Una nuova parte di Pompei presto rivedrà la luce. Stiamo parlando delle Terme Centrali (IX 4,5/18), poste tra via di Nola e via Stabiana che – come annunciato dal Direttore Generale Massimo Osanna- sono attualmente interessate da interventi di restauro. Le Terme Centrali costituiscono il più grande fra gli impianti termali presenti in città e al momento dell’eruzione del 79 d.C. erano ancora in fase di costruzione, come mostrano i tanti elementi architettonici accatastati all’interno e all’esterno della struttura.
La messa in opera e la disposizione degli ambienti risente di tutte le innovazioni introdotte nell’architettura termale durante la prima età imperiale tanto da costituire una delle più imponenti costruzioni realizzate a Pompei negli ultimi anni di vita a riprova di come la città, dopo il disastroso terremoto del 62 d.C,. non si sia chiusa in se stessa ma per nulla prostrata dall’evento avesse saputo dotare i nuovi quartieri residenziali di servizi essenziali come le terme.
La disposizione interna degli ambienti è molto razionale. Manca il settore femminile, segno forse di un utilizzo della struttura per fasce orarie da parte di uomini e donne, e si preferisce un maestoso complesso unitario nel quale sfoggiare ricchezza e innovazione ad una struttura sezionata. Due erano gli ingressi principali al complesso, su via di Nola e via Stabiana, ma non mancavano accessi secondari sugli altri due lati. All’interno vi era un grande spazio destinato alla palestra e la piscina era ancora in fase di costruzione anche se i lavori per il deflusso delle acque erano già stati terminati.

L’apodyterium era dotato di una vasca per i bagni freddi così da fungere anche da frigidarium , il tepidarium era collegato con il laconicum, un ambiente del tutto chiuso posto alle spalle e il calidarium, pure collegato con il laconicum da un passaggio stretto, nelle intenzioni dell’architetto, doveva risultare l’ambiente più ricercato all’interno del complesso, con una struttura interna articolata in nicchie rettangolari e semicircolari, abbellite poi con stucchi e statue. Mancano del tutto le strutture per il riscaldamento delle acque e in fase di costruzione era un porticato, alle spalle delle sale, i cui capitelli si stavano sbozzando sul posto.
Foto copertina: Direttore Generale Massimo Osanna