Nuove e straordinarie scoperte archeologiche al Parco Archeologico di Velia

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Nel Parco Archeologico di Velia, sito gestito dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino, nel corso di indagini archeologiche preliminari al progetto di valorizzazione dell’area della cd. Masseria Cobellis, sono emerse importanti novità su questo fondamentale settore della città antica,  collocato in un punto di raccordo tra il Quartiere meridionale e il Quartiere orientale.

Nell’area antistante la cd. Masseria Cobellis, una casa colonica restaurata nell’800, agli inizi del 2000 era venuta alla luce la parte settentrionale di un complesso monumentale costituito da un edificio a pianta rettangolare articolato su due livelli di terrazzamento artificiali. L’edificio, probabilmente di carattere pubblico, si data tra la fine del I e gli inizi del II secolo d.C.; a partire dal III secolo d.C. andò incontro ad un processo di spoliazione e abbandono che culminò poi con l’obliterazione della struttura nel VI secolo d.C.

La campagna di scavi di quest’anno ha consentito di individuare la fronte dell’edificio, di cui prima non si conosceva l’estensione complessiva, e di ricostruirne le dimensioni, 39×65 m, ipotizzando quindi,che questo dovesse occupare  un intero isolato in questo settore della Velia romana che si affacciava direttamente su uno degli assi principali della città antica.

Le scoperte sono state rese note durante un incontro a Palazzo Ruggi dalla dott.ssa Maria Tommasa Granese, Direttrice del Parco Archeologico di Velia, e dal dott. Michele Faiella, funzionario per la promozione e comunicazione e responsabile dell’ufficio stampa della Soprintendenza.

L’intervento rientra nel piano di finanziamento previsto dal PON Cultura e Sviluppo 2014-20 ed è coordinato dalla Soprintendenza ABAP diretta da Francesca Casule che ha affidato la direzione scientifica alla dott.ssa Maria Tommasa Granese e le indagini sul campo al dott. Francesco Mele.

Si ringrazia la Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino per le immagini e il testo.

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Alessandra Randazzo

Studia Lettere Classiche presso il DICAM dell’Università di Messina. Ha ricoperto il ruolo di redattrice e social media manager per www.mediterraneoantico.it e attualmente per la testata Made in Pompei, inoltre è Ufficio Stampa per la società di videogames storici Entertainment Game Apps, Ltd.
Durante la carriera universitaria ha partecipato a numerose campagne di scavo e ricognizione presso siti siciliani e calabresi.
Per la cattedra di Archeologia e Storia dell’arte Greca e Romana presso il sito dell’antica Finziade, Licata (AG) sotto la direzione del Prof. G.F. La Torre, febbraio-maggio 2012; per la cattedra di Topografia Antica presso Cetraro (Cs) sotto la direzione del Prof. F. Mollo, luglio 2013; per la cattedra di Topografia Antica e Archeologia delle province romane presso il sito di Blanda Julia, scavi nel Foro, Tortora (Cs) sotto la direzione del Prof. F. Mollo, giugno 2016.
Ha inoltre partecipato ai corsi di:
“Tecnica Laser scanning applicata all’archeologia” in collaborazione con il CNR-IPCF di Messina, gennaio 2012;
Rilievo Archeologico manuale e strumentale presso l’area archeologica delle Mura di Rheghion – tratto Via Marina, aprile-maggio 2013;
Analisi e studio dei reperti archeologici “Dallo spot dating all’edizione”, maggio 2014; Geotecnologie applicate ai beni culturali, marzo-aprile 2016.
Collabora occasionalmente con l’ARCHEOPROS snc con cui ha partecipato alle campagne di scavo:
“La struttura fortificata di Serro di Tavola – Sant’Eufemia D’Aspromonte” sotto la direzione della Dott.ssa R. Agostino (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria) e della Dott.ssa M.M. Sica, 1-19 ottobre 2012;
Locri – Località Mannella, Tempio di Persefone sotto la direzione della Dott.ssa R. Agostino (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria), ottobre 2014;
Nel marzo 2014 ha preso infine parte al Progetto “Lavaggio materiali locresi” presso il cantiere Astaldi – loc. Moschetta, Locri (Rc) sotto la direzione della Dott.ssa M.M. Sica.

Collabora attualmente con la redazione di: www.osservarcheologia.eu

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