Convegno di Tuscania 2016-Tuscania nell’Antichità

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Il 7° Convegno sulla Storia di Tuscania, “Tuscania nell’Antichità”, si è svolto il 12 marzo 2016 presso la ex Chiesa S.Croce a Tuscania (Viterbo), organizzato dall’Associazione Archeotuscia onlus (in particolare da Mario Tizi e Roberto Quarantotti), con il patrocinio del Comune di Tuscania.

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la ex Chiesa S.Croce a Tuscania, sede del Convegno (ph Francesca Pontani)

Un evento che tutti gli anni punta i riflettori sull’immenso patrimonio storico, culturale e archeologico del territorio di Tuscania: un territorio prezioso ma estremamente fragile, sempre minacciato su più fronti dall’avanzare del “progresso”.

Il Convegno diventa così ogni anno un evento che ci aiuta a posare lo sguardo su un patrimonio che spesso dimentichiamo di avere, in cui vivono ecosistemi che sono armoniosamente un tutt’uno con le evidenze archeologiche: natura rigogliosa, fonti d’acqua, tufo, monumenti rupestri, antiche città medievali tra i boschi.

 

Simbolo del Convegno di quest’anno è il frammento di ceramica che ho fotografato a Pian della Selva, un abitato dell’Età del Bronzo. Un simbolo perché ci documenta l’evoluzione sociale, economica e politica del territorio di Tuscania. Questo perché il mondo etrusco (quello di piena epoca storica) non nasce dal nulla, ma è anticipato e “preparato” dalle comunità che abitarono questi territori già a partire dall’Età del Bronzo Antico (XVIII secolo a.C.).

Il 7° Convegno di Tuscania, "Tuscania nell'Antichità" (ph Francesca Pontani)
Il 7° Convegno di Tuscania, “Tuscania nell’Antichità” (ph Francesca Pontani)

Queste, in sintesi, le tesi dei relatori che verranno presentate complete negli Atti del Convegno, di prossima pubblicazione:

MARIO TIZI: Dove abitavano gli Dei. La “Geografia sacra” di Tuscania.
“La ricognizione di tutte le emergenze archeologiche e storiche di Tuscania e la loro connessione, indirizzano l’indagine verso una unica conclusione: Tuscania fu un centro sacro.

Gli studiosi delle religioni assegnano al centro sacro almeno quattro caratteristiche: vi si svolse una rivelazione primordiale, è presente la connessione dei tre livelli della realtà (celeste, terrestre e infera), vi si venera una coppia divina e soprattutto conserva la sua identità nell’avvicendarsi dei secoli e delle religioni.

Tutte queste caratteristiche, se siamo liberi da preconcetti, sono facilmente evidenziabili a Tuscania.

Un dato fornito dall’archeologia dice che Tuscania, nel periodo etrusco, non raggruppò i villaggi per formare una città. Il dato è della massima importanza perché Tuscania aveva popolazione, risorse e luoghi ideali per edificare la città, come il lungo pianoro di Pian di Mola, delimitato da una parte dal fiume Marta e dall’altra dal suo affluente, il Maschiolo.

Da questa caratteristica dovremmo estrarre l’idea implicita. Gli Etruschi di Tuscania rinunciarono alla città perché la loro terra sarebbe diventata proprietà degli uomini, mentre doveva rimanere possesso degli dei. A questa conclusione ci porta la profezia della ninfa Vegoia: “Sappi che quando il mare fu separato dal cielo, Giove rivendicò a se l’Etruria”.

La terra di Tuscania presentava aspetti che indicavano questa rivendicazione di Giove e questa era una mentalità che risaliva molto addietro nel tempo, addirittura prima che arrivassero gli Etruschi.

Ecco allora la decisiva importanza dello studio di Francesca Pontani che nell’età del Bronzo individua a Tuscania ben sei (?) villaggi. Non solo. Una insospettabile “Grotta forata” al solstizio d’estate lascia penetrare il sole dentro la cavità della terra. Una vera e propria ierogamia che a Tuscania manifesta una religione elaborata fin dall’età del Bronzo e che continua ad evolvere fino al Cristianesimo, che nel VII secolo conquista il Colle di S. Pietro edificandovi ben due basiliche contornate da una dozzina di chiese.

E con la vittoria di Cristo, il cerchio si chiude!”

(ph Francesca Pontani)
(ph Francesca Pontani)

LUCIANO PROIETTI: Tuscania e la Via Clodia.  “L’argomento di questo intervento si basa sulle ultime ricognizioni archeologiche effettuate dai soci Archeotuscia nel territorio di Tuscania in merito ad uno studio di prossima pubblicazione su nuove ipotesi del tracciato della via Clodia in questa area geografica, molto ricca di testimonianze storico-archeologiche lasciateci dai nostri antenati. La Clodia costituiva in età repubblicana l’asse viario intermedio tra l’Aurelia e la Cassia e, secondo la lettura della Tabula Peutingeriana, condivideva con la Cassia il primo tratto fino alla località La Storta da dove proseguiva, ricalcando in parte l’attuale strada Claudia-Braccianese, per  il lago di Bracciano e continuare poi il suo percorso verso nord-ovest, attraversando i centri di Oriolo Romano, Barbarano Romano, Blera, Norchia e Tuscania, dove si può ancora ammirare un bellissimo tratto di basolato alle porte della cittadina laziale. La via consolare proseguiva poi, attraversando i centri di Canino, Castro, Poggio Buco, per giungere infine a Saturnia da dove si diramava in più parti. Con il presente intervento, si descrive molto dettagliatamente il percorso della Clodia nel territorio di Tuscania, evidenziando con precisione le varie presenze che testimoniano il passaggio sia della via consolare che dei non meno importanti diverticoli individuati lungo il suo percorso. Questa analisi sulla viabilità antica ha dimostrato come Tuscania abbia rappresentato nell’antichità un importante crocevia di traffici culturali e commerciali, non solo tra i centri sulla costa tirrenica e quelli dell’Etruria meridionale interna, ma anche tra la stessa Roma e le regioni del centro nord della penisola”.

la ex Chiesa S.Croce (ph Francesca Pontani)
la ex Chiesa S.Croce
(ph Francesca Pontani)

FRANCESCA PONTANI: Prima degli Etruschi: Tuscania nell’Età del Bronzo.
“Il territorio che circonda Tuscania è estremamente ricco di insediamenti sparsi, centri piccoli e medi inquadrabili cronologicamente a partire dal Bronzo Antico, passando per il Bronzo Medio, Recente, Finale fino alla Prima età del Ferro.

L’epoca preistorica a Tuscania è testimoniata da frammenti ceramici che, sia pur frammentari, ci fanno intravedere la partecipazione di Tuscania a quelle esperienze sociali-culturali-politiche che dall’età del Bronzo Antico porteranno in piena epoca storica alla costituzione delle città etrusche.

Un’area territoriale, questa, composta da tanti insediamenti sparsi che sembrano fare capo alla Rocca, centro comune degli interessi politici, economici e probabilmente anche religiosi. Questo fenomeno non è limitato nel tempo, però, ma risulta essere una caratteristica che continua attraverso le epoche storiche che si succedono, addirittura fino in piena età imperiale, manifestando per Tuscania il perdurare di forme insediamentali molto antiche. Un perdurare del rapporto di città-territorio che ci dà un aspetto del tutto peculiare di Tuscania, il perdurare di quel modo di vita che non cesserà, pur manifestandosi con altre particolarità, fino in piena epoca medievale”.

Dentro la ex Chiesa S.Croce a Tuscania (ph Felice Fiorentini)
Dentro la ex Chiesa S.Croce a Tuscania
(ph Felice Fiorentini)

ALESSANDRO TIZI: I Longobardi a Tuscania.
“Il periodo Longobardo a Tuscania è un periodo storico poco studiato ma che, invece, è ricco di tanti spunti storici. Sono tantissime le parole nel nostro vocabolario della lingua italiana che derivano dalla lingua longobarda e, in particolare, nel territorio di Tuscania fu “inviata” una “colonia” longobarda che per un certo tempo visse separata dagli abitanti del luogo, fino a poco a poco fondersi con loro.

Quindi tante le attestazioni che documentano la presenza in questo territorio dei Longobardi, il cui regno, in Italia, si sviluppò in maniera repentina tra il 568 e il 774. In particolare la zona dell’attuale provincia di Viterbo, fu, a partire dal 595, una zona di frontiera (in seguito all’accordo tra il re longobardo Agilulfo e papa Gregorio I); una zona di frontiera lungo la quale passava il confine tra la Tuscia meridionale longobarda e il Ducato Romano e che aveva Tuscania come centro-limite”.

 

MARIO BRACCI DEVOTI: La vocazione sacra di Tuscania.
“Ci fu un momento in cui Tuscania deve aver ospitato la più potente e ricca comunità religiosa del nostro medioevo: i Templari. La loro presenza nella vicina Viterbo sembra testimoniata anche a Tuscania. La chiesa di San Pietro infatti lo dimostrerebbe ampiamente. Sulla facciata si trova il viso di vecchio con le tre facce, antico simbolo templare. Troppe le strutture di epoca medioevale, ormai inglobate in edifici successivi, che parlano di un passato troppo ricco per un centro abitato così piccolo. Tuscania è un portale per il mondo ultraterreno, un luogo da dove il puer senilis etrusco si rivelò agli umani”.

 

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