonizzazione greca. Molti sono i ritrovamenti sui fondali di ancore litiche datate tra la fine dell’Età del Bronzo e l’inizio dell’Età del Ferro. Con la fondazione di Cuma e i successivi eventi legati alla storia della Campania, Baia entrò a far parte del suo territorio e della sua egemonia. La sua storia, successivamente, si legò indissolubilmente alla città di Roma, qui infatti, già in epoca tardo repubblicana, gli aristocratici si facevano costruire fastose residenze, attratti dal clima mite della costa e soprattutto dalle acque termali.
« Nullus in orbe sinus Baiis praelucet amoenis. » « Nessuna insenatura al mondo risplende più dell’amena Baia. » (Orazio)

In età imperiale, anche molti imperatori scelsero Baia come luogo di villeggiatura. Augusto non amò molto questi luoghi e il suo successore Tiberio preferì di gran lunga Capri, molto più appartata e meno caotica. Ma altri imperatori, così come molti personaggi illustri, citati dalle fonti antiche, frequentarono volentieri la regio baiana. Marcello la scelse per cercare di curare i suoi malanni, Caligola per celebrare la sua divinizzazione, tanto che si fece costruire un ponte di barche che traversava tutta la rada per galopparci con addosso le armi di Alessandro. Claudio lo frequentò assiduamente e Nerone addirittura aveva grandi progetti per questi luoghi, come quello che avrebbe dovuto convogliare tutte le acque termali in un grande bacino unendo Miseno all’Averno. Ma Baia fu anche il luogo dove venne uccisa Agrippina, la madre dell’imperatore, sentita ormai come un enorme ostacolo alle sue scelte politiche e private. Con i Flavi l’ambiente di Baia tornò ad essere austero, ma è con Domiziano che il sito venne riportato alle sue celebri dissolutezze. Baia fu allora all’apice della sua fama che ritornò appieno nel III secolo d.C. con Alessandro Severo che vi fece erigere una lussuosa residenza imperiale per la madre Giulia Mamea.

La fortuna di Baia fu comunque legata a quella dell’impero e nel momento della sua decaduta anche le zone flegree inevitabilmente caddero in miseria. Le guerre gotiche prima e il bradisisma in seguito, portarono al definitivo abbandono dell’area. Tra il VII e l’VIII secolo buona parte della città era completamente sommersa.
Una grande novità per il Parco giunge proprio in questi giorni dalla voce della Soprintendente Adele Campanelli che durante ArcheoCamp 2017 ha annunciato la scoperta di nuovi mosaici nei fondali di Baia. I nuovi mosaici saranno inseriti nei percorsi di visita del Parco e si andranno ad aggiungere ai cinque già presenti. I nuovi percorsi sono stati illustrati durante la tavola rotonda dalla dott.ssa F. Lucci e dott. L. Muratgia e saranno fruibili ai visitatori da Aprile 2018, dopo che l’Ente Gestore e l’SCR provvederanno alla messa in sicurezza.
Fonti. MIBACT e U.Pappalardo, Il Golfo di Napoli. Archeologia e storia di una terra antica. Ed. Arsenale.
Foto: MIBACT e Pasquale Vassallo